
il ballo che da` il titolo non ci sara`; e nemmeno la preparazione. aleggia forse l`attesa, ma come di un evento abituale, che si ripete ogni anno. per cui il ballo degli orgel e` un punto d`arrivo e si racconta invece cio` che successe, nei tempi precedenti il loro ballo, ai coniugi conti orgel, grandi aristocratici di antichissimo lignaggio. pubblicato nel 1924, un anno dopo la morte precocissima a vent`anni del suo autore, quel radiguet del romanzo-mito "il diavolo in corpo" che per generazioni ha rappresentato in letteratura l`inquieto universo delle crisi giovanili, questo suo secondo e ultimo romanzo, concluso ma non rivisto, fu sottoposto all`opera di revisione redazionale di cocteau.

protagonisti del libro sono il malinconico e brusco commissario boffa, e la sua spalla, l`amico senza nome che racconta in prima persona quello che capita. in una cittadina marchigiana, in un palazzo frutto della speculazione politico-edilizia, e` uccisa un`anziana signora solitaria e dal passato fuggente. secondo boffa, l`assassino non puo` che provenire da quel condominio di appartamenti, abitati dal ceto medio emerso negli anni del miracolo economico. la vedova, l`impiegato di concetto, il commerciante, l`ingegnere scapolo, il giovane perdigiorno ed eccentrico, il farmacista, le loro famiglie e i loro segreti: tutti si odiano, ma uno e` l`assassino.

arrivano alla polizia di una cittadina del sud dell`inghilterra due informazioni molto riservate: che un sergente ormai alla soglia della pensione e` nel libro paga di un boss locale, e che il figlio ritardato di questo boss e` stato rapito per vendetta da una banda rivale. il sergente corrotto, hubert scott, disperato congegna un ricatto ai danni dei colleghi; mentre il boss, detto "tenerezza", muove tutte le sue pedine, in un misto di ferocia e pieta`, per riavere il figlio amatissimo. lo sforzo della polizia sara` quello di minimizzare il danno dei due corsi di eventi, giocandoli in qualche modo l`uno contro l`altro, infischiandosene delle conseguenze umane. gestori del disordine (o registi della cospirazione) sono il soprintendente harpur e il suo superiore assistente commissario capo iles, i due personaggi che si ritrovano in tutta la serie poliziesca cui appartiene questo romanzo. opposti in tutto: harpur, il "buono", e` velenoso e insieme adulatore verso il suo superiore le cui azioni punta a moderare; iles, "desiderava con tutto il cuore di essere una persona buona e responsabile", ma l`egocentrismo distrugge le intenzioni; "sono l`angelo gabriele e il satana dei ragazzi in blu". "protezione" fa parte di una serie poliziesca ambientata nell`inghilterra sud occidentale. il tema della serie e` la zona grigia tra legge e crimine: informatori, infiltrati, poliziotti disposti a farsi corrompere, delitti insabbiati e inchieste "aggiustate".

"grand hotel", della austriaca vicki baum, e` stato uno dei primi best seller internazionali. pubblicato in germania nel 1929, presto tradotto in tutta europa, gia` nel 1932 era diventato quel film da oscar (con greta garbo e john barrymore) che oggi ricordiamo meglio del romanzo che ne era all`origine: con la battuta finale -"grand hotel, gente che va, gente che viene" - che volgarizzava la fine del libro: "si entra, si esce... si entra, si esce... si entra, si esce... d`altro canto, e` cosi che e` la vita". difatti e` l`ambientazione - il grand hotel, appunto, in quegli anni simbolo popolare di vita privilegiata e moderna, sogno di massa -, il principale fattore, forse, del grande successo di lettori. "gli hotel offrono opportunita` infinite asserisce la scrittrice monica ali -. ogni ospite potenzialmente ha una storia. altre storie nascono quando gli ospiti interagiscono. basta il ruotare di una porta girevole. "grand hotel", di vicki baum, dimostra questo principio alla perfezione. sei persone si fermano in un albergo e nei successivi cinque giorni le loro vite si intrecciano. il romanzo si muove tra personaggi storie e luoghi diversi e solo il "grand hotel" fa da collante a tutti questi frammenti. un movimento frenetico, che trascina il tragico passato di ciascun personaggio in un`apparente pausa del presente in cui al contrario i destini si compiono.

