



in quello che si puo` considerare il seguito ideale di "la via dello zen", watts scrive della coscienza di essere tutt`uno con la natura nella cultura cinese, e nel pensiero di lao-tzu e chuang-tzu, dove non esiste il conflitto tra spirito e natura tipico dell`occidente. l`uomo plasmato dalle culture occidentali infatti si e` allontanato da se stesso e dal suo ambiente naturale. la filosofia cristiana, la psicologia e la scienza hanno contribuito a ridurre la natura, umana e non, a una realta` da conquistare e riordinare, da sottrarre al potere del demonio o da assoggettare alla tecnologia di un intelletto razionale. la filosofia cinese taoista propone un modo di vivere che recupera il senso originale dell`unita` ininterrotta con la natura.



"la memoria dell`esule". cosi luciana stegagno picchio definiva i cinque volumi dei "cadernos de lanzarote" in un suo saggio sullo scrittore portoghese. nel 1993, infatti, il futuro premio nobel per la letteratura, in seguito alle polemiche suscitate in patria dal suo "vangelo secondo gesu` cristo", si era trasferito alle canarie, nell`isola di lanzarote. e per cinque anni, 1993-1997, scrive una sorta di diario "pubblico" in cui racconta di se`, del suo amore per la moglie pilar, di libri degli altri, di persone che incontra, di viaggi - l`italia, la cina, la spagna, naturalmente il portogallo -, dei suoi adorati cani, di scrittura e di scrittori, di politica, filosofia, religione, di illuminazioni, di sensazioni... un diario sincero che e` anche un viaggio tra i suoi libri - scritti e da scrivere - e delle casualita` che li hanno ispirati. come pure un viaggio dentro se stesso, perche` "tutto e` autobiografia", perche` la vita che raccontiamo sta "in tutto cio` che facciamo", e non solo nelle parole, ma anche nei gesti.

il dramma del protagonista, il pittore claude lantier, e` quello - scrive lanfranco binni nell`introduzione - "del rapporto con il proprio lavoro, con la durezza della materia; e` lo stesso dramma del lavoro-passione e del lavoro-fatica che zola medesimo prova quotidianamente. "l`opera" infatti non e` un romanzo autobiografico soltanto per l`ambiente che accuratamente descrive, l`ambiente piu` direttamente conosciuto da zola; e` un romanzo autobiografico soprattutto perche` testimonia l`atteggiamento dello stesso zola nei confronti del proprio lavoro letterario, ed e` proprio per questa ragione un romanzo di centrale importanza per conoscere la sua concezione del mondo e la sua poetica".




texas, 1949. lacerato ogni legame che lo stringeva alla terra e alla famiglia, john grady cole sella il cavallo e insieme all`amico rawlins si mette sull`antica pista che conduce alla frontiera e piu` in la` al messico, inseguendo un passato nobile e, forse, mai esistito. attraverso la vastita` di un territorio maestoso e senza tempo, i due cowboy, cui si aggiunge il tragico e selvaggio blevins, intraprendono un viaggio mitico che li portera` fin nel cuore aspro e desolato dei monti messicani. qui la vita sembra palpitare allo stesso ritmo dei cavalli bradi e gli occhi di alejandra possono "in un batter di cuore sconvolgere il mondo". con una narrazione che all`asciuttezza stilistica di hemingway unisce la ritmicita` incantatoria di faulkner, mccarthy strappa al cinema il sogno western e lo restituisce, con sorprendente potere evocativo, alla letteratura.

"oggi, a quasi cinquant`anni dalla pubblicazione, questo celebre resoconto di un semplice sottoufficiale alpino che si trova a combattere nel settore centrale del fronte russo, proprio quando l`esercito dell`unione sovietica sferra il suo potente attacco demolitore, acquista rilievo speciale. man mano che i fatti narrati si allontanano nel tempo, il diario del sergente diventa piu` intenso e assume i caratteri dell`esperienza perenne. la testimonianza scritta, rispetto agli eventi storico-geografici da cui e` scaturita, intrattiene lo stesso rapporto che potremmo supporre fra la moneta e il suo conio." (dalla postfazione di eraldo affinati)





