
una satira irriverente e provocatoria pubblicata nel 1914, l`anno stesso in cui prendeva il via l`immane massacro di tutta una generazione. una commedia degli inganni che coinvolge una banda di truffatori tra francia e italia, maestri del raggiro e del travestimento; dei borghesucci cattolici convinti di dover accorrere dalla provincia francese a liberare il papa, a roma, dalla presunta e terribile prigionia in cui lo costringerebbe la massoneria nei "sotterranei del vaticano"; scienziati ferocemente atei e positivisti, bensi` di facilissima e altrettanto fanatica conversione alla fede; scrittori che della fede sono i portavoce, ma sono mossi dalle peggiori delle vanita` e lui, lafcadio, il figlio segreto e ribelle di tanta ipocrita societa` borghese.





"quando cominciai a pensare alla gatta cenerentola pensai spontaneamente ad un melodramma: un melodramma nuovo e antico nello stesso tempo come nuove e antiche sono le favole nel momento in cui si raccontano. un melodramma come favola dove si canta per parlare e si parla per cantare o come favola di un melodramma dove tutti capiscono anche cio` che non si capisce solo a parole. e allora quali parole da rivestire di suoni o suoni da rivestire di parole magari senza parole? quelle di un modo di parlare diverso da quello usato per vendere carne in scatola e percio` quelle di un mondo diverso dove tutte le lingue sono una una e le parole e le frasi sono le esperienze di una storia di paure, di amore e di odio, di violenze fatte e subite allo stesso modo da tutti. quelle di un altro modo di parlare, non con la grammatica e il vocabolario, ma con gli oggetti del lavoro di tutti i giorni, con i gesti ripetuti dalle stesse persone per mille anni cosi` come nascere, fare l`amore, morire, nel senso di una gioia, di una paura, di una maledizione, di una fatica o di un gioco come il sole e la luna fanno, hanno fatto e faranno".










