
il malvagio tiranno mesogo ha inviato sulla terra i suoi bio zord. intenzionato a fermarlo, il dottor tommy oliver torna a vestire l`uniforme del black ranger e sceglie tra i suoi studenti tre giovani per formare una nuova squadra di power rangers. riusciranno kira, aspirante cantante, il patito di computer ethan e conner, la promessa del calcio, a sventare i piani di mesogog?

30 itinerari da scegliere tra val ferret, conca di courmayeur e val veny.


adelina ha un destino segnato: quello di diventare ianara, come sua madre, come sua nonna. al pari di loro, sara` in grado di attraversare ogni porta, anche quella che separa la vita dalla morte. e sara` dannata. vivra` sui monti dell`irpinia - una terra apparentemente remota dal resto dell`italia - come una bestia selvatica; gli uomini e le donne verranno a supplicarla di aiutarli quando avranno bisogno di curarsi, di vendicarsi, o di liberarsi di un figlio non voluto - e la schiveranno come la peste se osera` avvicinarsi alle loro case. per sfuggire al suo destino adelina attraversera` "paesi, boschi e campagne", finche` non giungera` in vista di un grande e magnifico palazzo: vi entrera` come l`ultima delle sguattere e - sorta di funebre, allucinata jane eyre, schiava amorevole e possessiva fino al delitto - servira` e accudira` con assoluta, cieca fedelta` il signore di quel luogo. gli rimarra` accanto anche quando il palazzo sara` ridotto a una splendida rovina, quando piu` nessuno ci mettera` piede per paura della maledizione che aleggia su di esso dopo gli eventi funesti (omicidi, apparizioni misteriose, un suicidio) che vi si sono succeduti - e lei, adelina, sara` rimasta la sola ad aggirarsi silenziosa nelle immense sale vuote. con una lingua asciutta, potente, evocativa, licia giaquinto ci trascina in una trama fitta di storie e di magia, dove animali, uomini, cose si fondono e si trasformano di continuo.

lui e` grande e grosso, una sorta di orson welles impacciato e maldestro. lei e` minuta, graziosa, civettuola. lui e` chiuso, solitario, brusco, diffidente. lei e` espansiva, gentile, capricciosa, arrendevole. lui non ride mai. lei ride sempre. eppure, l`unione tra il capitano di lungo corso jacques stor e sua moglie lizzy non e` fondato sull`attrazione tra due opposti temperamenti: nasce invece dall`incontro di due anime irrequiete e disilluse, "che procedono in parallelo verso il nulla" in un crescendo di rancori e malintesi, scenate furibonde e riconciliazioni provvisorie, rimanendo sempre profondamente estranee l`una all`altra. cio` nonostante la loro e` la storia di un amore che vive al di la` della morte.

"di sicuro questa non e` figlia di contadini" esclama il contadino jacopo allorche` gli viene affidata la trovatella matilde sofiri: e subito la delicatezza dell`aspetto e la sorte infelice di lei gli ispirano un sentimento che non ha mai provato nemmeno per i figli veri. ma la bambina non restera` con lui a lungo: per sottrargliela viene ideato un tortuoso inganno, che dura un`estate e ha al suo centro l`interminabile esecuzione di un ritratto: e l`epilogo, lieto e doloroso insieme, sara` segnato dall`apparizione di una carrozza nera e oro da cui sporge, simile ad un artiglio, una mano guantata di donna.

a meta` degli anni trenta, uno scandalo travolse l`immenso impero commerciale dei due fratelli ferchaux, arrivati in africa alla fine dell`ottocento come passeggeri clandestini. simenon prende spunto da questa vicenda di cronaca per realizzare il suo romanzo. con quali mezzi era stata accumulata la fortuna dei ferchaux? quali complicita` avevano avuto i fratelli nelle autorita` coloniali? che fine aveva fatto il primogenito, il vecchio dieudonne`? e` qui che ha inizio il libro ed e` qui che simenon fa entrare in scena un personaggio decisivo: il giovane michel maudet.

