

evgenij petrovic, esule russo, non e` piu` un uomo felice: e` irrimediabilmente segnato dal suo male nero, cosi` come una delle sue gemme che ha riscattato dal monte di pieta` si rivela colpita dal "male nero" che la priva di qualunque valore. al centro di un flusso di personaggi e racconti vitali, il protagonista rifiuta di esserne lambito e persegue con tenacia una condizione di indifferenza e distacco. le tappe del suo esilio diventano fughe da legami che si fanno troppo stretti con cose, luoghi, persone: fughe dalla vita. e soltanto nell`epilogo la sua indifferenza si rivelera` per cio` che e`: la commovente fedelta` a una felicita` perduta.

"queste lettere, che sono ora un cinguettante duetto e ora il lungo, sommerso addio di due vecchi, stanchi coniugi, vorrei fossero lette e recepite come un`unica lettera a due voci sul matrimonio, anzi meglio sulla deontologia matrimoniale." (antonio debenedetti)

karl moor, il protagonista dei "masnadieri" di schiller, era l`eroe preferito del piccolo robert walser: e proprio travestito da karl lo ritrae, quindicenne, suo fratello. probabilmente, dunque, non e` un caso se il romanzo ritrovato fra le carte lasciate dallo scrittore (quei " microgrammi " di assai problematica decifrazione) riprende il titolo del dramma di schiller: "die rauber". piu` che un eroe, pero`, il brigante che qui si racconta e` un antieroe, uno che vivacchia ai margini della buona societa` di berna, corteggiando una cameriera di nome edith, e lasciandosi corteggiare da tutta una serie di signore, che lo vorrebbero o per se` o per le proprie figlie. quando edith decidera` di sposarsi, il brigante le rimproverera` dal pulpito di preferire a lui un uomo mediocre; e lei gli sparera` ferendolo leggermente. una volta ricaduta l`ondata dei pettegolezzi, ecco il nostro brigante che, insieme a uno scrittore di professione, si mette a raccontare la propria versione della vicenda. ed e` qui che comincia il vertiginoso gioco di rispecchiamenti fra colui che narra e colui che e` narrato, fra lo stesso robert walser e il suo brigante.


le opere fondamentali del pensiero filosofico di tutti i tempi. in edizione economica, con testo a fronte e nuovi apparati didattici, le traduzioni che hanno definito il linguaggio filosofico italiano del novecento. testo originale nell`edizione di karl vorlander. traduzione di pantaleo carabellese. revisione della traduzione di rosario assunto. introduzione di hansmichael hohenegger. per questa edizione, revisione della traduzione di hansmichael hohenegger.










la provincia di varese, al tempo ancora divisa in due circondari ricadenti sotto le province di como(varesotto) e di milano (alto milanese), ancora pervasa degli ideali e delle passioni che l`avevano vista in prima linea nell`epopea risorgimentale, visse la grande guerra con dedizione patriottica e imprenditoriale. molti giovani sacrificarono la propria vita nelle trincee, molti di piu` furono mobilitati con ferrea disciplina negli stabilimenti industriali per produrre armi, munizioni, divise e medicamenti, ma soprattutto aerei da combattimento, creando la "provincia aeronautica" per eccellenza. la testimonianza piu` genuina di quel "vivo patriottismo" si manifesto` anche negli anni successivi, quando tutti i comuni, ma spesso anche castellanze e frazioni, furono protagonisti di una straordinaria gara per l`erezione dei monumenti ai caduti spesso realizzati da scultori e artisti di grande spicco. le cronache delle inaugurazioni e delle annuali ricorrenze ci hanno tramandato l`immagine di una partecipazione popolare che univa e non divideva gli italiani.




