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"le "memorie di luigi xiv per l`istruzione del delfino" non sono autografe, ma sono state redatte tra il 1666 e il 1671 da due segretari, pe`rigny e pellisson, in composizioni successive, costantemente riviste dal re. si puo` dire che luigi xiv abbia concepito il progetto di scrivere le sue memorie fin dall`inizio del suo governo, dopo la morte del cardinal mazzarino. [...] ogni contributo alla conoscenza del pensiero e della personalita` di un grande sovrano, come quello che regno` nell`epoca che voltaire chiamava "il secolo piu` illuminato della storia", e` prezioso; e questo corpo d`istruzioni politiche, non destinato al pubblico, ma all`educazione di un fanciullo che all`inizio dell`opera aveva cinque anni [...], si configura al primo sguardo, al di la` dell`intenzione esterna, come un rendiconto delle proprie azioni a se stesso e una chiarificazione delle proprie idee. e l`autore stesso ad affermare che l`esposizione ordinata dei propri pensieri lo aiuta a perfezionarli. si puo` dire che il giovane sovrano, soffermandosi nel corso di cinque anni, dal 1666 al 1671, su princi`pi politici che non erano astratti, ma che egli aveva immediatamente sperimentato nei casi concreti, abbia piuttosto completato la propria educazione. in questa luce, la cronaca delle sue prime esperienze di governo personale, cosi` piene di successi, assume un particolare interesse." (dallo scritto di gigliola pasquinelli)

in una successione di quadri brevi, dove spunti e stile si mescolano alla descrizione visionaria degli aspetti piu` squallidi e degradati di una quotidianita` materialmente e spiritualmente indigente, la smart non smarrisce il filo della sua ispirazione: "non devo perdere d`occhio il mio argomento, vale a dire: l`annientamento dell`amore, affinche` la sofferenza possa generarsi e l`amore, se possibile, rinascere in forma nuova".

il grande libro del giudiasmo postbiblico, fonte inesauribile di insegnamenti religiosi, etici, sociali, in una classica e insuperata antologia. abraham cohen (1887-1957), nato a reading, si formo` nelle universita` di londra e cambridge. ministro dal 1933 in poi della birmingham hebrew congregation, partecipo` attivamente al world jewish congress e al movimento sionista.

si afferma nel quattrocento in italia lo stato regionale (dalla repubblica di venezia al regno delle due sicilie) realta` politica destinata a caratterizzare per circa quattro secoli la storia del nostro paese. i saggi contenuti nel volume seguono un impianto tematico (sono dedicati nell`ordine agli aspetti demografici, politici, sociali, culturali, religiosi, economici, di politica estera), e si propongono di analizzare e confrontare le varie realta` regionali senza tuttavia mai perdere di vista lo svolgersi della complessiva vicenda storica italiana.

spesso e volentieri i filosofi (come croce a suo tempo, e derrida da ultimo) hanno assunto vico come patrono della propria filosofia. in questo volume trabant rivendica il ruolo anticipatore di vico per quanto riguarda un`altra disciplina, la sematologia, ossia la scienza dei segni, e l`influenza da lui esercitata sul pensiero di hobbes, condillac, herder, humboldt, altri filosofi che hanno dato un contributo decisivo alla sematologia.

questi "diari europei" sono appunti, riflessioni, descrizioni dei viaggi e dei colloqui che dahrendorf ha avuto con imprenditori, ministri e uomini politici. un motivo non secondario dell`attrazione suscitata da questi schizzi e` dato dall`ironia con cui sono presentati gli eventi politici e statali piu` rilevanti. vi si affrontano questioni serie come gli sviluppi degli avvenimenti in europa orientale, il ritorno della destra in italia, le chances di maastricht. i testi nascono dai contributi pubblicati a partire dal 1992 sulla rivista tedesca "merkur" e poi tradotti, tranne alcuni, sulla rivista italiana "micromega" e vengono preceduti da una introduzione appositamente scritta per questa edizione.

