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due personaggi storici che hanno consacrato la loro vita alla lotta contro i tiranni: dione contro dioniso ii di siracusa e bruto contro cesare.

i "souvenirs d`e`gotisme" furono scritti in sole due settimane, dal 20 giugno a 4 luglio 1832. il contesto nel quale l`opera nasce e` noto: l`esperienza infelice del funzionario nello stato pontificio, la noia di civitavecchia e di roma. dall`inizio stendhal aveva concpito il progetto di raccontare la propria vita. in due lettere a domenico fiore aveva scritto che dopo essere stata il biografo di tanti uomini, voleva scrivere di se`. conosceva bene i fatti della sua vita, ma dichiarava di non conoscerne il protagonista. all`amico confidava di avere un bisogno assoluto di sincerita`, di divertirsi a "descrivere tutte le debolezze dell`animale" senza risparmiare nulla.

nella "valle dei ladri" ci sono finti parenti e finte fidanzate che accolgono chi arriva in stazione per rubargli la valigia, finti sindaci che assegnano finte onoreficenze per spillare denaro, finti idraulici che si impiantano a casa di chi li chiama e non vanno piu` via. qualcuno riesce a fuggire da questa specie di strano "purgatorio" e arriva nelle vere citta` in cui tutti viviamo. ma la realta` non e` migliore dei luoghi fantastici: e` solo meno buffa.

daniele, avvocato con passioni letterarie, si sente bersagliare improvvisamente da una raffica di telefonate minacciose, che gli rinfacciano un passato di colpe non specificate, finche` un giorno viene trovato impiccato in casa propria. il caso viene archiviato come suicidio, ma lo sciacallo continua a telefonare, coinvolgendo il figlio davide: suo padre, dice, non si e` ucciso, e` stato assassinato e lui e` l`omicida. davide non gli crede. ma lo sciacallo insiste, fino a convincere davide ad un incontro drammatico. sospeso tra realta` e incubo, davide ha una sola via per tornare alla normalita`: portare alle estreme conseguenze l`identificazione con il padre e lo stesso sciacallo: tre facce di una sola personalita`.

tra la fine dell`ottocento e l`inizio del novecento il progresso scientifico e tecnologico modifico` radicalmente la vita quotidiana dei popoli occidentali. l`arte, naturalmente, non poteva non essere coinvolta in simile cambiamento. il critico berlinese walter benjamin fu tra i primi e piu` acuti indagatori di tale fenomeno. nei suoi saggi il filosofo intravede e teorizza la nuova funzione e la nuova natura dell`opera d`arte, che da capolavoro dal valore puramente estetico avvolto da un`aura quasi magica, grazie ai nuovi media tecnologici, capaci di diffonderla indefinitamente su scala planetaria, assume un ruolo politico e sociale, come gia` stava emergendo nella fotografia, nei film di ejzenstejn e chaplin e come si preparava a fare la radio. nell`introduzione giulio schiavoni, autore della limpida traduzione, guida il lettore nel percorso critico e ideologico dell`autore.

theophile gautier (1811-1872) e` stato il primo a sfruttare il termine avatar per un romanzo breve, pubblicato nel 1857. ben prima di james cameron. gautier sigillo` un romanzo breve intitolato proprio come il celebre film che ha spopolato due anni fa sugli schermi di tutto il mondo.

la tragedia del nazismo nella sfida mortale di due uomini davanti alla scacchiera. nel duello tra il rozzo czentovic e l`enigmatico e colto dottor b. si condensa la tensione di un conflitto in bilico tra odio e follia, simbolo di un dramma molto piu` vasto: sulla scacchiera si staglia infatti la disperazione di zweig per l`oppressione nazista che proprio in quegli anni stava lacerando l`europa in un`assurda, devastante guerra. considerata il testamento spirituale dell`autore - morto suicida pochi mesi dopo aver concluso il racconto - "la novella degli scacchi" e` costruita su un perfetto meccanismo narrativo, che mossa dopo mossa trasforma il duello dei protagonisti in una lotta per la sopravvivenza tra mondi contrastanti, inconciliabili al pari dei pezzi bianchi e neri che si affrontano sulla scacchiera.

un acrobata dell`esistenza insegue la verita` scientifica per poi tradirla in cambio di due parole: leggerezza e silenzio. l`esordio di giuseppe longo, docente di teoria della informazione all`universita` di trieste, ha le mosse di un giallo. il protagonista insegue l`enigma, una macchina per la descrittazione universale, cioe` in grado di decodificare qualsiasi messaggio a prescindere dal codice usato. studiato da un professore estone negli anni trenta, l`enigma fu poi, forse, realizzato dal iii reich come arma di controspionaggio. la ricerca diventa un giallo, una ridda di ipotesi cosmologiche, un persorso geografico e letterario nella mitteleuropa, nel quale si mescola il vissuto e l`angoscia esistenziale del protagonista.

La Biennale di Venezia, 1983, IT. Catalogo della mostra del cinema di Venezia del 27 settembre/ 8 ottobre 1982

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