



dai sensi di colpa di un vecchio magistrato in pensione, riemerge una morte sepolta negli archivi del tempo: una ragazza, ultima generazione di una eminente antica famiglia siciliana, ma figlia di madre danese, e lei stessa piu` straniera che siciliana, scomparsa quasi vent`anni prima nel mare tra palermo e napoli, precipitata dal "postale". si preferi` allora credere frettolosamente all`incidente. ma adesso le domande di un improvvisato detective del passato giocano una specie di partita con un partner invisibile (e` il caso, o una regia sapiente che lo guida?) che risponde, disseminando ogni volta indizi, messaggi, incontri casuali, fotografie. e a ogni mano della partita prende corpo la trama di una faida bisecolare tra due famiglie.


l`amicizia di reuven malter e danny saunders si misura sul terreno dell`amore per rachel, una giovane anglista, e delle loro scelte di vita: mentre uno studia per diventare rabbino affrontando l`insegnamento sarcastico e devastante di rav kalman, l`altro rinuncia agli studi religiosi per diventare psichiatra. in questo romanzo vediamo due giovani uomini alle prese col compito di mantenere la promessa fatta a se stessi. in questa prospettiva non si esita a mettere in discussione anche la fede rivelata. "come si puo` amare una religione che spinse la gente a odiare altri esseri umani?" si chiede michael, il quattordicenne che danny ha in cura.








"sono stato un uomo giovane, ho vissuto con pienezza e allegria, prima o poi dovro` morire". e questo il pensiero naturale e spaventoso al centro del nuovo libro di domenico starnone. un pensiero che rimbalza di testa in testa, da un personaggio all`altro, dettando gesti e comportamenti, muovendo la vita e la sua "spoglia dolciastra", la letteratura, in direzioni diverse. perche` se di fronte alla morte la letteratura e i suoi infiniti giochi sfarinano, se la scrittura mette la vita "sotto spirito come le ciliegie", la paura di morire puo` diventare vero oggetto di racconto. lo scrittore che inventa la storia e l`uomo che e` al centro di quella storia, pietro tosca, sceneggiatore sessantanovenne che sente che "sta cominciando la vecchiaia vera" e forse qualcosa di peggio. lo avverte dalla "sindrome del corpo sfiduciato", e poi da un segno che ha la forza di una rivelazione: qualche goccia di sangue nell`urina. mentre intorno a lui la vita scalcia, soprattutto nella piccola cerchia dei giovani pronti a rubarsi le idee a vicenda, a imporsi nel mondo con un`autentica e inguardabile furia di vita, tosca forse sta per morire. e all`idea della morte reagisce inventandosi una strategia di elusione. ma all`improvviso lo scrittore che sta scrivendo questa storia si ammala anche lui. sdraiato nel suo letto di ospedale continua a scrivere, e piu` scrive piu` sanguina.

scrittore giudicato scabroso e osceno per la sua ideologia vitale imperniata sul sesso, miller e` uno degli autori piu` rilevanti della letteratura del novecento. i suoi testi vengono qui presentati organicamente, con rigore filologico-critico. nel primo volume, oltre ai tre famosi romanzi autobiografici, sono inclusi i saggi e alcuni scritti meno noti, ma di estremo interesse.

opera di primo piano della storiografia romana, gli annali di tacito narrano le vicende di roma dalla salita al potere di tiberio (14 a.c.) alla morte di nerone (68 d.c.). attraverso le pagine del grande scrittore prendono vita le vicende dei primi imperatori, i loro scandali, gli orrendi delitti e le sanguinose congiure dinastiche della famiglia giulio-claudia.

il volume si articola in cinque sezioni: universo barocco; inglesi in italia; italiani in inghilterra; romantici, decadenti, vittoriani e piccolo museo dannunziano; bellezza e bizzaria; il prazzesco. accanto agli studi piu` conosciuti, la cultura del manierismo e del barocco, i rapporti letterari tra l`italia e l`inghilterra, la letteratura e l`arte dell`ottocento europeo, il decadentismo, gli studi sulle arti minori, il volume propone anche il praz meno noto: il viaggiatore che ha lasciato pagine sugli stati uniti e sulla russia; il recensore acuto e caustico di volumi importanti della cultura non solo italiana, l`osservatore attento, e ricco di ironia, della storia del gusto.

