

questa , che attraversa gli scritti di henri michaux da "chi fui" (1927) al "giardino esaltato" (1983), e` stata composta dall`autore su richiesta dell`editore italiano. per chi ancora non conosce michaux, sara` questa la perfetta guida alla sua opera; per chi lo conosce, sara` un libro nuovo, ricco di sottili rivelazioni, quello in cui michaux ha voluto illuminare se` a se stesso, e a tutti noi. tutta l`opera di michaux risponde a una domanda che non riusciamo a formulare, eppure sentiamo essenziale. col tempo, i suoi scritti si dimostrano sempre piu` nettamente insituabili, come gia` lo erano quando cominciarono ad apparire, nella parigi degli anni venti. possono presentarsi come racconti, poesie, riflessioni, esorcismi, dialoghi, aforismi, visioni: ma ogni volta li sentiamo evadere dal quadro di una forma preesistente. ed e` questa una peculiarita` costante di questo scrittore, che ha con la `letteratura` rapporti di acuminata diffidenza. i suoi paesaggi sono sempre altrove, in un tibet dell`anima. ogni libro di michaux e` il resoconto di un`esplorazione, che ama calarsi nelle , ma si azzarda anche a perdersi nella sterminata vastita`. nelle sue pagine troviamo tracciati, con la precisione cerimoniale di un calligrafo cinese, innumerevoli , soprattutto quelli che non hanno piu` un nome o non l`hanno mai avuto. ciascuno di questi movimenti e` una breccia fra il visibile e l`invisibile. i testi sono le macerie di quelle . ogni racconto e` l`accenno di una metamorfosi. dice una voce di michaux, e prosegue:



america o ? una nazione creatrice di miti e valori o un paese in declino e diviso al suo interno? come si misura la tra san francisco e miami? perche` e` impossibile avere una conversazione in inglese con un tassista di new york? come si spiegano la tragica sequenza delle sparatorie e nel contempo il record delle start-up, la scarsa disoccupazione giovanile e la migrazione interna dalla california verso la florida? capire l`america e` una sfida, oggi piu` che mai: ci fa velo un secolo di stereotipi costruiti da cinema e letteratura, moda e arte, musica e serie televisive. si aggiunge la rinascita di un antiamericanismo antico e viscerale, che condiziona molti italiani. bisogna avere radici profonde in questa nazione - pagarci le tasse, averci mandato i figli a scuola, usarne la sanita`, aver fatto il giurato in un processo, averci comprato casa e creato una societa` - per superare la barriera dei luoghi comuni. le sorprese sono tante quante le americhe, al plurale, e tutte le loro comunita` etniche. federico rampini, che in america ha vissuto per quasi un quarto di secolo, firma un ritratto illuminante degli stati uniti che enuclea i grandi e i piccoli problemi del paese. di ogni differenza abissale con l`europa indica origini e ragioni, dalla politica all`economia, dalla cultura alla societa`, dalla quotidianita` alla genesi del dna nazionale. l`autore compie uno slalom fra le contraddizioni, un`operazione di pulizia dai preconcetti, e ci regala una guida di viaggio in senso letterale: perche` si puo` comprendere l`america solo vivendola e guardando dietro le apparenze. per intuire magari dove andra` a finire.