
una idea di letteratura come conversazione di tipo enciclopedico e` alla base di questo saggio di giuseppe mazzotta. la prima fondamentale fase di ogni vera forma di sapere - dice con forza mazzotta - e` la lettura. "leggere rappresenta l`esatto contrario dall`affidarsi ad astratti concetti generali circa i testi e i periodi storici presi in esame". la letteratura dunque come elemento centrale per la comprensione dei periodi storici. e il periodo che mazzotta pone al centro del suo saggio e` il rinascimento, quando i maggiori pensatori inventavano i loro mondi attraverso utopia, magia, scienza, arte e teatro. il rinascimento tradizionalmente e` letto come un tempo di individualismi ed e` analizzato in termini di idee e forme astratte. mazzotta evidenzia la necessita` di studiare quel secolo in termini di dialogo tra arte e scienza. il suo e` un approccio enciclopedico che prende in considerazione letteratura, politica, storia e teologia.

se c`e` qualcosa che a noi italiani riesce davvero bene, sicuramente questo qualcosa e` l`imperfezione. essere imperfetti, per noi, e` una vocazione, una missione, un diritto continuamente rivendicato, la debolezza della quale non possiamo fare a meno. lo sa bene beppe severgnini che nel corso del tempo ha brillantemente documentato il nostro destino di esseri imperfetti, da una prospettiva, al contempo ironica e malinconica, tagliente e controintuitiva. questi sono due dei suoi atipici "manuali" aggiungendo un nuovissimo, inedito "manuale dell`uomo sociale", un vero e proprio "bonus book", una raccolta di istantanee di questo inizio secolo nelle quali severgnini descrive un`italia sempre ossessionata dai cellulari, stretta tra stipendi balcanici e prezzi inglesi, tra aperitivi serali e outlet. tre manuali che sono un unico libro sugli italiani che ragionano, mangiano, viaggiano, giocano, stanno in casa e sempre, in ogni caso, si complicano la vita.

perche` gli individui si comportano in modo diverso in situazioni analoghe? alcuni studiosi cercano di rispondere a questa domanda risalendo alla diversita` dei caratteri, dei temperamenti o delle personalita`; altri tentano di ricondurre le differenze individuali ai processi cognitivi di base, cioe` alle diverse modalita` di percezione, elaborazione delle informazioni, decisione in determinati contesti. ma le due dimensioni sono complementari. la comprensione della personalita` individuale, infatti, non puo` prescindere dai contributi della psicologia cognitiva e della psicologia sociale.







lo scenario e` uno dei piu` "contrastati" e smaglianti dell`alta asia, la storia quella di temujin, meglio noto come gengis khan. una storia che rene` grousset ricostruisce risalendo alle sue remote scaturigini mitiche - l`accoppiamento tra il lupo grigio-blu e la cerbiatta selvatica, capostipiti di quella che diventera` la "razza di ferro" dei mongoli - e racconta con ritmo serrato, senza per questo tralasciare alcun dettaglio rivelatore. assistiamo cosi` alle vicende dell`avo di temujin, qutula, sorta di eracle mongolo la cui voce rimbomba "come il tuono nelle gole delle montagne", e del padre, yesugei il coraggioso, gia` in lotta con quella corte cinese che tratta i nemici con crudelta` esemplare, impalandoli o bollendoli in giganteschi pentoloni. poi alla nascita e alla crescita di un bambino "dagli occhi di fuoco", "il viso acceso da un bagliore misterioso", che non esita a sbarazzarsi del giovane fratellastro prima di unirsi alla bellissima moglie borte, "consigliera avveduta e autorevole". poi ancora alla lunga teoria di scontri vittoriosi contro i merkit e i principi mongoli avversari, fino alla conquista dell`egemonia indiscussa attraverso la "battaglia della tempesta" (contro l`intrigante fratello di sangue djamuqa) e quella "dei settanta mantelli di feltro" (contro le ultime resistenze tatare). e infine all`espansione di un regno quasi senza limiti, esteso fino al palazzo imperiale di pechino e alla via della seta.