"tululu`", ossia sciocchina: cosi` viene chiamata matilde dalla piccola assunta, nata dalla sua breve unione con bruno, un manovratore di treni arido e sbrigativo che l`ha abbandonata per fuggire con un`altra. siamo alla periferia di trieste, in un pertugio di novecento grigio e imprecisato, dove tutti i personaggi sono destinati a una differente solitudine: bruno che, scaricato dall`amante, vorrebbe rientrare nel nucleo familiare ma viene respinto dalla figlia; assunta stessa la quale, legatasi a un antiquario anch`egli ambizioso e anaffettivo, scivola in un opaco me`nage borghese; e matilde, il cui destino e` concentrato nell`ultima disperata discesa in citta`, quando indossa i "vestiti buoni" di vent`anni prima per andare dalla figlia.

il romanzo narra le vicende del giovane mccourt giunto in america con l`intenzione di riscattare l`infelice infanzia irlandese, raccontata nelle "ceneri di angela". la scena e` quella di new york nel secondo dopoguerra. una new york proletaria, dove fra case di mattoni rossi, pub di emigrati irlandesi e banchine ingombre di merci, con la quinta di manhattan lontana ed irraggiungibile, frankie si trova a percorrere, passo dopo passo, un faticossisimo apprendistato. inserviente in un grande e lussuoso albergo, militare durante la guerra di corea, scaricatore di porto, e infine insegnante, in aule e fra scolaresche che ricordano piuttosto da vicino le rumorose classi di limerick.

l`arizona e` gia` il decimo stato e tucson e` solo l`ultima delle innumerevoli citta` piccole e grandi che il commissario maigret attraversa, in compagnia dell`ufficiale dell`fbi incaricato di fargli da balia, nel corso del suo viaggio di studi americano. questo viaggio gli consentira` di apprendere parecchie cose: dal funzionamento dei grammofoni meccanici a quello della giustizia americana; da come si viaggia sulle strade del deserto a come si conduce un interrogatorio. apprendera` anche che se gli americani sono gentili con tutti e sorridono a tutti, poi la sera affogano in una bottiglia di wisky, e che a volte in una societa` civile e organizzata come quella americana, un delitto serve a ripristinare l`ordine costituito...

szczypiorski e` un maestro della narrazione polifonica. qui sembra che la sua arte abbia raggiunto il culmine. parlano molte voci: un ebreo addetto ai crematori di auschwitz, un agente della gpu, un ufficiale nazista, un perseguitato del regime comunista, una donna "bella come la polonia", oltre a una folla quasi anonima di "figli delle tenebre". voci che rievocano quello che hanno visto, compiuto e subi`to nei decenni cruciali fra l`insorgere della pestilenza nazista e il crollo dei regimi staliniani. dall`intreccio delle loro deposizioni, che si smentiscono e si confermano a vicenda, pare di scorgere un paesaggio di macerie, e insieme il profilo del tempo, non ancora concluso, in cui vi era solo la "storia insaziabile e sinistra".

alla vigilia dell`esecuzione jean lenoir, un famoso capobanda di belleville ha voglia di confidarsi indicando a maigret una "balera da due soldi" dove avrebbe trovato un uomo colpevole di un vecchio assassinio. dopo un mese dall`esecuzione maigret incontra per caso un uomo che parla della "balera da due soldi". al commissario non resta che seguirlo. sulla senna, vicino a morsang, trova questa balera e una festosa compagnia di benestanti parigini che ogni fine settimana si ritrova sul fiume per fare baldoria. ma trovera` anche un nuovo delitto e un`atmosfera angosciosa e assurda, in cui si cammina senza meta, "senza sforzo, senza gioia, senza tristezza, brancolando in una coltre di nebbia".

un uomo di una cinquantina d`anni viene fermato sui grands boulevards mentre si aggira in preda al panico fra autobus e macchine. non ha documenti e dai suoi abiti sono state strappate le etichette. non riesce a parlare. qualche mese prima una pallottola gli ha spaccato il cranio, trasformandolo in una figura senza identita` e senza memoria. in compagnia di questa muta silhouette, il commissario maigret si immergera` nelle nebbie silenziose di ouistreham, per sciogliere un enigma che ha la stessa cangiante apparenza del brumoso paesaggio normanno: "alcuni istanti prima tutto sembrava morto, deserto. e adesso maigret, che cammina lungo la chiusa, si accorge che la nebbia pullula di forme umane... piu` avanza e piu` quell`universo di nebbia si popola."