in un interno pseudo-inglese - ma molto veneziano - il locandiere fabrizio accoglie e protegge una bella sconosciuta accompagnata da una servetta maliziosa e fedele; intorno a lei intrighi, maldicenze e un amore reso impossibile da una cupa faida familiare. goldoni riscrive cosi` la patetica storia della lindane voltairiana, vittima di un malvagio gazzettiere (in cui e` ben riconoscibile il temibile nemico dei philosophes elie-catherine fre`ron), che aveva entusiasmato le platee francesi e fatto scandalo. il testo varca le alpi e suscita in italia una gara di riprese da parte di giacomo casanova, gasparo gozzi e pietro chiari. carlo arriva per ultimo, nell`autunno del 1761, ma la sua sorniona riscrittura (che affetta all`inizio di non conoscere neanche l`identita` dell`autore) sbanca il botteghino con un successo che restera` costante per decenni. nella stagione delle villeggiature, e alla vigilia della sua partenza per parigi, egli si accosta abilmente a un componimento celebre di un grande intellettuale d`oltralpe, che e` anche un suo sponsor prestigioso, in un`emulazione audace e dissimulata. la sua riscrittura, su misura per gli spettatori italiani, elimina gli spunti satirici troppo aspri, valorizza le risorse degli attori che ha a disposizione al san luca, razionalizza la storia entro i parametri etici e teatrali della commedia riformata.

l`autrice traccia una vera e propria fenomenologia dell`amore dalle origini ai giorni nostri, raccontando le tappe fondamentali di una storia che avra` fine soltanto quando finira` il mondo. l`amore nella societa` maschilista della grecia e di roma; l`amore nel medio evo, dove infiammo` il cuore di poeti e cavalieri erranti meritandosi il titolo di "cortese" e via via, le sue continue mutazioni e le sue moltiplicazioni: castita`, lussuria, libertinaggio, ricerca sfrenata di sensazioni o di una purificazione in molti casi prossima al misticismo, le rigide e bacchettone regole del periodo vittoriano, la rivoluzione sessuale degli anni settanta.

sir robert chiltren e` un uomo integerrimo dalla brillante carriera politica, circondato dalla stima degli amici, oggetto d`amore da parte della moglie che vede in lui il prototipo dell`onesta` e dei valori del tempo. ma questa felicita` e` minacciata dall`intrigante signora chevely che rivela alla moglie di sir robert come all`origine della fortuna di questi vi sia un atto di profonda disonesta`. questa drammatica scoperta provoca nella coppia una crisi profonda e apparentemente insanabile. sara` il buon senso di lord goring, un brillante uomo di mondo, a impedire al matrimonio di naufragare restituendo ai coniugi la felicita` perduta.

un giornalista italiano, appena arrivato a mosca, non resiste alla tentazione di scoprire cosa nasconda il misterioso messaggio apparso in una rubrica per cuori solitari. cosi` prende avvio un`intrigante e rischiosa avventura, che si dipana leggera tra sogno e realta`. in un triangolo di amore, giornali e politica, sfilano i personaggi di una russia in cui sta morendo il comunismo: prostitute romantiche e poliziotti pasticcioni, spie in minigonne e preti coraggiosi, il segretario generale del pcus e il capo del kgb, diplomatici chiacchieroni e contrabbandieri di icone. si incontrano, si inseguono, si perdono, in un frenetico "carosello" intorno alla piazza rossa e ai labirintici tunnel che ne intessono la trama sotterranea.

se non sei pieno di debiti, se paghi in contanti, se non parli di soldi, se soccorri un automobilista ferito, se ti aspetti che in un albergo ti puliscano le scarpe lasciate fuori dalla porta anziche` buttarle via, se desideri mangiare una bistecca che non sia carbonizzata fuori e cruda dentro o piselli che non sappiano di plastica o panna che non ricordi il sapone da barba... non sei fatto per l`america. paul watzlawick, pendolare tra il vecchio e il nuovo mondo, descrive gli stati uniti a chi non li ha mai visitati, a chi sta per andarci, a chi conoscendoli gia` voglia vederli con occhio critico, offrendo un piccolo contributo `pratico` e mostrando taluni aspetti della vita americana di tutti i giorni.