grande classico della filosofia della scienza e della filosofia tout court, "congetture e confutazioni" testimonia della vastita` degli interessi di popper e dell`insostituibile ruolo da lui svolto nella cultura del novecento. accanto alle pagine dedicate a temi filosofici tradizionali, connessi con la teoria della conoscenza e la dialettica, e a questioni specifiche di filosofia della scienza, vi sono riflessioni in cui l`analisi storica costituisce l`occasione per riesaminare alcuni nodi della filosofia delle scienze sociali e della filosofia politica. e qui che giunge a compiuta elaborazione il celeberrimo concetto popperiano di "falsificazione di una teoria" come criterio di demarcazione tra scienza e non scienza. un`opera che consente di capire come, pur fra discussioni talora vivaci, popper costituisca un punto di riferimento essenziale per ogni visione non dogmatica della conoscenza umana.





al cuore della crisi economica e finanziaria degli ultimi anni c`e` un problema evidente: nel moderno capitalismo l`estrazione del valore, ovvero la raccolta dei profitti - dai dividendi degli azionisti ai bonus dei banchieri - e` ricompensata assai meglio della creazione effettiva di valore. oggi scambiamo chi raccoglie i profitti con chi effettivamente crea valore, chi guadagna con chi produce. quel concetto di valore cosi` centrale nella storia del pensiero economico - basti pensare alle riflessioni di ricardo, marx, schumpeter e keynes - oggi e` misconosciuto o distorto tanto nella teoria quanto nella prassi. se vogliamo riformare il capitalismo dobbiamo porci una serie di domande radicali: da dove viene la ricchezza? chi crea il valore? chi lo estrae? chi lo sottrae? solo rispondendo a queste domande possiamo sostituire l`attuale sistema capitalistico di tipo parassitario con un capitalismo piu` sostenibile, piu` interdipendente: un sistema che funzioni per tutti.

lungo tutto il secolo breve, una donna bellissima e fortissima pensa, scrive, agisce, lotta. viaggia prima per studio, poi attraversando fronti e frontiere dell`europa occupata dai nazifascismi: parigi, lisbona, londra, marsiglia, roma, il sud dell`italia dove sono arrivati gli alleati. documenti falsi, missioni segrete, diplomazia clandestina. joyce, insieme al marito emilio lussu e ai compagni di giustizia e liberta`, sostenuta nelle sue scelte dalla sua famiglia di origine, e` in prima linea nella resistenza. poetessa, traduttrice, scrittrice, ha sempre coniugato pensiero (prefigurante, modernissimo) e azione. azione che prosegue nel dopoguerra con la ricerca di poeti da tradurre per far conoscere le lotte di liberazione degli altri paesi, in particolare dell`africa e del curdistan. nazim hikmet, agostinho neto, i guerriglieri di amilcar cabral che compongono canti di lotta durante le marce, sono alcuni degli autori che joyce `scopre` e propone attraverso traduzioni rivoluzionarie. rievocando le scelte, gli incontri, le occasioni, ripercorriamo l`esistenza di questa donna straordinaria (laica, cosmopolita, `anglo-marchigiana`) e il suo essere, da sempre, riferimento per molte donne e molti giovani.

il susseguirsi delle stagioni, l?importanza dell?acqua e dei suoi movimenti; la paura e l?incanto che scaturiscono dal contatto senza mediazioni con la natura; l?indicibile bellezza dei luoghi e dei suoi abitanti; i lenti viaggi lungo i fiumi a bordo di un battello, la magia degli spiriti della selva, la conoscenza delle piante medicinali, la vita quotidiana nel villaggio. ma anche la violenza, le miniere illegali, il disboscamento, le speculazioni, il bracconaggio, la lotta dei nativi per preservare le terre in cui vivono. emanuela evangelista racconta l?amazzonia da un punto di vista unico: quello di un?italiana, diventata parte integrante della comunita? dei popoli della foresta.