quello delle modificazioni del paesaggio (un concetto che, oltre alle consuete categorie di citta` e campagna, comprende anche zone `marginali`, come le selve e le paludi), e` forse uno degli aspetti meno noti della storia romana. dal periodo delle origini al tardoantico, una geografia quanto mai varia e mutevole influisce sulla formazione degli insediamenti e delle economie dell`italia e delle province. per converso, con l`apparire dei primi nuclei urbani e soprattutto con l`espansione di roma, le caratteristiche originarie del territorio si modellano secondo un processo rigorosamente segnato dal corso degli eventi. la nuova strutturazione del paesaggio, sorta dalle rovine della guerra annibalica, dara` luogo a una visione della terra destinata a condizionare i momenti successivi della storia d`italia, praticamente fino ai giorni nostri, e lasciando un`eredita` del paesaggio romano anche nelle aree provinciali.




una sera del febbraio 1921 alcune persone si incontrano a cena ospiti di fratello e sorella, che oscuramente si amano. si tratta di una cena come tante eppure strana, insolita: molte chiacchiere, qualche discorso serio, buoni cibi, tante pause dentro cui ogni commensale si perde a modo suo, scavando le proprie voragini interiori. alla fine della cena il padrone di casa saluta i suoi amici: dice di voler andare a caccia di anatre, ma vuole compiere un gesto estremo. prima di compierlo sfogliera` i quaderni che si e` portato dietro, dove ci sono le storie di ognuno dei commensali. storie d`amore e di violenza, microtragedie ironiche e patetiche che ruotano intorno al desiderio e al dolore.

una donna cerca la sua identita` e la sua indipendenza nella londra degli anni `60, tra le canzoni dei beatles, il teatro d`avanguardia e le battaglie pacifiste.

"l`uomo e` un dio quando sogna, un mendicante quando pensa", si legge nell`epigrafe di questo nuovo romanzo del grande scrittore peruviano. la citazione di holderlin ben si adatta al mondo dei tre personaggi della storia: don rigoberto, sua moglie donna lucrezia e il figlio di lui, fonchito (gia` protagonisti di un`altra scandalosa avventura nel racconto lungo "elogio della matrigna"). qui l`intreccio sentimentale riprende, perche` ognuno dei personaggi ha bisogno di reiventare se stesso e la propria storia. ma qual e` la storia "vera"?

jane takagi-little e` una giovane americana di madre giapponese nata a quam, (minnesota). per vivere produce documentari televisivi per il mercato giapponese, come il suo "anno di carne", che e` dedicato a uno show di promozione delle carni americane dal titolo "my american wife". si tratta di raccontare una volta alla settimana la vita di una famiglia rappresentativa, sana e felice, mettendo sempre al centro del documentario la padrona di casa e la sua abilita` nel cucinare un piatto tipico a base di carne. jane prende molto sul serio il suo lavoro, ma a poco a poco finisce per stancarsi del prototipo della famiglia americana felice, cominciando a considerarlo una falsa rappresentazione della realta` sociale in cui vive.

nel 1997, cicade de deus, un quartiere popolare di rio de janeiro costruito dopo la grande alluvione che colpi` la citta` nel 1996, diviene lo scenario del romanzo omonimo di paulo lins. i suoi protagonisti sono i malandros, bande di ragazzini di vita, adolescenti e adulti che percorrono la spietata carriera criminale di borseggiatori, ladri, rapinatori, spacciatori e trafficanti di droga.






la fiorita eloquenza delle arringhe, la studiata teatralita` delle testimonianze, l`appassionata partecipazione del pubblico in un resoconto storico. "la rappresentazione cominciava ben prima dell`inizio del dibattimento. per tutto il periodo che lo precedeva, l`imputato, i suoi familiari e i suoi sostenitori si facevano vedere in giro abbigliati a lutto: vesti dimesse, facce scure e torve, occhi pesti per il pianto, barbe trascurate. particolarmente benvenuto era il cordoglio dei fanciulli in tenera eta`." (emanuele narducci)

la qualita` terapeutica del medico dipende solo dall`efficacia degli strumenti a sua disposizione o anche da una visione complessiva dell`uomo paziente? il medico puo` essere solo un tecnico del corpo o e` necessaria anche una filosofia della medicina?


