

la costruzione del concetto di numero impegna il bambino per diversi anni prima e dopo la sua entrata nella scuola elementare, attraverso un processo in cui appaiono coinvolte e strettamente interrelate competenze cognitive di ordine logico, numerico e simbolico. nonostante la notevole quantita` di studi internazionali prodotti in questi ultimi anni e l`indiscutibile interesse che l`argomento riveste sul piano psicologico e psicopedagogico, il panorama scientifico ed editoriale italiano non sembra pero` ancora aver dedicato ad esso lo spazio e l`attenzione dovuti. questo volume viene a coprire dunque un vuoto nella letteratura psicologica del nostro paese, mostrando quanta strada si sia fatta nella ricerca e nella teorizzazione sulla costruzione del numero dopo piaget. la prima parte del libro e` dedicata a modelli teorici dello sviluppo del numero nel bambino, dal modello piagetiano ai piu` recenti modelli che evidenziano la crucialita` di competenze trascurate nei lavori dello psicologo ginevrino, quali ad esempio i processi di conta. nella seconda parte si delineano, invece, le principali problematiche dell`insegnamento-apprendimento del numero, gli attuali approcci all`insegnamento della matematica in generale e del numero in particolare. il volume si rivolge non solo a studenti e ricercatori di psicologia dello sviluppo e dell`educazione, ma anche ad insegnanti, psicologi e operatori psicopedagogici.





. il gioco della sabbia si insegna e si impara, si fa o non si fa, se lo si fa e` necessario farlo in due. lo si studia, lo si mette in scena, lo si comprende o lo si rifiuta. e una tecnica junghiana che jung non pratico` e che oggi viene adottata da analisti che lavorano sia con gli adulti sia con i bambini. si svolge cosi`: nello studio, l`analista chiede all`analizzante di avvicinarsi alla sabbiera, che e` una cassetta di forma rettangolare . la sabbiera di solito, ma non sempre, e` di metallo. l`analizzante viene invitato a usare la sabbia, bagnandola oppure no. deve modellare, costruire, . deve utilizzare le miniature esposte negli scaffali dello studio e comporre una scena. alla fine verra` chiesto un titolo da dare a quella che forse si potra` definire un`opera e la "sabbia" verra` fotografata e verra` cosi` inevitabilmente conservata nella memoria di entrambi i presenti, . insomma - commenta subito clementina pavoni -, ma i , ognuno lo sa, sono varchi, sono porte, da dove si esce per lasciar parlare il gioco, il fantasticare; per ascoltare, questa volta in due, di comunicare. nasce cosi` il caso clinico dell`uomo che clementina pavoni ha voluto chiamare signor alonso, il quale detesta - con consapevolezza, sapere e violenza - prima di tutto se stesso e il proprio corpo e poi il mondo che lo circonda, come in un assedio senza fine. e bravo il signor alonso, e spietato, a giocare con la sabbia e a scovare personaggi inquietanti come kitsune, che in giapponese vuol dire ed e` segno che protegge e a un tempo minaccia, che ama e so