la presenza del vetro muranese alla biennale di venezia risale ai primi del novecento quando, seppure in maniera episodica, alcuni preziosi e fragili manufatti cominciarono ad essere esposti alla manifestazione. e` pero` dagli anni dieci che il vetro inizia a figurare con continuita`, come oggetto "autonomo", nel padiglione centrale che dal 1912 al 1930 accogliera` opere in vetro muranese nelle sue sale. solo dal 1932, con la costruzione del padiglione venezia, il vetro e le arti decorative avranno una sede dedicata all`interno dei giardini. il volume prende in esame questo importante periodo durante il quale il vetro muranese trova progressivamente spazio all`interno della mostra veneziana prima attraverso gli artisti che scelsero di impiegare questo materiale per le loro opere, poi con le vetrerie che, in alcuni casi, si avvalsero della creativita` di pittori e scultori. frutto di una approfondita ricerca bibliografica e documentaria nell`archivio storico della biennale e in archivi pubblici e privati, il catalogo illustra con foto d`epoca, disegni e documenti, spesso inediti, quanto venne esposto nelle varie edizioni. tale produzione viene esemplificata, inoltre, attraverso una accurata selezione di oltre 130 opere di artisti e vetrerie protagonisti di un momento storico che segna l`ingresso di un`arte cosiddetta minore nel mondo delle arti maggiori: dai vetri di hans st. lerche, a quelli di vittorio toso borella e di teodoro wolf ferrari e vittorio zecchin, dai connubi di ferro e vetro di umberto bellotto ai vetri incisi di guido balsamo stella e, ancora, dai vetri della v.s.m. cappellin venini e c., della m.v.m. cappellin e c., su disegno di vittorio zecchin, a quelli della v.s.m. venini e c., su disegno di napoleone martinuzzi, e a quelli della vetreria artistica barovier. |