Bloomsbury, 1990, UK. L'autore ha attraversato il mondo per parlare direttamente con chi era vicino a Jim Morrison, che si trattasse di componenti della famiglia, di colleghi musicisti o di amici: ne è venuto fuori un ritratto dettagliato e molto personale di un uomo il cui stile di autodistruttivo viaggiava in parallelo con la sua incontenibile creatività. Illustrato con 130 bellissime fotografie di cui molte inedite, che come le parole di Dylan Jones delineano un nuovo ritratto dell'uomo nascosto dietro la stravaganza del personaggio pubblico. In inglese

benevolo addita i perversi meccanismi, da lui direttamente sperimentati nella propria attivita` professionale, che hanno portato al degrado della citta` e del territorio in italia, e argomenta le correzioni necessarie per rovesciare questo stato di cose. i principali punti presi in esame sono tre: l`assenza di una pianificazione territoriale; gli strumenti disponibili per il controllo pubblico delle trasformazioni; e la verifica conclusiva, cioe` il recupero della bellezza.

Il dramma di una fanciulla disonorata da un tracotante nobile della scorta di re Filippo II, che pagherà caro l'affronto proprio per mano del padre della ragazza, diventato alcalde di Zalamea e disposto a scontrarsi anche con il comandante del drappello, calpestando la sincera amicizia nata fra loro. Sarà il re in persona a dirimere la questione tra potere civile e militare.

Portato per la prima volta sulle scene nel 1978 a Londra, Amadeus è l'ultima rielaborazione della leggenda romantica, già raccolta da Puškin, secondo la quale Wolfgang Amadeus Mozart, artista puro e genio innato, sarebbe stato vittima del geloso Antonio Salieri, compositore di corte a Vienna.

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sembrerebbe tutto semplice: un compositore sceglie un libretto e lo mette in musica, rivestendo le parole di note. per mozart e` il contrario: vengono prima la musica, poi le parole. perche` per lui la poesia deve essere `figlia ubbidiente della musica`. e al compositore che spettano le scelte drammaturgiche, e` la musica che deve determinare il `tono`, il ritmo, il senso stesso del dramma. e infatti nelle tre opere "le nozze di figaro", "don giovanni", "cosi` fan tutte", mozart non si limita affatto a valorizzare gli ottimi libretti di lorenzo da ponte. scopre possibilita` drammatiche latenti nelle pieghe del testo, lo reinterpreta, gli da` un senso nuovo attraverso la musica. gli elementi della partitura interagiscono in modo miracoloso nel creare uno specifico colore, una perfetta atmosfera, un preciso ritmo drammatico. con un linguaggio semplice e chiaro e l`aiuto di un gran numero di esempi musicali suonati e `raccontati` dall`autore stesso nel cd allegato, giovanni bietti conduce alla scoperta delle caratteristiche drammatiche e musicali delle tre opere mozartiane. scopriremo ad esempio perche` il "don giovanni", un`opera che comincia con un tentativo di stupro e un assassinio, e che finisce con la morte del protagonista, sia stato definito da mozart un`opera buffa. il senso c`e`, ma non lo si capisce semplicemente dal testo: bisogna tendere l`orecchio alla musica, al suo linguaggio e alla sua stupefacente varieta`.

