



dei brigatisti si ripercorrono le vicende personali, le mosse durante il sequestro, i contrasti interni, i sentimenti e le reazioni alle risposte dello stato, i colloqui con l`ostaggio, la vita clandestina nella giungla metropolitana grazie alla quale i ricercati sono passati indenni dai controlli di polizia nella citta` assediata, fino alla tormentata decisione di uccidere il prigioniero come unica conclusione possibile della "battaglia" ingaggiata col rapimento. nella dc emerge un atteggiamento che col trascorrere dei giorni va dalla sorpresa alla sofferta consapevolezza di ritrovarsi paralizzati per una ragione di stato contro la quale moro combatte la sua personale battaglia dalla prigione brigatista.

"immaginiamo una messina in mezzo al mediterraneo cosi` come shakespeare se la poteva immaginare: esotica, viva, crocevia di magheggi, che avrebbero fatto di una festa nuziale il complicato intreccio per una giostra degli intrichi. immaginiamola seguendo con le orecchie la parlata di quei personaggi che, nel vivo di un dialetto carico di umori e ambiguita`, dipana le trame di una vicenda originariamente semplice, ma dai risvolti complicatissimi. immaginiamo che tutto cio` sia il frutto di un carattere tipicamente mediterraneo, se non propriamente siciliano, ed ecco che potremo anche credere, anche solo per una volta, che william shakespeare, di stratford, sia potuto essere quel tale michele agnolo florio crollalanza partito in fuga da messina. poiche` non c`e` nulla di piu` meravigliosamente siciliano che il poter complicare, da un dato semplice, una vicenda fino a farla diventare surreale. ecco, questo `troppu traffici ppi nenti` e` il modello eterno di un carattere terribilmente semplice, come quello siciliano, che ama complicarsi l`esistenza in un continuo arrovugliarsi su se stesso."





dove eravate tutti. dov`erano i padri, soprattutto. dentro il declino civile di un paese, cosi` risuona l`essere giovani contro l`eta` adulta, contro l`assenza, contro il silenzio. italo tramontana archivia la memoria degli ultimi vent`anni, quelli familiari e quelli pubblici, come se la sequenza delle prime pagine dei giornali dispiegasse l`evidenza della sua storia, con la caduta di bettino craxi, l`interminabile seconda repubblica, l`attentato alle torri gemelle e l`elezione di barack obama. ma intanto, nei giorni del calendario privato, il padre di italo, insegnante neo-pensionato, investe con l`auto un ex studente davanti alla scuola. a tutti sembra un atto deliberato di violenza. e tanto basta a sfaldare gli equilibri domestici. ora ci sono un padre umiliato, una madre in fuga, un minaccioso tendersi di distanze. che tuttavia va di pari passo con il riaffiorare, bella e insinuante, di quella che era stata la bambina scirocco, e con il suo imporsi sulla prima pagina degli affetti. lo spazio che si apre tra la cupa attualita` e un amore possibile disegna una strada, spazza gli anni senza nome che il giovane italo ha vissuto e ripercorso in una ostinata "archeologia di se stesso". ci vuole uno scatto, fuori dalla passivita` delle emozioni. quasi fosse la nuova citta` simbolo dei destini incrociati, berlino diventa la scena cui andare a cercare, cercarsi, rispondersi. in attesa di sapere dove siamo, tutti.

"i malavoglia" e` un romanzo che nasce da una profonda riflessione sulle strategie della letteratura. questa edizione ricostruisce nell`introduzione e nell`appendice la storia del testo attraverso le sue fasi e i suoi mutamenti. l`ampio commento a pie` di pagina sottolinea l`organizzazione delle sequenze e la funzione dei motivi, individua le voci principali del romanzo e i controcanti interni e fornisce gli elementi per comprendere i congegni della macchina narrativa. vi e` anche un indice dei proverbi citati nel testo che documenta i rapporti dello scrittore con la cultura popolare.

un ritratto di tre grandi personaggi letterari: wilde, gide e le`autaud. le scelte trasgressive, l`anticonformismo, la passione civile e gli scandali che segnarono le vite straordinarie di questi scrittori.

