
perche` maria sia finita a vivere in casa di bonaria urrai, e` un mistero che a soreni si fa fatica a comprendere. la vecchia e la bambina camminano per le strade del paese seguite da uno strascico di commenti malevoli, eppure e` cosi` semplice: tzia bonaria ha preso maria con se`, la fara` crescere e ne fara` la sua erede, chiedendole in cambio la presenza e la cura per quando sara` lei ad averne bisogno. quarta figlia femmina di madre vedova, maria e` abituata a pensarsi, lei per prima, come "l`ultima". per questo non finiscono di sorprenderla il rispetto e le attenzioni della vecchia sarta del paese, che le ha offerto una casa e un futuro, ma soprattutto la lascia vivere e non sembra desiderare niente al posto suo. "tutt`a un tratto era come se fosse stato sempre cosi`, anima e fili`e anima, un modo meno colpevole di essere madre e figlia". eppure c`e` qualcosa in questa vecchia vestita di nero e nei suoi silenzi lunghi, c`e` un`aura misteriosa che l`accompagna, insieme a quell`ombra di spavento che accende negli occhi di chi la incontra. ci sono uscite notturne che maria intercetta ma non capisce, e una sapienza quasi millenaria riguardo alle cose della vita e della morte. quello che tutti sanno e che maria non immagina, e` che tzia bonaria urrai cuce gli abiti e conforta gli animi, conosce i sortilegi e le fatture, ma quando e` necessario e` pronta a entrare nelle case per portare una morte pietosa. il suo e` il gesto amorevole e finale dell`accabadora, l`ultima madre.

nel gennaio 2006 michela murgia viene assunta nel call center della multinazionale americana kirby, produttrice del "mostro", l`oggetto di culto e devozione di una squadra di centinaia di telefoniste e venditori: un aspirapolvere da tremila euro, "brevettato dalla nasa". mentre, per trenta interminabili giorni, si specializza nelle tecniche del "telemarche`tting" e della persuasione occulta della casalinga ignara, l`autrice apre un blog dove riporta quel che succede nel call center: metodi motivazionali, raggiri psicologici, castighi aziendali, dando vita alla grottesca rappresentazione di un modello lavorativo a meta` tra berlusconismo e scientology. un racconto sul precariato in italia, che fa riflettere, incazzare e, miracolosamente, ridere. fino alle lacrime. questo primo romanzo dell`autrice sarda ha ispirato il film di paolo virzi`, "tutta la vita davanti". con una nuova prefazione dell`autrice.

suggestiva e inusuale, l`ambientazione. siamo in una cittadina della francia settentrionale, affacciata sull`oceano, negli ultimi anni del re sole. un piccolo regno dimenticato, corroso dall`umidita` e dalla salsedine, sempre sul punto di essere inghiottito dalle acque. signore del luogo e` gonzagues, ammalato di malinconia, giusto per disinteresse, tollerante per imperizia. il palazzo e` immerso nell`ombra, la corte vegeta nella noia e nell`invidia. nei corridoi 218 pendole segnano le ore piu` strane. su questo scenario immobile irrompono un giorno due personaggi. il primo, giuseppe, arriva da pavia ed e` un giovane "signore del tempo". il secondo, arturo, arriva dalla polonia, riparando orologi alla ricerca di una salvezza altrimenti impossibile.


"dedico queste pagine a quelli che, come me, considerano l`alpinismo un gioco incontaminato" scrive mummery presentando il racconto di un quindicennio di avventure sulle alpi e nel caucaso. quando usci` a londra, nel 1895, il libro desto` impressioni perche` nessuno aveva mai compiuto scalate tante audaci nel gruppo del monte bianco, sul cervino, sulle cime del vallese, ma soprattutto nessuno aveva mai osato farlo senza l`aiuto di guide. pochi mesi dopo, mummery scomparve in himalaya in un tentativo al nanga parbat troppo prematuro, e tutti pensarono a una fine annunciata. nel primo novecento, invece, divenne chiaro che quelle idee non erano follia, ma l`essenza dell`alpinismo moderno, e il libro di mummery ne divento` il testo fondamentale.