
noah e` il sopravvissuto. quando la giovane insegnante d`inglese ilana davita dinn lo incontra a new york, subito dopo la fine della guerra, e` un ragazzo ebreo di diciotto anni, l`unico della sua famiglia che e` scampato ad auschwitz. leon shertov e` il fuggiasco. siamo alla fine degli anni cinquanta, davita e` ricercatrice, leon e` un ex agente del kgb, torturatore e convinto stalinista, che ha abbandonato l`urss a causa delle persecuzioni contro gli ebrei. benjamin walter e` il maestro della guerra. all`inizio degli anni novanta, mentre si combatte nel golfo e nei balcani, davita, ormai affermata scrittrice, e` la vicina di casa di questo anziano docente di storia militare alle prese con il conflitto piu` aspro, quello con il proprio passato.




l`autore ricostruisce la storia recente di una globalizzazione non di mercati o mezzi di comunicazione ma di spazi interiori, di zone della psiche in cui si modellano ricordi "istituzionali", facta memorabilia che presiedono alla formazione di un`identita` collettiva. il canone moderno e` la funzione di una formidabile omologazione identitaria, che ha tolto dalla terra ogni presidio di incomunicabilita`. ma a cio` che e` comunicabile all`interno del sistema, ovvero ai "saperi" canonizzati, si contrappongono quei presidi di identita` che rimangono distaccati e inassimilati dalla "grande" spazialita` della comunicazione, e che testimoniano di quelle "cose dimenticate" a cui si allude nell`epilogo del libro.







"spesso la pittura ha mosso la mia penna. se in un lontano pomeriggio del 1970 non fossi entrato al prado e non fossi rimasto "prigioniero" davanti a las meninas di velazquez, incapace di uscire dalla sala fino alla chiusura del museo, non avrei mai scritto `ii gioco del rovescio`. lo stesso vale per l`enorme suggestione provata da bambino davanti agli affreschi del convento di san marco, rivisitati spesso da adulto, che un bel giorno ritorno` con prepotenza sbucando nelle pagine de `i volatili del beato angelico`". dalla suggestione di un`immagine, soprattutto dalla pittura, nascono questi racconti di tabucchi. ma a sua volta il racconto sembra catturare in un`altra dimensione le figure che lo provocarono: e` quella contea fantastica dove, come scrisse leopardi, "l`anima immagina quello che non vede". cosi` le figure sembrano risvegliarsi dalla loro immobilita`, acquistano vita, da immagini diventano personaggi e interpreti delle loro storie. suddiviso come un ideale spartito musicale (l`adagio dove prevale la chiave della malinconia, l`andante con brio per un`atmosfera piu` giocosa, le ariette laddove il motivo e` solo accennato e non eseguito) questo libro polifonico e` anche il puro piacere del testo, un fuoco d`artificio narrativo, lo stupefacente cromatismo di un maestro riconosciuto del racconto.


a dieci anni dalla morte di luciano berio vede la luce la raccolta pressoche` completa dei suoi scritti editi e inediti. inquadrati in un ambito cronologico compreso fra il 1952 e il 2003, questi testi accompagnano il lettore nella vastita` degli interessi e dei coinvolgimenti umani e artistici che abitavano le riflessioni di uno dei piu` importanti e poliedrici compositori della contemporaneita`. nelle quattro ampie sezioni del volume si alternano conferenze e relazioni tenute a convegni o presso prestigiose istituzioni internazionali (tra queste, due lezioni a harvard del 1967, finora inedite); saggi e articoli eterogenei per respiro e temi trattati, che abbracciano con pari curiosita` intellettuale e responsabilita` etica la musica propria e altrui, il lavoro nello studio elettronico, il teatro, il rock, la musica popolare e tanto altro ancora; note di sala, voci enciclopediche, ricordi e omaggi a "compagni di strada" (anche lontani nel tempo o dalla propria arte), profili di musicisti, pittori o scrittori da festeggiare o commemorare, reazioni polemiche alimentate da letture o dibattiti e altre testimonianze sollecitate dai temi piu` diversi. l`insieme di questi "scritti sulla musica" offre per la prima volta una panoramica esaustiva e articolata di un pensiero, sempre critico e lucido, in cui un prisma di problematiche legate al fare musica convive, nutrendosene, con stimoli tra i piu` diversificati... introduzione di giorgio pestelli.










