fin dai tempi di adam smith, il pensiero economico ha tessuto le lodi del libero mercato che, quasi fosse governato da una mano invisibile, riuscirebbe a conciliare la ricerca dell`interesse personale con il benessere dell`intera societa`, trasformando il vantaggio individuale in bene comune. a questa concezione idilliaca lanciano una sfida radicale due premi nobel dell`economia, george akerlof e robert shiller, sostenendo che i mercati ci procurano tanti danni quanti benefici, e lungi dall`essere fondamentalmente benigni sono intrinsecamente disseminati di trappole e di esche cui finiamo per abboccare. perche` ogni volta che c`e` un profitto da ricavare, i venditori non esiteranno a sfruttare le nostre debolezze psicologiche, la nostra superficialita` e la nostra ignoranza per manipolarci e piazzarci la loro merce al prezzo piu` alto. e piu` che legittimo, quindi, applicare all`intero ambito dell`economia quella nozione di "phishing" nata fin dagli albori di internet per definire il raggiro online, la "pesca degli ingenui" cui carpire informazioni, dati e, in definitiva, denaro. ma mentre quella compiuta in rete e` un`azione illegale, un reato perseguito per legge, in economia e` da sempre una pratica comune e indiscussa: raggirare ed essere raggirati e` parte integrante dei rapporti fra gli attori del mercato. per dimostrare la loro tesi, akerlof e shiller riportano una gran quantita` di aneddoti ed episodi che rivelano come il phishing riguardi chiunque e ogni aspetto della nostra vita. |