da vecchio, quando sara` diventato un pittore famoso, a chi gli chiedera`: "maestro, qual e` l`immagine che ha di se stesso?" louis cuchas rispondera` senza esitare, allegro e pudico come sempre: "quella di un ragazzino". infatti, anche quando attorno a lui si sara` ormai creata una vera e propria leggenda, rimarra` il bambino dall`occhio limpido e svagato che sembrava non guardare niente e invece "guardava molta gente e molte cose, ma non quelle che ci si aspettava lo interessassero", il bambino che non reagiva alle aggressioni degli altri, e a cui avevano affibbiato il soprannome di "angioletto". era stato cosi` sin da piccolissimo, negli anni - alla fine dell`ottocento - in cui dormiva su un pagliericcio uguale a quello che spettava a ciascuno dei cinque fratelli (ciascuno, peraltro, di un padre diverso), in una sordida stanza di rue mouffetard. tutto lo incuriosiva e lo affascinava, e tutto lui assorbiva e immagazzinava - i tram, la verruca sulla guancia di una donna grassa, un quarto di bue appeso a un gancio, le espressioni delle facce per strada, i facchini delle halles -, tutto quello che un giorno, quando avrebbe finalmente scoperto la propria vocazione, sarebbe entrato nei suoi quadri in larghe pennellate di "colori puri": come puri erano lo sguardo e l`anima di colui che se n`era appropriato.

una professoressa universitaria viene travolta da una passione viscerale per uno studente e decide di tornare dopo molti anni in sicilia, la sua terra di origine, alla quale la lega un intenso rapporto di amore-odio. un percorso a ritroso, alla ricerca delle radici piu` profonde dell`io, nel tentativo di sciogliere il nodo che la lega alla figura paterna. un romanzo sperimentale, un viaggio tra sogno e realta`, tra paesaggi suggestivi e personaggi al confine del surrealismo, in cui, tra i lapilli incandescenti dell`eruzione dell`etna, anche la verita` verra` alla luce.






prima che il ragazzone in copertina, jack kramer, lo chiudesse per sempre nella confortevole camicia di forza del professionismo, il tennis era un mondo libero e per molti versi alieno, dove ognuno sembrava dare, del gioco, un`interpretazione quantomeno personale: torben ulrich tentava di cogliere, in stadi e palazzetti, il suono perfetto della palla sulle corde; < teach > tennant, che aveva insegnato a carole lombard e joan crawford, cercava di trasformare le sue giocatrici in < statue di tennis >; e art larsen - oh, art seguiva sempre e solo i consigli del suo coach immaginario, l`aquila reale appollaiata, durante i match, sulla sua spalla. quel mondo rivive in questi racconti, che sono lunghe didascalie di altrettante foto d`agenzia degli anni cinquanta, trovate per caso nella valigia di un collezionista. con varie sorprese, e almeno una scoperta: dietro a volti e nomi ormai esotici - gottfried von cramm, beppe merlo, pancho gonzales - si nasconde infatti qualcosa di cui il tennis arcaico era intessuto, mentre quello survoltato di oggi sembra averne smarrito anche solo il profumo: un meraviglioso intrico di storie.

2 CD. 30 registrazioni rare, per lo più inedite. Molte tratte dagli archivi della BBC, quindi registrazioni dal vivo, incise tra il 1965 ed il 1969, con Donovan che interpreta anche brani di Dylan, Bert Jansch, Woody Guthrie ed altri.