con giovanni botero la "ragion di stato", per la prima volta nella storia delle idee, diventa oggetto di una riflessione ampia e articolata che fa emergere (anche se poi la formula e` stata usata con un`accezione riduttiva, distante da quella originaria) una scienza del governo monarchico, di ispirazione cattolica e con intenti chiaramente antimachiavellici, ma con non pochi debiti nei confronti dell`autore del "principe". lungi tuttavia dal limitarsi a un`opera di confutazione, il trattato di botero sfrutta un`ampia informazione che alla solida cultura classica e scritturale congiunge conoscenze storico-geografiche derivanti dalle scoperte avvenute durante il secolo. e rispecchia una visione in cui la politica e` legata non solo alle leggi e alle armi, ma anche all`economia e alla demografia. decisamente moderna e` la sua concezione di misurare la potenza di uno stato dalle variabili economiche, fra le quali da` la massima importanza allo sviluppo delle attivita` produttive e commerciali. la presente edizione critica propone il testo definitivo del 1598, arricchito da tutte le varianti delle principali versioni precedenti (non solo la princeps del 1589, ma anche quelle del 1590 e 1596), il che consente di seguire il lavoro di revisione condotto dall`autore. introduzione di romain descendre.

dopo il primo volume, pubblicato nella primavera del `92, esce all`inizio del `93 il secondo volume dei romanzi di hemingway. quasto volume comprende i capolavori della maturita` dello scrittore, vale a dire avere e non avere, per chi suona la campana, il vecchio e il mare, di la` dal fiume e tra gli alberi. in due volumi sono cosi` stati pubblicati tutti i romanzi di hemingway.

i miti giungono dai greci fino a noi come un universo di frammenti, personaggi, storie, illuminazioni. raccontano il tepore e la profondita` di gaia (la terra), l`urlo tremendo di urano (il cielo) che, castrato dal figlio crono, genera in un unico istante afrodite e con lei l`amore. raccontano dei giganti e degli de`i, di pandora e dell`invenzione della donna, di prometeo che ci porto` il fuoco, e della bellezza di elena che scateno` una guerra interminabile. i miti raccontano le astuzie immortali di ulisse e i suoi amori con circe e calipso... vernant, professore onorario al colle`ge de france, ne racconta le storie e ne analizza i temi.

il paesaggio e` il grande malato d`italia: e` devastato impunemente ogni giorno, sotto gli occhi di tutti, per il profitto di pochi. ecco la diagnosi lucida e spietata da cui salvatore settis prende le mosse per analizzare il baratro che separa i principi di tutela del territorio, sanciti dalla costituzione, dal degrado dello spazio che abitiamo. un degrado che rappresenta anche una forma di declino complessivo nelle regole del vivere comune, reso possibile dall`indifferenza, dal malcostume diffuso e dalle leggi contraddittorie, aggirate con disinvoltura. un`indagine che risale alle radici etiche e giuridiche del saccheggio del bel paese, per reagire e fare contro speculazioni, colpevole apatia e conflitti tra poteri. una necessaria manifestazione di civilta`, per non sentirci fuori luogo nello spazio in cui viviamo. e per evitare che il cemento soffochi anche il nostro futuro.

"festa mobile", il romanzo rimasto incompiuto alla morte di hemingway, dipinge un affresco vivido della citta` che lo scrittore amava sopra ogni altra, e che considerava il luogo perfetto per la sua attivita` creativa. ormai anziano e malato, hemingway ricorda la parigi degli anni venti, dove in piena eta` del jazz aveva vissuto "molto povero e molto felice". tra bevute, oppio, corse di cavalli e snobismo sociale, la fame si rivela per lui scuola e disciplina: "tutti i quadri erano piu` intensi e piu` chiari e piu` belli se eri a pancia vuota, con una fame da lupo". "in una via fredda e spazzata dal vento" della rive gauche, la libreria shakespeare and company e` "un posto simpatico, caldo e accogliente" per il giovane hemingway che puo` prendere in prestito tutti i libri che vuole rimandando il pagamento. intorno a sylvia beach e alla sua libreria si muovono, lavorano e discutono scrittori e intellettuali come ford madox ford, gertrude stein, ezra pound, james joyce, francis scott fitzgerald. un libro di ricordi, l`opera d`addio che celebra la vita parigina come una splendente giornata di festa, diventa cosi` molto di piu`: un inno alla liberta`, alla insopprimibile liberta` dell`uomo di pensare, agire ed esprimersi.

