Esordio per un interessante cantautore che mischia folk ed intuizioni dylaniane. Bella voce, una manciata di canzoni interessanti. Disco molto difficile da reperire.
	Canadese, folksinger, Kim Erickson è un personaggio particolare. Questo suo nuovo lavoro mischia arie folk, di dervazione anche scozzese (per via della madre), mischiate a partiture sinfoniche. Ne risulta un disco particolare, molto piacevole, con una struttura simil classica nella parte strumentale.

Spesso ci si chiede chi abbia influenzato decine, se non centinaia di band, che hanno lavorato con la musica delle radici, il blues, il folk, il gospel. La risposta è Jim Kweskin & The Jug Band, un gruppo chge ha aperto la via a gente come Lovin' Spoonful, Country Joe & The Fish, persino Grateful Dead. Ora, quasi 50 anni dopo, Kweskin si mette assieme ad un altro pioniere, Geoff Muldaur, e con l'aiuto di gente come Cindy Cashdollar, la violinista Suzy Thompson, Van Dyke Parks ed il cantante Juli Crockett (The Evangenitals), vanno a recuperare quelle radici. E lo fanno rileggendo classici come Luis Collins, Diamond Joe, Down on Penny's Farm, Gwabi Gwabi, Tennessee Blues, Fishing Blues, The Boll Weevil etc. Copia non sigillata.
	Dopo lo splendido disco dello scorso anno, Shine a Light, inciso assieme a Joe Henry, Billy Bragg continua la sua campagna anti odio, in favore dei diseredati. Ed inizia già dal titolo, decisamente contrario al presidente degli Stati Uniti, Ponti non Mura. Questo nuovo lavoro, un mini album con 6 canzoni è un dischetto decisamente bello, iniziando da Saffiyah Smiles, per approdare a Why We Build The Wall ( cover di Anais Mitchell), alla veritiera Not Everything That Counts Can Be Counted. Per chiudere con The Sleep of Reasons e King Sunny and The Day Flood e Full English Brexit, altro titolo molto interessante. Bragg fa musica, ottima musica, ma sta anche al passo coi tempi, cercando di spiegare il momento che stiamo vivendo.
	Nuova band folk che arriva da Olympia, stato di Wshington, Usa. Prodotto dalla violinista Lisa Omstein, il quartetto mischia sonorità folk di varie nazioni, basate sopratutto sul fiddle. La band infatti si ispira alle tradizioni Scandinave, ma anche Americane, Canadesi e Anglo-Scoto-Irlandesi. Folk, fiddle music. antiche tradizioni rimesse in gioco, il tutto suonato con spirito moderno, grinta e molto feeling.

Pharis & Jason Romero sono un duo folk-rock canadese. Fanno del folk, con implicazioni ambientali, canozni legate al posto in cui vivono, alla natura. Canzoni profonde, interiori e che hanno valso, coi dischi preecedenti, una buona popolarità e vari premi della critica. Questo nuovo lavoro, sempre prodotto da Marc Jenkins (produttore di Sweet Old Religion, il disco del 2018 che è stato premiato con un Juno Award, una sorta di Oscar musicale canadese ), è tra le loro opere migliori.
	Sarah e Claire Bowman sono un rollercoaster duo. Al loro esordio discografico hanno messo assieme un disco raffinato, una raro cocktail di canzone d'autore, Americana sound e classical music. Canzoni ricche di melodie, raffinate, rarefatte, dove le belle voci delle due sorelle danno sapore ad una serie di canzoni tutte da scoprire. Tra i dischi folk rock dell'anno, secondo la stampa Usa.
						