


john ruskin (1819-1900), storico e critico, partecipo` a questa conferenza nel 1864, sul tema della lettura e dei libri, ma in realta` intervenendo, in trasparenza, sulla polemica viva allora intorno al contrasto tra la ricchezza materiale delle societa` industriali appena nate e la loro poverta` spirituale, a ribadire le sue dottrine, celebri e determinanti in tutto l`ottocento: l`arte come atto di intuizione e fantasia prodotto dall`unita` organica tra individuo natura e collettivita`, e il capitalismo delle macchine considerato responsabile della rottura di questo magico equilibrio.

l`autore traccia in questo libro una vera introduzione alla teologia cristiana, scegliendo di raccontare in sette medaglioni i pensatori che con la loro opera hanno segnato una svolta nel modo di intendere il cristianesimo. a partire da paolo, colui che ha emancipato il cristianesimo dalla servitu` della legge, facendone una religione universale, passando per origene, agostino, tommaso d`aquino fino a martin lutero, friedrich schleiermacher e karl barth, ognuno dei sette ritratti e` biografia, storia culturale, sintesi teorica e profilo critico. insieme, costituiscono il percorso attraverso il quale l`autore giunge, nell`epilogo, a individuare le sue personali linee-guida di quella che dovra` essere la teologia del presente e del futuro.

questi due saggi di oscar wilde sono dei veri e propri testi letterari e fanno parte della raccolta intentions del 1891. "il critico come artista" (1890) e` scritto in forma di dialogo tra due amanti in una notte stellata: gilbert (che impersona le idee di wilde) ed ernest discutono sul significato della critica d`arte. il discorso si trasforma in un elogio dell`arte e dei suoi fini. l`arte e la critica, per wilde, hanno un valore eversivo e sono in contrapposizione alla societa`. da qui nasce il secondo saggio, "l`anima dell`uomo sotto il socialismo" (1891), dove si esprimono, forse in risposta al socialismo di george bernard shaw, le idee anarchiche di wilde. la prefazione del libro e` a cura del giovane critico silvio perrella. testo originale a fronte.




"il silmarillion", iniziato nel 1917 e la cui elaborazione e` stata proseguita da tolkien fino alla morte, rappresenta il tronco da cui si sono diramate tutte le sue successive opere narrative. "opera prima", dunque, essa costituisce il repertorio mitico di tolkien, quello da cui e` derivata la filiazione delle sue favole: "lo hobbit", "il signore degli anelli", "il cacciatore di draghi". "il silmarillion", che comprende cinque racconti legati come i capitoli di un`unica storia sacra, narra la parabola di una caduta: dalla "musica degli inizi", il momento cosmogonico, alla guerra di elfi e uomini contro l`avversario. l`ultimo dei racconti costituisce l`antecedente immediato del "signore degli anelli".













il volume offre una lettura del significato ideologico del teatro spagnolo nell`eta` della grande fioritura barocca. maravall non si occupa qui tanto delle peculiarita` estetiche dell`espressione teatrale o letteraria ma, da storico, sviscera la funzione ideologica di questi testi e li utilizza per fornire un quadro d`insieme della societa` spagnola. ne` la commedia, ne` in generale la letteratura spagnola del barocco possono intendersi come un ritratto fedele della societa`. in particolare il teatro appare come una sorta di grande campagna di propaganda destinata a diffondere e rafforzare l`ideologia di alcuni gruppi dominanti.