e dentro le stanze che le famiglie crescono: strepitanti, incerte, allegre, spaventate. giovani coppie alle prime armi, pronte ad abbracciarsi o a perdersi. come nora e suo marito. ma di quelle stanze bisogna prima o poi spalancare porte e finestre, aprirsi al tempo che passa, all`aria di fuori. "a lungo andare ogni amore ha bisogno di qualcuno che lo veda e riconosca, che lo avvalori, altrimenti rischia di essere scambiato per un malinteso". e cosi` che la signora a., nell`attimo stesso in cui entra in casa per occuparsi delle faccende domestiche, diventa la custode della loro relazione, la bussola per orientarsi nella bonaccia e nella burrasca. con le pantofole allineate accanto alla porta e gli scontrini esatti al centesimo, l`appropriazione indebita della cucina e i pochi tesori di una sua vita segreta, appare fin da subito solida, testarda, magica, incrollabile. "la signora a. era la sola vera testimone dell`impresa che compivamo giorno dopo giorno, la sola testimone del legame che ci univa. senza il suo sguardo ci sentivamo in pericolo".







giovanni bietti ci accompagna, pagina dopo pagina, in un viaggio in quella sorta di lingua cosmopolita che e` la musica: una lingua capace di mescolare, intrecciare, fondere le diverse tradizioni a qualsiasi latitudine. da orlando di lasso agli ideali pacifisti e universali che hanno ispirato musicisti settecenteschi come francois couperin, ottocenteschi come beethoven o novecenteschi come be`la bartok, fino alle sperimentazioni contemporanee che coinvolgono le culture e le sonorita` extraeuropee, la musica si rivela un mezzo di scoperta del mondo. un modo per imparare a valorizzare le differenze, un`esperienza di sintesi e di arricchimento. perche` la musica puo` dirci molto su di noi, sugli altri, sul mondo.

tornato a itaca sotto mentite spoglie, ulisse si rivela a eumeo e a telemaco, organizza la vendetta, la esegue. ma come e` possibile che penelope non riconosca mai, neppure nel bagliore di un sospetto, lo sposo? a questa domanda risponde la penelope di luigi malerba, che, pur avendo riconosciuto subito l`eroe, tace. e nel silenzio si macera, chiedendosi: perche` ulisse si svela a tutti e non a me? non ha piu` fiducia in me? non l`ha mai avuta? il risentimento di penelope, in omero appena abbozzato nell`interrogatorio sul mistero del letto coniugale, innesca cosi` un dramma intimo che attira nel suo vortice anche ulisse, il quale giungera` a dubitare di se stesso, della propria celebrata astuzia, della propria incrollabile personalita`.


da oltre trent`anni l`italia vede attuarsi periodicamente soluzioni `irregolari` delle crisi politiche. ciampi, monti, draghi. da tempo i presidenti della repubblica si regolano come se fosse in vigore da noi la costituzione della quinta repubblica francese, o forse pensano che sia ritornato lo statuto albertino: convocano `qualcuno` che metta le cose a posto. non possiamo non chiederci se, tra le cause immediate di questa deriva, non ci sia il disinvolto e reiterato ricorso alla cosiddetta `unita` nazionale` e al conseguente assembramento di formazioni politiche ritenute antitetiche ma destinate a perdere, nel corso di tali esperienze, larga parte dei loro connotati. e` probabile che tutto questo si sia verificato sotto la pressione incalzante di costringenti strutture extranazionali in grado di imprimere una accelerazione. ma il problema ineludibile che abbiamo di fronte e`: a quale prezzo e con quale riassetto del nostro ruolo internazionale si sia prodotta una tale mutazione, e se essa sia irreversibile.
nonostante sia passato gia` un quarto di secolo da quando e` finito, la storia del novecento italiano e` tuttora molto presente nella discussione pubblica: ma intanto oltre il venti per cento della popolazione nazionale non ne ha una conoscenza diretta nemmeno per un minuto, essendo nato dopo il 2000. questo numero di cose spiegate bene racconta storie ed eventi che hanno composto l`identita` dell`italia del secolo scorso, dagli avvenimenti maggiori ricordati spesso nelle discussioni odierne, di cui a volte si sono persi i dettagli o si fatica a ricordare il reale svolgimento, agli episodi apparentemente minori e pop, che hanno comunque contribuito a portare cambiamenti significativi nella societa` e nella cultura delle italiane e degli italiani. il novecento e` stato il secolo in cui si e` fatta l`italia come la conosciamo, e i suoi episodi di storia, cronaca e vita quotidiana affiorano tuttora e rimarranno ancora nel prossimo futuro: conoscerli e spiegarli non e` un retorico e solenne esercizio di conservazione della memoria, ma un modo prezioso di comprendere questo paese e molte cose di cui parliamo e discutiamo, e di riconoscere quello che e` cambiato e quello che siamo ancora. e poi sono gran storie, anche quando sono piccole. con testi di chiara alessi, daria bignardi, claudio giunta, walter veltroni e della redazione del post. a cura del post e di nicola sofri. illustrazioni di alessandro baronciani.