

scritto nel 1935, questo libro nasce nel periodo di massima creativita` artistica di henry miller e rappresenta un trait d`union ideale fra "tropico del cancro" e "tropico del capricorno". a bordo della nave che lo riporta nell`amata parigi dopo un soggiorno temporaneo a new york, l`"esule" miller scrive una lunga lettera all`amico alfred perle`s. ne emerge un singolare documento a meta` strada fra l`autoritratto letterario e l`invettiva sociale, uno sguardo trasversale rivolto allo splendore ingannevole dell`america e alla decadenza ricca di storia dell`europa. "parigi-new york andata e ritorno" e` un concentrato di tutti gli elementi che hanno fatto di henry miller uno degli autori piu` amati del novecento: la vita da bohe`mien, gli amori travolgenti,il sesso sfrenato, l`idillio per l`arte e la scrittura, un forte senso etico, la voglia di vivere ogni secondo con l`intensita` di una vita intera.

a venticinque anni dalla scomparsa, eduardo de filippo (1900-1984) continua a esercitare il fascino umano e artistico che soltanto i grandissimi sanno emanare. in questa biografia ormai classica, giunta alla sua terza edizione, il critico maurizio giammusso ricostruisce con rigore ed esaustivita` la vicenda pubblica e privata di eduardo: l`infanzia trascorsa sotto l`ala del padre naturale, il grande commediografo eduardo scarpetta; i rapporti affettuosi con la sorella titina e quelli burrascosi con il fratello peppino; il difficile passaggio attraverso gli anni del fascismo, della guerra e del dopoguerra, che sono anche quelli in cui vedono la luce le sue opere piu` celebri - natale in casa cupiello, napoli milionaria!, questi fantasmi!, filumena marturano - fino alle incursioni tutt`altro che sporadiche nel cinema e nella televisione, che ne faranno una figura di tale rilievo nella cultura e nella societa` italiana da meritare la nomina a senatore a vita. un indimenticabile ritratto personale che e` anche l`affresco storico di un`epoca.

dopo lars von trier, martin scorsese e i registi della nouvelle vague, la collana minimum fax cinema punta l`attenzione su orson welles: quattordici interviste e un ricordo di gore vidal che guidano il lettore in un "incontro ravvicinato" con il cineasta. "un`ape che sta sempre preparando il miele": cosi` welles, una delle personalita` piu` eclettiche e innovative del cinema del novecento, attore, sceneggiatore e regista dal genio inquieto e anticonformista, si presentava in una celebre intervista del 1967.









perdersi e` un libro che ci regala qualcosa di prezioso: la liberta` di esplorare, il piacere di abbandonare le idee precostituite e abbracciare l`incertezza. d`ambrosio instaura infatti un dialogo intimo con il lettore e, attraverso una prosa armoniosa ed equilibrata e uno stile frizzante, lo coinvolge in una conversazione continua con se stesso. la raccolta - che si colloca nella tradizione del new journalism di joan didion e hunter thompson - si apre con due saggi ambientati a seattle, luogo natale dell`autore, dissertazioni ironiche e decisamente folli sulla citta` prima che diventasse di moda, passando poi a uno scritto su il giovane holden in cui si esplora la perdita di identita`. ma che parli di una citta`, un personaggio o la sua stessa storia familiare, e` l`isolamento il grande soggetto di d`ambrosio che in perdersi, attraverso il linguaggio del saggio narrativo, sfida le convenzioni mettendosi in discussione in un modo che una storia o un racconto breve non avrebbero permesso. un esempio lucido di moderno romanzo.


uscito nel 1955 e composto da dieci racconti di inarrivabile potenza, "un brav`uomo e` difficile da trovare" impose immediatamente flannery o`connor come scrittrice di grande originalita` ed esponente di punta di quello che sarebbe stato ribattezzato il . unica sua raccolta pubblicata in vita, ha esercitato un`influenza incalcolabile su scrittori, musicisti, filosofi, politici per la ricchezza dell`apparato simbolico, la potenza e originalita` del tema religioso, la perfezione con la quale, di personaggio in personaggio, di storia in storia, o`connor riesce a costruire un microcosmo umano nel quale commedia e tragedia, dannazione e salvezza, coesistono e si completano a vicenda. dal racconto che da` il titolo alla raccolta, con l`esplosione finale di violenza e le parole misteriose con le quali il balordo, capo di una banda di rapinatori e assassini, chiude la storia, all`irruzione di uno straniero nella tranquilla esistenza della di un`altra memorabile novella, fino alla sarcastica rielaborazione del tema razziale nel , o`connor costruisce un piccolo mondo antico e moderno insieme, esemplare e sorprendente, dal quale siamo tentati a volte di fuggire, ma forse proprio perche` ci somiglia e ci svela troppe cose su noi stessi. postfazione di joyce carol oates.