

si immagina tra petrarca stesso e sant`agostino; ma essi non sono che personificazioni e drammatizzazioni delle due contraddittorie componenti dell`anima del poeta l`anelito religioso da una parte, la brama di gloria e la schiavitu` d`amore dall`altra in contrasto tra loro. ci troviamo di fronte quindi allo stesso conflitto che da` vita alla grande poesia delle "rime". ma nel "secretum" sant`agostino non esce vincitore dal colloquio la cui chiosa potrebbe essere un verso del "canzoniere" stesso: "ch`io vedo il meglio ed al peggior m`appiglio". petrarca, infatti, continuera` a scrivere poesia d`amore negli anni successivi: solo concludendo le "rime", all`avvicinarsi della morte, nella preghiera alla vergine chiedera` che lei lo perdoni dell`"error" e prenda atto dei suoi "cangiati desiri", affinche` "almen l`ultimo pianto sia devoto". si puo` ben dire che, per petrarca, letteratura e vita coincidono.

accanto a omero i greci collocavano, come loro secondo grande poeta, il beota esiodo. con lui si schiude una sfera sociale ben diversa dal mondo dell`aristocrazia e dalla sua cultura: se omero mette anzitutto in piena luce il fatto fondamentale che ogni cultura muove dalla formazione di un tipo d`umanita` aristocratica, in esiodo si rivela la seconda grande sorgente della cultura: il valore del lavoro. il titolo "le opere e i giorni", che i posteri diedero al poema gnomico di esiodo, lo dice perfettamente. l`eroismo non sta soltanto nella lotta dell`eroe cavalleresco con l`avversario che l`osteggia in campo, ma anche nella lotta silenziosa e tenace del lavoratore con la dura terra e con gli elementi. completano questa edizione il poemetto pseudoesiodeo "lo scudo di eracle" e il cosiddetto "certame", opera anonima che narra la leggendaria gara poetica tra esiodo e omero.