la fiera di francoforte viene spesso raccontata - o meglio, immaginata - come una specie di festa mobile vagamente esoterica, dove, in un tintinnio di calici, e a volte in un fruscio di lenzuola, signore e signori molto lungimiranti decidono cosa il pubblico dovra` comprare e leggere (soprattutto comprare) nei dodici mesi successivi. non e` una rappresentazione completamente fittizia, ma per arrivare a un`immagine piu` convincente di questo strano mestiere, e del suo rito piu` fastoso, ci vogliono quelli che i militari americani chiamerebbero `boots on the ground`. che qui il narratore indubbiamente indossa gia` partendo da milano, o non sopravviverebbe alla telefonata hot con cui il suo compagno di viaggio, un fotografo con la singolare perversione di ritrarre solo scrittori, occupa per intero le sette ore di strada. e che non si toglie nemmeno durante una buchmesse, se possibile, piu` convulsa di tante, dove la caccia a un improbabile bestseller si incrocia con l`inquietante apparizione di un agente che non avrebbe piu` dovuto essere in questo mondo - a meno che non sia tutta la rumorosa baracca a essersi inavvertitamente trasferita nell`altro. non c`e` molto da aggiungere, per un libro che e` solo una commedia. se non un`avvertenza: ogni riferimento a persone esistenti, o a fatti realmente accaduti, non e` per niente, ma proprio per niente, casuale.

questo romanzo e` la storia dell`amore, lancinante e assoluto, di una figlia, marie, nata da uno stupro, per la madre, euge`nie detta ge`nie, che, ripudiata dalla famiglia e respinta dalla comunita` dopo che ha generato una bastarda, si e` murata nel silenzio e nella lontananza. una madre che sa dirle soltanto: , che raramente la abbraccia; una che tutti, in paese, bollano come matta e sfruttano facendola lavorare nei campi e nelle fattorie in cambio di un po` di frutta, di un pezzo di carne. ma l`amore di marie e` impavido, indefettibile - va oltre il tempo. con una scrittura di assoluto nitore, laconica e bruciante, a tratti intensamente lirica, cagnati ci racconta una vicenda in cui, sullo sfondo di una terra aspra e inclemente, si intrecciano brutalita` e tenerezza, strazio e rancore, lutto e incantamento, riuscendo a raggiungere un`essenzialita` trasognata che sembra dissolvere la tragicita` degli eventi.

Il primo album di studio di Donovan, 1965, con classici come Catch The Wind, Car Car, Josie, To Sing For You. Edizione limitata, vinile 180 gramm, Translucent Blue Colored Vinyl, Culture Factiory LP Usa.

il lungo addio e` il canto del cigno di marlowe, nero come il peccato, nero come il genere che, con noncuranza, chandler aveva inaugurato e portato ai massimi splendori. e il suo romanzo piu` complesso, piu` compiuto e sentito, e in uno dei protagonisti - lo scrittore roger wade - e` dato leggere in filigrana un larvato autoritratto. acquistare delicatezza senza perdere forza, si augurava chandler a inizio carriera, e ora il dono e` suo, e` nelle sue mani. e anche un lungo addio al personaggio del detective malinconico e blase`, che per quante bevute si conceda, per quante sparatorie, pestaggi e tradimenti, inganni e disinganni debba subire, non perde mai l`ironico aplomb, ne` la battuta icastica. la sua inconfondibile silhouette in dissolvenza, con il fedora sulle ventitre` e la cicca all`angolo della bocca, e` forse l`ultima reincarnazione del cavaliere dalla malinconica figura. e un lungo addio, ripete in sottofondo la canzone che ci accompagna, struggente e sincopata, fino al termine del libro e della notte di los angeles. un lungo addio da dire solo quando significa qualcosa, solo quando e` triste, solitario... y final.
quando l`esplosione accidentale di una bomba a mano sepolta in giardino lo rende cieco, richard hermantier, magnate dell`industria abituato a dettare legge e a incutere rispetto con una semplice occhiata, si trova costretto a trascorrere un mese di convalescenza nella sua villa in vandea: un mese soltanto, ma cruciale, perche` la fabbrica di lampadine che gestisce con piglio feroce si prepara al lancio di un prototipo destinato a rivoluzionare il mercato. in attesa di tornare al comando, hermantier non potra` che affidarsi alle persone che gli stanno accanto: la moglie christiane, , l`affascinante quanto irresponsabile fratello maxime e hubert, il suo socio in affari, un uomo . ma l`incidente che gli ha cucito per sempre le palpebre ha minato irrimediabilmente anche la sua sicurezza, e a poco a poco, nell`implacabile calura estiva, i contorni della realta` si fanno incerti. puo` davvero dare credito ai suoi sensi, ai ricordi, a quello che gli viene raccontato? ancora una volta la ci regala una storia della stessa materia di cui sono fatti gli incubi, che trascina il lettore in un labirinto senza via di fuga dove nulla e` come appare - dove la verita` rimane acquattata nell`ombra, a portata di mano ma impossibile da raggiungere.