i brevi racconti che compongono la casa di claudine sono bagliori d`oro della memoria. se il titolo richiama il celebre ciclo di romanzi della serie claudine, qui la monella in grembiulino e` solo un pretesto d`autore: per ribadire, a vent`anni di distanza, che claudine e` creatura sua. ma oggi la protagonista e` colette bambina, racconto della felicita` e della meraviglia d`infanzia, e con lei la famiglia di esseri originali dominata dalla madre sido, il padre capitano, i fratelli achille e le`o, gli animali di questa "vecchia casa natale" nel villaggio di borgogna, gli abitanti di saint sauveur. "il bisogno veemente di toccare, vive, pellicce o foglie, piume tiepide, la commovente umidita` dei fiori": eccola, tutta qui, la grazia di colette. la maison mette in scena i miti del cuore.

profondo conoscitore dell`animo umano, stratega della vendetta, abile nell`intonare la chiacchiera alla rabbia, geniale voltagabbana, esegeta dell`eros, nel 1783 pierre choderlos de laclos scrive il pamphlet de l`e`ducation des femmes. il testo e` una sorta di brillante, viziato controcanto a le relazioni pericolose, il romanzo "perverso" pubblicato da laclos l`anno prima. le donne, scrive laclos, educate al servaggio, alla pia obbedienza, devono liberarsi da ogni morale conclamata, dalle mille gabbie delle convenzioni civili. "la natura crea esseri liberi; la societa` evoca tiranni e schiavi; ogni societa` presuppone un contratto, ogni contratto il rispetto di un obbligo", scrive laclos. se e` vero che sulla donna grava la maledizione di essere tale, occorre scatenarla, liberando dal giogo del pudore il corpo, assegnando alta sovranita` alla bellezza. il raffinato femminismo e` calibrato, in laclos, da una scrittura limpida, piena di serpi, propria di chi riconosce lo stigma dell`ipocrisia dietro ogni morale, il cupo frastuono della menzogna alla foce delle "buone maniere".

"il problema era che io aspettavo i corvi, e invece arrivavano i pensieri". cosa accade quando la realta si smaglia, e lascia entrare l?allucinazione? quando la paura ti avvinghia e si accorcia il respiro? quando l?unico modo che hai per stare al mondo e vivere su un precipizio, nello "sbilico" delle cose? alcide pierantozzi si e immerso in quel precipizio, e ne e uscito stringendo tra le mani un libro unico, letterario e ossessivo, capace di raccontarci per la prima volta in modo crudo e vero, "da dentro", un male che e di molti. una storia di una potenza disarmante, che urtica e lenisce insieme, e che una volta iniziata pretende di essere letta fino all?ultima parola. o bevuta fino all?ultima goccia, come una medicina. alcide ha quarant?anni, a volte dorme ancora con sua madre, prende sette pasticche al giorno (cinque la mattina e due dopo cena), ed e considerato "un paziente lucido, vigile, collaborativo, dall?eloquio fluido". e un essere umano "difettoso" tra i tanti, ma i suoi difetti stanno tutti dentro quattro pagine di diagnosi controfirmate da uno dei piu famosi psichiatri italiani: "disturbo bipolare", "spettro dell?autismo", "dissociazione dell?io", "antipsicotici", "pensieri di mancata autoconservazione"... dal suo esilio in una cittadina dell?abruzzo, dove ogni cosa sembra da sempre uguale a se stessa, alcide ci racconta il tempo melmoso delle sue giornate. le ore in spiaggia, o a sfinirsi in palestra, dove va per riguadagnare in muscoli quello che ha perso in lucidita mentale. soprattutto ci racconta - con tutta la chimica che ha in testa - cosa accade quando l?equilibrio psichico s?incrina: l?innesco della paranoia, la percezione che si sdoppia, il modo in cui il tempo fermo di un?attesa non e mai davvero fermo, perche e li che arrivano i pensieri. nel suo resoconto si alternano momenti di un "prima" a milano, la citta che da sola sembrava poterlo tenere in vita, e di un "prima ancora", un?infanzia in cui tutto faceva gia troppo male ma a salvarlo c?e

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