
in un libro e un cd audio che raccoglie brani di trasmissioni divenute "storiche", la lunga strada fatta da una radio milanese che ha segnato trent`anni di vita italiana. oggi, e ormai da tre decenni, "radio popolare considera valori irrinunciabili la propria indipendenza e la propria funzione di servizio. e considera un diritto essenziale della persona quello di poter comunicare ed essere informata. "partendo da questi presupposti", citati dalla "dichiarazione d`intenti" della cooperativa che fin dalla creazione guida e forma l`ossatura della radio, quest`ultima "opera in controtendenza, privilegiando la lettura critica della realta`, con l`intento di scoprire, verificare, sollecitare, evidenziare cio` che non appare."


edgar degas era schivo, taciturno, intransigente. e molto solo, perche` solo, e isolato (soprattutto dagli artisti suoi contemporanei) voleva essere. frequentava pochissimi amici, andava in pochissime case. una di queste fu, per vent`anni, quella degli hale`vy: tra il 1877 e il 1897 rari erano i giorni in cui non pranzasse o cenasse da loro, perche` li` si sentiva accolto, e finanche protetto, da quello , da quella . ad ascoltare, affascinato, le parole di degas, c`era un ragazzo, che poi le annotava accuratamente nel suo diario. e che nel 1960, quasi ottantottenne, si decise a pubblicarle. grazie a daniel hale`vy scopriamo, di colui che sin dall`adolescenza gli aveva dato , le battute fulminanti e i paradossi acuminati, il rigore scontroso e i furori intellettuali. ma anche lo stupore incantato con cui degas ascoltava, o narrava lui stesso, una fiaba delle "mille e una notte", o la che gli dava leggere agli amici uno dei suoi sonetti. piu` di ogni altro, daniel hale`vy ha saputo cogliere il suono della , soprattutto quando era - quando lasciava affiorare l`ombra tormentosa di quella che aveva segnato la sua esistenza.