"so il nome e le proprieta` di tutte le erbe che curano il corpo" dice con fierezza la protagonista tredicenne di uno dei racconti qui riuniti, da cui sembra spirare il profumo mielato dei fiori d`acacia e quello amarulento del latte di fico. la natura e` del resto l`unico sapere di chi non ha per orizzonte che indigenza, campi, vigne, stagni, colline, e l`unico riparo dal dolore per le creature difettive che ines cagnati sa raffigurare con un ritegno che lascia intravedere abissi di tristezza. la tristezza che scaturisce da madri dal viso tirato e cupo e da padri cui solo la collera riesce a dar voce. e insieme dall`"altro mondo", popolato di insegnanti armate solo di "parole violente" e regole inflessibili; di figli che non sanno nascondere l`insofferenza delle loro origini e di anziani genitori che la sera se ne stanno li` a "guardare il volo vellutato dei pipistrelli nel crepuscolo violaceo"; di comunita` che respingono chiunque appaia disturbante e alieno - e dunque pazzo. come la donna che tutti chiamavano "la pipistrella" perche` nel capanno isolato in cui viveva solo quei "sacchetti di polvere nera imprigionata nelle ragnatele" parevano accoglierla e rispecchiarla. alberi e animali, popolo di tacita e primordiale saggezza, sono la vera patria di queste vulnerabili creature, cui e` concesso al piu` il sogno di andarsene lontano, "fino al deserto dove passano i cammelli con le carovane del sale".

"il mare stava arretrando. anziche` sommergere la costa, onde alte come falesie si ritraevano impetuose verso il largo. un deserto di basalto si estendeva fino all`orizzonte. coni vulcanici scintillanti di nero affioravano dall`acqua, simili a immensi tumuli. decine di migliaia di pesci che non erano stati risucchiati dalla marea si dibattevano sul fondale asciutto in un luccichio di squame. su quella distesa di roccia nera giacevano sparpagliati scheletri bianchi che sembravano di squali o balene, relitti di navi, barre di ferro lucenti, tavole di legno avvolte in vele a brandelli. il mare era scomparso alla vista. non e` piu` un`isola, pensavo contemplando l`orizzonte ". un vasto cimitero sul mare. migliaia di tronchi d`albero, neri e spogli come lapidi, su cui si posa una neve rada. e intanto la marea che sale, minacciando di inghiottire le tombe e spazzare via le ossa. da anni questo sogno perseguita la protagonista gyeongha che, dopo una serie di dolorose separazioni, si e` rinchiusa in un volontario isolamento. sara` il messaggio inatteso di un`amica a strapparla alla sua vita solitaria e alle immagini di quell`incubo: quando inseon, bloccata in un letto di ospedale, la prega di recarsi sull`isola di jeju per dare da bere al suo pappagallino che rischia di morire, gyeong-ha si affretta a prendere il primo aereo per andare a salvarlo. a jeju, pero`, la accoglie una terribile tempesta di neve e poi un sentiero nell`oscurita` dove si perde, cade e si ferisce. e` l`inizio di una discesa agli inferi, nel baratro di uno dei piu` atroci massacri che la corea abbia conosciuto: trentamila civili uccisi, e molti altri imprigionati e torturati, tra la fine del 1948 e l`inizio del 1949. una ferita mai sanata che continua a tormentare le due amiche, proprio come aveva tormentato la madre di in-seon, vittima diretta di quel crimine. tre donne, unite dal filo invisibile della memoria, che con determinazione si rifiutano di dimenticare, di dire addio e troncare il legame con

LP. Pye Records, 1976, USA. Raccolta del periodo Pye del folksinger inglese: 12 canzoni, copertina apribile. Copia americana sigillata.