


darwin costruisce l`intelaiatura fondamentale di quello che chiama "il mio castello in aria", un teoria unitaria e tutta evolutiva del vivente nelle sue innumerevoli gradazioni: piante, insetti, crostacei, mammiferi. e ovviamente l`homo sapiens, di cui esplora dapprima il lato meno razionale o patologico per prendere infine d`assalto la cittadella dell`adulto sano, colto, civilizzato, con i suoi tic rivelatori.

texaco narra l`epopea del popolo delle antille dai tempi in cui decine di migliaia di negri erano schiavi di un pugno di bianchi alla attuale societa` multietnica dove le differenze vengono ipocritamente nascoste, ma il potere non ha cambiato detentori, al massimo ha cooptato i mulatti benestanti. texaco e` un quartiere di baracche abbarbicate sulle coste di fort de france (martinica), abitate da negri, poveri e liberi. il municipio invia un urbanista per abbattere tutto al suolo. ma gli abitanti lo prendono per il cristo salvatore. e marie sophie laborieux gli racconta la propria storia, quella del nonno e quella del padre. racconta cioe` l`intera terra antillana: disperazione e magia, favole, poesia e sogno.

nel 1820 il re d`inghilterra giorgio iv aveva intentato una causa legale contro la moglie carolina di brunswick, la quale da tempo conduceva pubblicamente una vita immorale in italia. il celebre avvocato irlandese charles philips era intervenuto a favore di carolina con una lettera indirizzata al re, nella quale screditava i testimoni italiani giudicandoli ipocriti, falsi e bugiardi per natura, indegni di un tribunale inglese. tali denigrazioni non furono tollerate da lorenzo da ponte, massimo esponente della cultura italiana in america, il quale con forte intento polemico diede alle stampe "sull`italia. discorso apologetico". riproponiamo al lettore questo breve scritto non tanto per la sua eccellenza letteraria, quanto per l`onorata intenzione dell`autore di difendere il proprio paese in terra straniera.


"non c`e` posto al mondo che io ami piu` della cucina...". cosi` comincia il romanzo di banana yoshimoto, "kitchen". le cucine, nuovissime e luccicanti o vecchie e vissute, riempiono i sogni della protagonista mikage, rimasta sola al mondo dopo la morte della nonna, e rappresentano il calore di una famiglia sempre desiderata. ma la famiglia si puo` non solo scegliere, ma anche inventare. cosi` il padre del giovane amico yuichi puo` diventare o rivelarsi madre e mikage puo` eleggerli come propria famiglia, in un crescendo tragicomico di ambiguita`. con questo romanzo, e il breve racconto che lo chiude, banana yoshimoto si e` imposta all`attenzione del pubblico italiano mostrando un`immagine insolita del giappone, con un linguaggio fresco e originale, quasi una rielaborazione letteraria dello stile dei fumetti manga.







"fare scene" e` la storia di un bambino innamorato del cinema, che crescendo vede le mirabolanti fantasie che lo tenevano incollato allo schermo infrangersi contro le impellenze della realta`. ed e` anche la storia di un paese che credeva di poter cambiare e che invece nel corso degli anni ha smarrito persino la voglia di pensarsi diverso. nel primo tempo di questo libro c`e` un bambino nella napoli del secondo dopoguerra. c`e` l`odore di polvere delle macerie e c`e` l`entusiasmo per il futuro che verra`. c`e` la voglia di grandezza che rischia di diventare una malattia. ma soprattutto c`e` il cinema: in sala scende il buio e si puo` diventare un cowboy, un indiano, un pilota di aerei, si puo` diventare tutto cio` che si vuole. a un certo punto pero`, come nei film, arriva l`intervallo, si riaccendono le luci, le persone chiacchierano, si rompe l`illusione. e nel secondo tempo il bambino e` diventato un adulto, che i film ha smesso di vederli con occhi incantati ed e` finito a scriverli. pensa agli anticipi da incassare e a sfornare copioni. finche` non gli capita per le mani un progetto in cui crede e che gli riaccende la passione per il cinema. ma si dovra` rendere conto che lo stupore dell`infanzia davanti allo schermo e` definitivamente passato e che lui stesso e` diventato la rotella di un ingranaggio prevedibile, minacciato come tutto dalla parola fine.

chi vive con un cane o un gatto lo sa: gli animali gioiscono, soffrono, hanno emozioni, pensieri e intenzioni. questo ce li fa sentire cosi vicini da considerarli parte della nostra famiglia. in realta, tutti gli animali sono nostri parenti, chi piu e chi meno stretto, darwin lo insegna. perche non estendiamo allora la nostra attenzione anche agli altri animali, garantendo loro di vivere in condizioni dignitose? possiamo scegliere diete piu giuste per gli animali e piu sostenibili per il pianeta?
