"la buona causa" era espressione ricorrente per chi, tra fine `700 e `800, combatteva contro la modernita`, il laicismo e le nazionalita`. molto vaste le dimensioni di questa scrittura di reazione in italia, quanto sostanzialmente ignote, tranne a pochi specialisti. come sempre nella storia essere dalla parte sbagliata ha un prezzo, giustamente. tuttavia compito di una storiografia non pregiudiziale e` anche registrare i dati e non censurare o rimuovere. in particolare per l`ottocento italiano occorre sempre piu` rivedere la prospettiva risorgimentale, per offrire un quadro con piu` chiaroscuri di quello finora conosciuto. e poi a volte la prospettiva controcorrente puo` aprire anche suggestivi contropeli alla vincente modernita`. particolarmente utile pertanto allestire con questo libro un concertato di voci, affini e diverse, dei principali nemici del tempo nuovo inaugurato con l`89 francese, da de maistre a leopardi padre, dal principe di canosa a certo belli, da vari animosi gesuiti (come il padre bresciani) a don bosco. vari i registri (dall`apologia all`invettiva, dall`aulico al popolaresco dialetto) e le tipologie di scrittura: saggi, orazioni, lettere, dialoghi, narrazioni, versi, articoli di giornale, anche un libretto d`opera rossiniano. |