i due volumi che raccolgono le "prose di ricerca, di lotta di comando, di conquista, di tormento, d`indovinamento, di rinnovamento, di celebrazione, di rivendicazione, di liberazione, di favole, di giochi, di baleni", ripropongono l`edizione curata tra il 1947 e il 1950 da egidio bianchetti. l`edizione raggruppava in tre tomi cio` che d`annunzio aveva pubblicato in singoli volumi secondo il "disegno dell`edizione di tutte le opere" da lui stesso approntato nel 1927. contenitore multiplo e aperto, le "prose di ricerca" erano concepite per risistemare opere gia` pubblicate e insieme per raccoglierne di ulteriori.









due storie narrate a capitoli alterni e che mai s`intersecano: quella dei due amanti che fuggono dalla societa` per chiudersi nel loro rapporto esclusivo e che nel tentativo d`interrompere una gravidanza finiscono con l`autodistruggersi; e quella del detenuto che durante la grande inondazione del mississippi viene mandato in cerca di una partoriente aggrappata a un albero semisommerso, la trova, fa nascere il bambino, porta entrambi in salvo e poi, invece di darsi alla fuga, rientra nella monastica societa` del penitenziario. estraneo a qualsiasi genere conosciuto, le "palme selvagge" non ha mai cessato di suscitare interrogativi. si tratta di due racconti autonomi, intercalati per una qualche audace trovata? di due racconti sotterraneamente legati? o di un romanzo, ancorche` anomalo? interrogativi ai quali ha fornito una risposta definitiva kundera: "la "sonata" opera 111 [di beethoven] mi fa pensare a "palme selvagge" di faulkner, in cui si alternano un racconto d` amore e la storia di un evaso, due soggetti che non hanno nulla in comune, non un personaggio, e neanche una qualunque percettibile affinita` di motivi o di temi: una composizione che non puo` servire da modello a nessun altro romanziere, che puo` esistere una volta e basta, che e` arbitraria, non raccomandabile, ingiustificabile - ed e` ingiustificabile perche` dietro di essa si avverte un "es mu? sein" che rende superflua ogni giustificazione".

in questo romanzo, pepe carvalho si trova in thailandia alle prese con l`ambigua polizia locale e una banda di malavitosi cinesi che vogliono mettere le mani su una turista europea, amica sua, che si e` legata a un trafficante di diamanti, colpevole di uno sgarro nei loro confronti. un giallo d`azione che non disdegna l`ironia e la descrizione di un mondo esotico dove il male trionfa in modo subdolo e barocco. il primo romanzo di montalban in cui compare il personaggio di pepe carvalho.

da tre celebri raccolte di racconti di heinrich boll e` tratta l`antologia della sua vena dissacratoria: storie brevi in cui ha affinato le sue armi per combattere le ipocrisie e le ingiustizie della germania occidentale. zampate morbide all`apparenza, in sostanza feroci, alla purulenta illusione della societa` del benessere.



Da Torino a Lampedusa un viaggio (poco sentimentale) in Italia, fuori dai luoghi comuni e dai falsi ottimismi.





come nasce un eroe? i greci raccontavano che eracle aveva rischiato addirittura di non venire al mondo. un eroe infatti non nasce quando capita, ma quando il volere di un dio, o una certa congiunzione astrale, decidono che la sua eccezionalita` deve manifestarsi. questo libro attraversa i cieli stellati della mitologia e dell`astrologia antica, e prosegue il proprio cammino soffermandosi a tebe: qui la futura madre di eracle, alcmena, soffre doglie mortali finche` una fanciulla non riesce a ingannare le nemiche della partoriente e permettere la nascita dell`eroe. solo che la liberatrice di alcmena viene trasformata in donnola. bettini compie un viaggio attraverso la mitologia per spiegare il perche` della scelta di questo animale.




sempre piu` spesso a chi si occupa di discipline umanistiche - e soprattutto classiche - viene chiesto: dietro questa domanda agisce una rete di metafore economiche usate per rappresentare la sfera della cultura (, , , , e cosi` via). a fronte di tanta pervasivita` di immagini tratte dal mercato, pero`, sta il fatto che la storia testimonia una visione ben diversa della creazione intellettuale. la civilta` infatti e` prima di tutto una questione di pazienza: e anche la nostra si e` sviluppata proprio in relazione al fatto che alla creazione culturale non si e` chiesto immediatamente . in particolare, e` proprio lo studio dei greci e dei romani a meritare questa pazienza: soprattutto in italia, un paese la cui enciclopedia culturale e` stata profondamente segnata dall`ininterrotta conoscenza dei classici. se si vuole mantenere viva questa presenza, pero`, e` indispensabile un vero e proprio cambiamento di paradigma nell`insegnamento delle materie classiche nelle nostre scuole.



