

gli showroom, vere e proprie scenografie commerciali, hanno cambiato il volto della citta` contemporanea. i significativi cambiamenti nei sistemi di vendita al dettaglio richiedono infatti vetrine pensate in stretta relazione al contenuto rappresentato dalle differenti categorie merceologiche. i nuovi spazi per lo shopping finiscono dunque per alterare i caratteri morfologici urbani diventando sempre di piu` una frequentata palestra di sperimentazione per architetti e design.


nella "nuova justine" la normalita` del male diventa lo scenario filosofico coerente e continuo di una rappresentazione che non insiste piu` - come accadeva nella "filosofia nel boudoir" - sulla rottura trasgressiva, sullo stupore dell`eccesso, sulla gioia fredda della crudelta`, sul rovesciamento didattico di ruoli e imposture sociali, quanto piuttosto sulla durata di una narrazione convinta delle sue ragioni e sempre piu` convincente per chi la legge. con lucidissimo furore mentale, sade compone i suoi scenari di personaggi-idee-parole, mette in scena il "discorso", infrange le mediazioni sociali e culturali tra esistente e potenziale. la posta in gioco e` la vita vera che non c`e`.


"quando, il 14 luglio 1789, la serratura della bastiglia cedette e la sommossa liberatrice riempi` i corridoi della folla, la cella di sade era vuota. alcuni giorni prima, il 4 luglio, il governatore aveva chiesto il trasferimento di questo personaggio, il cui umore andava tanto d`accordo con gli avvenimenti. il disordine di allora ebbe questa conseguenza: i manoscritti del marchese, dispersi, andarono smarriti, scomparve il manoscritto delle centoventi giornate. e questo libro domina, in un certo senso, tutti i libri, poiche` contiene la verita` di quello scatenamento che l`uomo e` nella sua essenza, ma che e` obbligato a frenare e a tacere. [...] piu` tardi, il manoscritto fu ritrovato, ma il marchese ne rimase privo: lo credette definitivamente perduto e questa certezza lo accascio`: era `la piu` grande disgrazia che il cielo avesse potuto riservargli`. mori` senza poter sapere che in realta` quel libro, che egli immaginava perduto, doveva collocarsi piu` tardi fra i `monumenti imperituri del passato." (georges bataille)




