non c`e` libro al mondo piu` affascinante delle "mille una notte". ma quanti lo conoscono nella sua versione originaria? quanti hanno letto per davvero il libro piu` antico che per la prima volta ha catturato in un testo scritto arabo il grande fiume della narrazione orale da cui quelle storie traevano origine? e quanto indietro si puo` risalire, per fissare l`origine scritta delle "mille e una notte"? in effetti, quando agli inizi del settecento il grande studioso arabista antoine galland raccolse e tradusse in francese un gruppo di manoscritti arabi conservati presso la biblioteca nazionale di parigi, molte furono le reinvenzioni e le riscritture di quel geniale scopritore. di modo che il testo da cui prese le mosse la fortunata diffusione di quello scrigno fiabesco nella cultura dell`occidente nacque spurio, condizionato da un`opera di interpolazione che ne ha segnato, per i successivi tre secoli, la ricezione. si e` dovuta aspettare la fine del secolo scorso, e la magistrale sapienza di muhsin mahdi, arabista e professore all`universita` di harvard, per ricostruire, con un lavoro ventennale di meticoloso raffronto dei manoscritti degli antichi copisti, il nucleo portante delle notti arabe, risalente a un unico manoscritto siriano del xiv secolo. la traduzione italiana, qui per la prima volta condotta su quell`originale, ci restituisce un risultato clamoroso. un`affabulazione che coniuga l`immaginazione e la saggezza sotto la cifra del femminile; l`evocazione diretta, senza ammiccamenti e pruderies, di un erotismo praticato nelle forme piu` spontanee ed esplicite; una varieta` scoppiettante della dimensione fantastica, che e` il contrappunto di una ricchezza linguistica e lessicale straordinaria: finalmente, la voce di shahrazad senza la mediazione, senza il velo dell`occidente. una lettura che cambia - per paradosso - la stessa percezione del mondo arabo, delle sue culture, delle sue tradizioni, cosi` come ci vengono consegnate dai conflitti e dalle angustie del |