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se c`e` un`epoca nella storia della musica che nessuno ha mai esitato a definire aurea, certamente e` quella del "grande triumvirato": i sei-sette decenni - dai primi exploit compositivi del giovane haydn (mentre mozart gia` stupiva l`europa) alla morte di beethoven nel 1827 - che videro nascere "un`arte nuova". benche` divisi da "caratteri diversissimi e concezioni espressive spesso diametralmente opposte", haydn, mozart e beethoven forgiarono uno stile unitario, duttile ma inconfondibile, in grado di sublimare le "possibilita` artistiche dell`epoca", ma anche di consumare come un fuoco "i residui ormai insignificanti delle tradizioni precedenti". uno stile la cui perfezione ha reclamato, appunto, la definizione di classico. che cosa ha reso possibile questa prodigiosa sintesi, e che cosa si cela dietro l`incanto che secoli dopo ancora ci pervade all`ascolto? rosen spezza il circolo vizioso dei modelli analitici astratti, e restituisce "il senso della liberta` e della vitalita`" di questo stile, tra formularita` e arguzia, sperimentalismo e convenzione. cosi`, la sua interpretazione della "forma sonata" ci fa comprendere come nelle mani di haydn, mozart e beethoven la musica divenga finalmente capace di una drammaturgia senza parole: un teatro di suoni in cui il contrasto fra tensione e stabilita`, regolato da stringenti logiche interne, attinge un`inedita potenza emozionale.

che cos`e` la musica? per rispondere a questa capitale domanda, ramon andre`s insegue - dalla preistoria al composito mondo greco-romano, con frequenti incursioni nelle tradizioni asiatiche - le esperienze primordiali che hanno risvegliato il nostro inconscio alla vibrazione universale, le riflessioni filosofiche che hanno eretto l`armonia a principio fondante del cosmo e dell`etica, le meditazioni artistiche e religiose attraverso le quali la musica ha preso forma come elemento insostituibile del vivere umano. e alla maniera degli antichi rapso`di, , raccoglie nel suo tour de force una scintillante collezione di storie, citazioni memorabili e interpretazioni animate da un contagioso senso di stupore. se mousike` e`, come pensavano i greci, non solo una , ma una disciplina che , l`itinerario tra suono e vibrazione, proporzione e spazio, intelligenza e danza cui andre`s ci invita e` allora un viaggio necessario. tanto piu` oggi, quando la musica rischia di risolversi e dissolversi nell`entertainment, nell`emporio dei suoni smaterializzati, nella persecuzione delle nenie di sottofondo orchestrate da algoritmi. la musica, invece, e` infinitamente di piu`: intermediaria celeste, abissale , motore armonico della convivenza, voce che . per rilke l`orecchio e` un : andre`s ha predisposto una doviziosa liturgia musicale, e dalla soglia ci invita all`introibo.

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