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Raccolta di brani tratti da serie televisive e colonne sonore,interpretati da Lee Marvin,James Stewart,Dean Martin,Kirk Douglas etc.

"la fotografia e` il nostro esorcismo. la societa` primitiva aveva le maschere, la societa` borghese gli specchi, noi abbiamo le immagini... credi di fotografare una scena per puro piacere - in realta` e` la scena a voler essere fotografata... poiche` e` l`oggetto a vederci, e` l`oggetto a sognarci. il mondo ci riflette, il mondo ci pensa. la magia della fotografia sta nel fatto che tutta l`opera la fa l`oggetto." (jean baudrillard)

"non c`e` sentimento dell`uomo" ha detto sant`agostino " che non sia rappresentato nei "salmi" come in uno specchio. lo spirito santo ha messo qui al vivo, tutti i dolori, le tristezze, i timori, i dubbi, le speranze, le preoccupazioni, le perplessita`, fino alle piu` confuse emozioni da cui l`animo degli uomini e` agitato." se oggi riprendiamo in mano i "salmi", composti nell`arco di un millennio, ci rendiamo conto di come nessun libro ci parli con la stessa intensita` tragica della irrimediabile lontananza e assenza di dio e della vicinanza di dio, che abita insieme a noi nella stessa tenda e nella stessa casa. nessun libro ci comunica sia l`ossessione del peccato sia la serenita` e la gioia dell`anima pacificata.

riproduzione a richiesta.

dopo aver dato voce alla tradizione dell`umorismo ebraico, dopo aver resuscitato la memoria della cultura jiddish, moni ovadia entra nel cuore di una delle questioni piu` dibattute della nostra epoca: la relazione che lega fanatismo religioso, fondamentalismo, razzismo. e scopre, nella sua ricognizione che va dai testi sacri e sapienziali alle storie tramandate oralmente, il valore antidolatrico della religione ebraica.

non e piu il tempo della favola di borges in cui i cartografi dell?impero disegnano una carta cosi dettagliata che finisce per coprire con la massima precisione il territorio... e, se si dovesse riprendere la favola, oggi sono piuttosto i brandelli del territorio che imputridiscono lentamente sull?estensione della carta. qui e la sono vestigia del reale che sussistono, e non della carta, nei deserti che non sono piu quelli dell?impero, ma il nostro. ii deserto del reale stesso. il grande evento di questo periodo, il grande trauma, e questa agonia dei referenti forti, l?agonia del reale e del razionale, che introduce a un?era della simulazione. oggi si ha invece l?impressione che la storia si sia ritirata, lasciando dietro di se una nebulosa indifferente. in questo vuoto, rifluiscono i fantasmi di una storia passata, la panoplia degli eventi, delle ideologie... leucemia della storia e della simulazione. da oggi, la sola vera pratica culturale, quella delle masse, la nostra (piu differenza) e una pratica manipolatoria, aleatoria: labirinto di segni, che non ha piu senso... il simulacro puro e semplice della seduzione circola dovunque e, invece di essere l?incubo del discorso e portargli via la sua verita, serve semplicemente a lubrificarne i contorni.

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