l`eta` delle rivoluzioni porta dovunque in primo piano l`emergere di nuovi soggetti, e con essi, di nuovi diritti. soggetti e diritti a lungo contestati e che sono oggetto per tutto l`ottocento di accesi dibattiti. la storia della rivolta minorile nella "colonia" penale di mettray, oggetto del "rapporto segreto sull`infanzia al xix secolo" che soriano attribuisce alla penna di gobineau, e` in tal senso significativa. l`anelito alla libera autodeterminazione si scontra qui con i piu` sottili calcoli di un potere capace di smontare, dall`interno, ogni possibile coscienza, e di raggiungere, attraverso una contabilita` dell`odio precisa ed efficace, l`obiettivo del miope asservimento della coscienza al potere.




"la mia ambizione e` cercare una soluzione alla tua malinconia e il vero cammino me lo indico` un grande poeta della fredda inghilterra, colui che fece dire a uno dei suoi personaggi, quasi pazzo per eccesso di senno, "dammi un`oncia di muschio, buon farmacista, per profumare la mia immaginazione". io non vorrei essere niente di diverso da questo, un buono speziale, un farmacista, il padrone delle ricette per profumare la tua fantasia". dunque, in questo ricettario, il vero nutrimento, per le signore a dieta di felicita`, saranno le pillole di saggezza che le ricette trasmettono. ciascuna di loro risponde a un`esigenza che non e` della pancia: la prima ricetta e` destinata a quella che dell`amato patisce "il peso invisibile dell`assenza", l`ultima per chi "un giorno sentira`, se non e` ancora arrivata, la tremenda desolazione della convivenza". e (esempio a caso) per l`insonnia e per l`oblio non si offre alcuna ricetta, perche` per dormire e dimenticare i rimedi sono troppo simili alla morte che non ha bisogno di nutrirsi. invece esiste il rimedio per la dama ammalata di parole: "se un giorno ti ammalerai di parole... se avrai la nausea quando senti `orribile` o `fantastico`". l`autore, il colombiano faciolince, avvolge questo libro in un`ironia affettuosa che fa pensare davvero ai boudoir delle signore di una volta. eppure, dalla sua pagina si solleva intensa, facendosi spazio tra la leggerezza e l`ironia, un`intelligenza, e un bisogno di ragionare con chi legge di filosofia.

il posto che bruce springsteen occupa nel pantheon del rock e` frutto principalmente dei dischi e degli infuocati concerti fatti con la e street band negli anni settanta e ottanta. incentrato su nuove interviste a compagni e colleghi di springsteen, questa illuminante biografia di clinton heylin cattura il boss nella fase classica della sua carriera, offrendo un vivace ritratto della sua ascesa da provinciale di asbury park a megastar internazionale. heylin traccia con cura i progressi di springsteen come songwriter e come performer, pedinando le prime svolte che condussero l`artista al fatale incontro con il mitico dirigente della columbia john hammond. disseppellendo vario materiale d`archivio, registrazioni, bootleg, appunti della sony, ci svela l`evoluzione del processo creativo di springsteen, facendo luce sul ruolo del pianista/arrangiatore david sancious e su quello di little stevie van zandt. il ritratto di bruce che emerge da queste pagine mostra un uomo determinato a rendere viva la sua visione d`autore, restando fedele alla sua musa anche a costo di frustrare la band e la casa discografica gettando via interi album di grandi canzoni. la narrazione ricca di sfumature di heylin rivela il contrasto tra gli esaltanti concerti grazie ai quali la band e` diventata leggendaria e i dischi di studio dalla cui difficile gestazione si evince l`ossessivo perfezionismo del loro creatore.


