

"vincere" e` l`imperativo categorico lanciato, a piu` riprese, nel corso della sua vicenda politica, da mussolini, preteso condottiero, privo di esperienze o capacita` militari specifiche. l`italia fascista, ubriaca di retorica, si imbarco` cosi` in imprese belliche di volta in volta dispendiose, logoranti e inutili, quando non disastrose. ecco la pacificazione della libia, con la deportazione di intere popolazioni, la conquista dell`etiopia, con l`uso indiscriminato di gas asfissianti per rimuovere le efficaci difese nemiche, e la partecipazione alla guerra di spagna, a fianco del generale francisco franco, con lo smacco di guadalajara. ma il peggio doveva ancora venire, con la sciagurata partecipazione alla seconda guerra mondiale, iniziata dopo interminabili tentennamenti del duce, con l`esortazione al popolo italiano a correre alle armi e a dimostrare "la tua tenacia, il tuo coraggio e il tuo valore". questo volume analizza tutte le imprese belliche del fascismo dal 1922, anno di inizio del ventennio, alla conquista dell`albania nel 1939, ultima impresa prima dell`ingresso dell`italia nel secondo conflitto mondiale. il testo tratta le velleita` di mussolini, la cronica impreparazione delle forze armate, le incapacita` e, in alcuni casi, la vigliaccheria degli alti comandi e lo spirito di abnegazione, spesso inutile, delle truppe deliberatamente mandate allo sbaraglio.

sei un pozzo di scienza, non riesci a cavare un ragno dal buco, provo a uscire dal guado, prende fischi per fiaschi, e` andato tutto liscio: quante volte usiamo queste espressioni retoriche colorite o modi di dire che rimandano a immagini e figure? tutti, piu` o meno consapevolmente, le usiamo nel nostro modo di comunicare, parlando e scrivendo: forse piu` ancora parlando che scrivendo. basti pensare alla varieta` dei `modi di ripetere`, classificati nel grande contenitore delle cosiddette figure della ripetizione; e piu` ancora alle metafore, che abbondano nella nostra come nelle altre lingue europee. questo volume analizza il `parlar figurato` e da, sulla base di molti esempi presi dai piu` svariati tipi di discorso, gli identikit di ciascuna figura, per capire come e perche` ciascuno di tali fenomeni linguistici sia stato etichettato nel casellario retorico. la novita` del volume, rispetto ai dizionari classici di retorica, consiste nel procedere dal concreto all`astratto. risponde cioe` al bisogno di chi, trovandosi di fronte a fenomeni del discorso che lo colpiscono per qualche caratteristica saliente, vuole conoscerne l`identita`, il nome e le funzioni.

giudicato da proust stesso , "albertine scomparsa" (1925) chiude il dittico della ragazza di balbec narrando il lutto del narratore per la sua morte e il lento trascolorare della sofferenza nell`oblio, sullo sfondo di una venezia insieme immaginata, rievocata e reale. ispirato a un episodio autobiografico e permeato piu` di tutti di un potente erotismo, il penultimo libro della "recherche" permette all`autore di approfondire il registro tragico dell`opera, indagando in profondita` il dolore del mondo e dando il via a un percorso di autoanalisi che ha pochi eguali nella storia della letteratura.