una regista molto amata, e una scrittrice ancora da scoprire: chantal akerman, la cineasta belga scomparsa qualche anno fa e nota al pubblico italiano soprattutto per il suo lavoro documentaristico sui margini sottili tra arte e vita, con "mia madre ride" si lascia scoprire nelle vesti di figlia, artista e donna che ha sempre dedicato alla letteratura uno sguardo privilegiato. questo e` un libro fluido, un diario-memoir a episodi, scritto mentre l`autrice viaggiava tra new york e bruxelles per assistere la madre anziana negli ultimi anni prima della scomparsa. in queste pagine si racconta la difficolta` di lavorare (= esistere) nei pressi di un amore cosi` incondizionato come quello materno, ma anche episodi della vita della madre e della propria, il loro rapporto (poi ripreso nel documentario no home movie), l`amore per le donne (e in particolare per una piu` giovane), le sue frequenti depressioni e i blocchi creativi. mia madre ride e` un`autobiografia e allo stesso tempo una riflessione sul potere della parola e sull`amore. un`opera lirica e toccante, a tratti struggente, che offre uno sguardo, non mediato dalla cinepresa, sul dolore e sulla resistenza che vi si oppone. una meditazione su arte e vita che non mostra il lato trionfalistico dell`artista che ha usato la sua vita per il suo lavoro, ma piuttosto quello sofferto della volonta` di creare una testimonianza e lasciare traccia. un libro profondamente femminista senza la presunzione di volerlo essere apertamente, scritto con una delicatezza che non lascia scampo e una sintassi disinvolta e intima. |