il libro e` uno studio applicativo di psicologia cognitivista, il cui progetto e` descrivere i caratteri fondamentali della "leadership". a questo scopo, esso prende in esame le vite di nove grandi della storia recente, al cui successo ha contribuito in modo determinante il carisma personale. sono leader politici (margaret thatcher, martin luther king), capi spirituali (giovanni xxiii, gandhi), scienziati di grande prestigio internazionale (margaret mead e robert oppenheimer). vengono cosi` portate alla luce alcune costanti della personalita` egemone che sembrano essere strettamente connesse tra loro. l`avere un "messaggio" e il saperlo rendere concreto agli occhi altrui, la capacita` di crearsi "un pubblico" di seguaci, sono esempi di tratti della figura del capo.











se questo libro fosse un disco, magari uno della leggendaria collezione di murakami, sarebbe un concept album. otto racconti molto diversi ma uniti dallo stesso suonato: la prima persona singolare. un murakami davvero inedito, non solo perche` sono nuove le storie che racconta. e nuovo il modo in cui si mette in gioco: otto diversi modi di dire , per parlare a tutti. (laura imai messina). murakami haruki e` da solo in viaggio nel nord del giappone quando decide di fermarsi per la notte in un ryokan, le tipiche locande di montagna giapponesi. ad accoglierlo un locandiere vecchissimo e di poche parole e un gatto che appare altrettanto decrepito. ma che importa, il posto e` accogliente e poi non c`e` altro disponibile nei dintorni: anzi, murakami decide di approfittare del bagno termale per rilassarsi. ed e` li`, tra i vapori dell`acqua calda, che entra una scimmia: , dice la scimmia, la scimmia ha imparato a parlare dal suo antico padrone, un professore di shinagawa, un quartiere di tokyo, ama ascoltare bruckner (apprezza in particolare il terzo movimento della settima sinfonia) e ha una vita molto interessante alle spalle. la raccontera` al nostro narratore poco dopo, in camera, mentre si bevono una sapporo come due vecchi amici che, complice la notte, aprono il loro cuore intorno al tema dei temi: l`amore, l`amore romantico e quello erotico, la solitudine e il suo opposto, il desiderio e cio` che significa nella vita degli esseri viventi. pare proprio che, con la raggiunta maturita` anagrafica e artistica, murakami haruki abbia deciso di puntare il telescopio della sua arte verso l`interno, verso quella che nelle opere precedenti restava nell`ombra. e per fa

ci sono libri che hanno la prodigiosa, temibile capacita` di dare, semplicemente, corpo agli incubi. "epepe" e` uno di questi. inutile, dopo averlo letto, tentare di scacciarlo dalla mente: vi restera` annidato, che lo vogliate o no. immaginate di finire, per un beffardo disguido, in una labirintica citta` di cui ignorate nome e posizione geografica, dove si agita giorno e notte una folla oceanica, anonima e minacciosa. immaginate di ritrovarvi senza documenti, senza denaro e punti di riferimento. immaginate che gli abitanti di questa sterminata metropoli parlino una lingua impenetrabile, con un alfabeto vagamente simile alle rune gotiche e ai caratteri cuneiformi dei sumeri - e immaginate che nessuno comprenda ne` la vostra ne` le lingue piu` diffuse. se anche riuscite a immaginare tutto questo, non avrete che una pallida idea dell`angoscia e della rabbiosa frustrazione di budai, il protagonista di "epepe". perche` budai, eminente linguista specializzato in ricerche etimologiche, ha familiarita` con decine di idiomi diversi, doti logiche affinate da anni di lavoro scientifico e una caparbieta` senza uguali. eppure, il solo essere umano disposto a confortarlo, benche` non lo capisca, pare sia la bionda ragazza che manovra l`ascensore di un hotel: una ragazza che si chiama epepe, ma forse anche - chi puo` dirlo? - bebe o tetete.

