

un uomo, critico musicale, si chiude in un garage, nell`anonima periferia di una citta` francese, per ascoltare l`edizione completa dei quartetti per archi di beethoven. la musica lo invade con la sua ossessione. "cavatina" e` un racconto in cui quattro motivi - torino, la donna, la musica e il tempo s`intrecciano e si fondono tanto da diventare indistinguibili, mentre su tutto si insinua l`idea del limite. simeone descrive le vie, le piazze, i portici, i muri, le scritte sui muri, i negozi e le persone con estrema precisione, riuscendo pero` a conservare in ogni presenza descritta l`anonimato della figura mentale.

se e` vero che sironi aderi` pienamente al fascismo condividendone alcuni principi, e` altrettanto vero che niente nella sua arte e nella sua personalita` si puo` definire conforme alla cultura del ventennio. la sua vita sofferta, contradditoria e tutto sommato indipendente e` esattamente il contrario di quella del moraviano "conformista". anticonformista sironi fu fino alla dolente e solitaria vecchiaia, nel dopoguerra, quando si strinse contro di lui una sorta di congiura del silenzio; ma gia` durante il regime la sua carriera fu compromessa dall`ingenuita` politica con cui cerco` di conciliare le proprie tendenze anarchiche e antiborghesi con gli ideali fascisti ufficiali.











esuli in patria, costretti a palcoscenici marginali, a spazi culturali periferici: cosi` i fascisti descrivono la propria condizione all`indomani del 1945. eppure, sin dall`immediato dopoguerra, le edicole di tutta italia si riempirono di rotocalchi i cui articoli raccontavano con toni agiografici, o quanto meno indulgenti, le imprese di mussolini e dei suoi fedelissimi. gli scaffali delle librerie ospitavano memoriali, biografie e persino romanzi firmati da fascisti e filofascisti. andava cosi` in scena, agli albori del processo di costruzione di una memoria pubblica attorno al ventennio e alla stagione della guerra civile, la riscrittura di quello stesso passato da parte fascista. una simile operazione di per se` non sorprende: la voglia di raccontare la propria versione dei fatti piegando il racconto in base ai propri interessi e` un fatto fisiologico. semmai a sorprendere e` il buon esito di quell`operazione ed e` in particolare questo punto che il libro indaga, dando conto del grado di complicita` mostrato da ampi settori del mondo giornalistico ed editoriale. non e` cosi` ovvio, infatti, che i protagonisti di un regime autoritario e liberticida e di un governo, quello della rsi, complice di una forza occupante, disponessero della possibilita` di far circolare legalmente la propria versione dei fatti.


"elvis on stage" e un viaggio nella musica di elvis presley a partire dal suo grande ritorno sulle scene nel 1968. e qui che l?artista che piu di ogni altro nella seconda meta degli anni cinquanta aveva rivoluzionato il mondo della musica e della societa con il rock?n?roll, decise di rimettersi in gioco stravolgendo ogni aspettativa che lo certificava come un artista "finito". il re era tornato e non si sarebbe piu fermato: una costante evoluzione artistica, sia in sala di incisione sia live sul palco, il ritorno sulle scene di las vegas nel 1969, la continua sperimentazione musicale e stilistica che negli anni settanta non solo lo porteranno ancora ai vertici delle classifiche, ma andranno a mutare e strutturare i suoi spettacoli dal vivo. la consacrazione nel 1972, con le favolose jumpsuit entrate nell?immaginario collettivo, e poi l?apoteosi dell?aloha from hawaii del 1973. tra alti e bassi, il viaggio continua con la costante ricerca di qualcosa di nuovo, come le mitiche sessioni alla stax di fine 1973 e il 1974 (un anno quasi interamente passato in tour) dell?incontro con i led zeppelin nel backstage e uno show fondamentale nel mese di agosto che cambiera tutto, nel bene e nel male, fino agli ultimi anni e agli ultimi mesi del re, ancora e sempre in cerca di stimoli.