quasi tutti sanno che murakami e` un avido ascoltatore di musica, un determinato collezionista di dischi - possiede oltre diecimila vinili - o che e` un patito della corsa. in pochi, pero`, sono a conoscenza di un`altra sua speciale e curiosissima passione: le t-shirt! si`, perche` le magliette sono il capo d`abbigliamento che murakami preferisce indossare in assoluto, e nel corso degli anni ne ha accumulate cosi` tante che oggi il grande scrittore giapponese puo` vantare una vera e propria collezione, e tra le piu` invidiabili. t-shirt a tema surf che arrivano dalle spiagge delle hawaii oppure acquistate durante i viaggi negli stati uniti a ricordare uno speciale rituale gastronomico, le t-shirt mai indossate - scritte alquanto appariscenti o animali troppo carini -, quelle che le case editrici in giro per il mondo hanno fatto stampare in occasione dell`uscita dei suoi libri, o ancora l`emblematica t-shirt, con la sua storia affascinante, che ha ispirato il racconto tony takitani diventato anche un film. dalla gioia di entrare in un negozio dell`usato pieno di dischi, all`emozione di ogni concerto, dalla gratificazione che deriva dal traguardo di una maratona allo sconfinato amore per la letteratura, murakami ci guida alla scoperta della sua passione per le t-shirt attraverso le immagini dei suoi pezzi da collezione e i racconti a essi legati. di fatto ci invita nel suo straordinario mondo quotidiano a passare un po` di tempo con lui. proprio come si fa con i vecchi amici.

un alone di mistero circonda da sempre i fatti accaduti nelle poche, terribili, convulse ore di dongo. a distanza di anni nessun enigma e` stato risolto tranne, forse, grazie a questa indagine di luciano canfora, la presenza di goffredo coppola (filologo valente della prima meta` del novecento) nella colonna mussolini e quindi davanti al plotone d`esecuzione. la fine di coppola e` per canfora l`inizio di una storia ripercorsa a ritroso in cui entrano in scena i protagonisti della vicenda - "mostri sacri" dell`accademia italiana fra le due guerre, da pasquali a vitelli, fino alla figura misconosciuta di medea norsa - che ruota attorno alla scoperta di un papiro greco di enorme importanza.

"morire, questo a un gatto non si fa." il bel verso della szymborska, con cui vivian lamarque apre questa raccolta di poesie, come l`oboe all`orchestra. e avverte: attenzione lettore, a passo felpato di gatto le svagate prima e seconda parte (figurine d`interni, bisticci, dispetti, musi, ciotole, le temute scatolette del discount) con brio condurranno alla terza piu` grave dove risuona il motivo da anni piu` frequentato dalla poetessa. al gatto ignazio che la interroga sull`aldila` vivian risponde "e come una specie di giardino si diventa tutti erba fiori." "fiori? un fiore io? mai!" "e perche`? essere un fiore e` un onore non lo sai?". duetto tra un gatto severo, esigente, interrogativo, e una poetessa (cinefila) in sua soggezione, in affannosa ricerca di risposte.

giunta all`eta` di quarant`anni, len howard sembra destinata ad assecondare il suo destino di talentuosa musicista, ma una svolta imprevista finisce per scombinare per sempre i suoi piani. nel 1938 si trasferisce nell`east sussex in un cottage circondato da un grande giardino, che si trasformera` col tempo - le finestre spesso aperte sono un attraente richiamo per uccelli di ogni specie - nello scenario di una delle avventure piu` affascinanti di tutta l`ornitologia moderna. a lungo gli studi pionieristici di howard, qui radunati, verranno in realta` contestati dalla comunita` scientifica, poiche` in contrasto col metodo che validerebbe solo le osservazioni su soggetti `controllati` in laboratorio. eppure, da subito, l`autorevole biologo e genetista julian huxley ne coglie la portata innovativa, fondata proprio sull`osservazione degli uccelli in un habitat capace di liberarli dalla paura degli uomini, e di rivelarne cosi` le autentiche - e spesso stupefacenti - facolta` affettive e cognitive. pur analizzando e auscultando un gran numero di specie e illuminandone gli aspetti biologico-comportamentali (come nelle avvincenti pagine sul corteggiamento e il combattimento), howard si concentra in particolare su alcuni protagonisti: come la cinciallegra star, che manifesta spiazzanti capacita` di conteggio e computazione, sporadiche applicazioni di un`intelligenza ben piu` vasta e multiforme. alla fine ci renderemo conto di aver assistito a una sorta di apprendimento reciproco: quello dell`autrice dai suoi ospiti, e quello degli ospiti da lei. ed e` su questa corrispondenza che poggia il misurato lirismo di un racconto condotto con una grazia e un`esattezza che e` raro trovare cosi` felicemente accordate.

e l`inizio del 2020 e in citta` giunge notizia di un nuovo virus potenzialmente letale. a new york i casi sono ancora sporadici e la gente, la scrittrice lucy barton fra loro, si aggrappa alla vita di sempre. ma non william. william, il primo marito di lucy, e` un uomo di scienza, e la intuisce da subito, la catastrofe che sembra spazzar via la vita conosciuta; la grande paura che annienta le certezze e scuote le relazioni. anche quella antica di due vecchi coniugi che credevano di aver esaurito le sorprese. ancora una volta tocca far appello all`amore, alle sue forme strane e imperfette, per far si` che il comune dolore anziche` allontanare unisca. per salvarsi la vita. la scrittrice lucy barton non ha mai cancellato un tour promozionale in vita sua. eppure, quasi senza saperne la ragione, quel tour in europa, previsto per i primi mesi del 2020, l`ha disdetto. . e william, lo scienziato william, il primo marito di lucy, da poco reduce dal fallimento del suo terzo matrimonio e dal rifiuto di una sorellastra che non lo vuole incontrare, a passare all`azione per primo: lucy ha poche ore per preparare un bagaglio essenziale, chiudere casa e partire con lui alla volta di una casetta in affitto sulle coste del maine. anche le loro figlie, chrissy e becka, e i rispettivi mariti dovranno raggiungere luoghi piu` protetti. l`imperativo per tutti, nei piani di william, e` lasciare la citta`, con il suo brulicare di vita e pericoli, e mettersi al riparo. pur incredula e sgomenta, lucy accetta di seguire l`ex marito a crosby, maine. per loro inizia cosi` la routine interminabile di una quotidianita` dilatata nella ripetizione di piccoli gesti sempre uguali a se stessi che la pandemia ha caricato di senso; una routine ammanettata all`assenza di vita - - eppure preziosa perche` garanzia della prosecuzione. e

il 24 dicembre del 1915, mentre prendeva il te` nel suo appartamento di berlino, albert einstein ricevette una busta inviata dalle trincee della prima guerra mondiale. la busta aveva attraversato un continente in fiamme; era sporca, stropicciata e coperta di fango. un angolo era stato strappato via, e il nome del mittente era nascosto da una macchia di sangue. einstein la prese con i guanti e l`apri` con un coltello. la lettera conteneva l`ultima scintilla di un genio: karl schwarzschild, astronomo, fisico, matematico e tenente dell`esercito tedesco. "come puo` vedere, nonostante gli intensi combattimenti, la guerra e` stata sufficientemente buona con me da permettermi di fuggire da tutto e fare questa breve incursione nel paese delle sue idee". cosi` si chiudeva la lettera che einstein lesse stupefatto, non perche` uno degli scienziati piu` rispettati della germania fosse al comando di un`unita` di artiglieria sul fronte russo, e nemmeno per le raccomandazioni criptiche dell`amico su una prossima catastrofe, ma per quello che era scritto sul retro: in una grafia talmente minuscola che einstein dovette usare una lente d`ingrandimento per decifrarla, schwarzschild gli aveva inviato la prima soluzione esatta alle equazioni della teoria della relativita` generale.

seduta nelle tribune dell?aula di norimberga dove era in corso il processo contro gli "uomini di hitler", gitta sereny era rimasta colpita dalla compostezza esemplare di uno degli imputati. di quell?uomo che "ascoltava immobile e attento con il volto impassibile, a eccezione degli occhi scuri e intelligenti", sapeva solo che era albert speer, l?architetto e poi ministro degli armamenti del reich, nonche membro della cerchia piu stretta del fuhrer. trent?anni piu tardi, dopo aver letto "in quelle tenebre" - il libro-intervista che sereny aveva dedicato al caso del comandante di treblinka franz stangl -, speer decise di contattare l?autrice e di invitarla nella sua casa a heidelberg per ripercorrere con lei la sua storia. all?epoca, lui aveva scontato una lunga detenzione nel carcere di spandau, dove aveva scritto clandestinamente circa milleduecento pagine di riflessioni e memorie e aveva avviato, sotto la guida di un pastore calvinista ed ex membro della resistenza francese, l?ostinato e quasi maniacale tentativo di fare i conti con il proprio passato che lo avrebbe impegnato fino alla morte. lei veniva da anni di indagini sugli orrori della germania nazista e, incontrandolo di persona, percepi subito un?incongruenza tra il tono altezzoso, "autoritario e arrogante" dei mea culpa che fluivano "troppo prontamente" dalle labbra dello speer pubblico, e quell?uomo timido, dotato di humour e fascino, abitato da una profonda tristezza, che le parlava "con una strana inflessione interrogativa nella voce". catturata da un?ambivalenza tanto sconcertante, sereny si prefisse lo scopo di "comprendere albert speer", costruendo questa memorabile inchiesta basata sulle lunghe conversazioni che per molti anni intrattenne con lui, e spingendosi tanto a fondo nell?interrogazione del suo conflitto interiore da determinare una vicinanza che le costo numerose critiche - fu lei stessa una volta a definirlo senza difficolta "un uomo superiore", e si dovrebbe riflettere sul peso di questa a

mentre da ogni parte vengono a cadere - o per lo meno oscillano pericolosamente - i presupposti di ogni legge, il pensiero tende sempre piu a concentrarsi, in ogni ambito, sulla legge stessa. e questa una condizione al tempo stesso originaria e cronica del moderno: qualcosa che sembra sempre succedere per l?ultima volta - e invece continua a succedere ogni giorno. massimo cacciari ha posto al centro di questo libro tale situazione paradossale e sfuggente, all?interno della quale tuttora viviamo. e, all?interno del nostro secolo, ha isolato, negli ambiti piu diversi - dalla riflessione matematica (brouwer) a quella giuridica (schmitt), dalla pratica letteraria (kafka) a quella pittorica (malevic, mondrian, klee), dal pensiero artistico (florenskij sull?icona) a quello religioso (rosenzweig) -, alcuni casi esemplari di quell?ostinato cozzare contro la stessa parola: legge. ma non si tratta qui di scoprire influenze nascoste o contatti. l?ambizione e ben piu radicale: ogni volta si individuano sconcertanti isomorfismi fra gesti di pensiero che appartengono a regioni lontane. e cosi anche repliche e opposizioni trasversali. si comincera dal contrasto irriducibile fra il nomos di carl schmitt, legato a un territorio e radicato in esso, e la legge di franz rosenzweig, che impone un perpetuo esodo ed esilio da tutto cio che e ancorato a una terra. in quel contrasto si danno gia i termini che risuoneranno poi in tutto il libro. ma il centro non puo che essere kafka. e qui, sottoponendo a un?analisi serratissima i testi (e soprattutto l?impianto stesso del processo e del castello), cacciari e riuscito in un?impresa davvero improbabile: dire qualcosa di nuovo su kafka. da questo centro si irraggiano le fila di altri capitoli, tesi ogni volta a mostrare di quali ordini, di quali straordinarie decisioni sia capace una condizione, come quella nostra, sottratta a ogni presenza e affermabilita della legge. questo libro segna l?ingresso in una regione dai confini oscuri dove il pri

chi e` malik mir sultan khan? l`uomo misterioso di cui parla tutta new york, lo scacchista col turbante che ha battuto capablanca, rimane un enigma per chiunque lo incontri. si sa che e` nato nella foresta del punjab, dove ha imparato l`antica arte del chaturanga, si sa che una tigre lo insegue da sempre e che mrs abbott gli ha lasciato in eredita` la sua rolls-royce. in bilico fra oriente e occidente, talento e strategia, karma e destino, la storia vera e immaginaria dell`umile servo che per un istante divenne re. il chaturanga e` l`antenato indiano degli scacchi. si dice che quando gli uomini sono concentrati su quelle pedine dalle strane forme animali dimentichino tutto, come se dalle loro mosse potesse dipendere la distruzione o la salvezza dell`intero universo. apprenderne l`arte e` un percorso impervio, ma non per malik mir sultan khan. gli de`i, o il caso, gli hanno donato un talento naturale che lo portera` in breve tempo a diventare il piu` imbattibile scacchista degli anni trenta. ma un dono divino puo` essere duro da sopportare, soprattutto per chi sa di essere destinato ad attraversare l`esistenza soltanto da spettatore. nei suoi sogni di bambino e` apparsa una tigre, che poi si e` fatta reale portandogli via entrambi i genitori. ma sara` quella stessa tigre a permettergli di entrare alla corte del maharaja che - notando la sua abilita` nel gioco - lo condurra` in europa a gareggiare nei piu` importanti tornei di scacchi. cosi` il giovane servo, da molti considerato un `idiot savant`, arrivera` ad affermarsi fino a battere l`ex campione del mondo capablanca, intrecciando la propria storia con quella di un`europa lacerata, ormai sull`orlo della seconda guerra mondiale. paolo maurensig torna a muovere i suoi personaggi nell`universo affascinante e ricco di storie degli scacchi, regalandoci il ritratto sorprendente di un personaggio che ribalta continuamente l`immagine del campione, e i nostri pregiudizi occidentali.