
un invito rivolto a chi ne vuole fare un mestiere o a chi e` semplicemente curioso di sapere che cosa bolle nella pentola dell`archeologia. daniele manacorda insegna metodologia della ricerca archeologica all`universita` di siena. ha condotto numerose ricerche in italia e all`estero, occupandosi in particolare di storia dell`archeologia, di cultura materiale, di archeologia urbana.



parigi. e notte fonda. l`ispettore schneider aspetta di iniziare il suo turno. il blues in sottofondo viene interrotto dallo squillo del telefono. da uno dei locali della notte parigina, un collega lo riporta alla quotidianita`: il cadavere di un pezzo grosso, un nuovo omicidio, una nuova indagine. ma l`indagine, la descrizione del meccanismo poliziesco, non sono che il pretesto per l`autore per raccontare la storia di una vendetta e per dipingere il ritratto di un uomo perduto, la cui vita e` diventata un lungo suicidio.











"scrivevo poesie serie, tragiche" ha detto nel 1991 zbigniew herbert in un`intervista, paradossalmente deplorando l`abolizione della censura seguita alla caduta del muro. "adesso scrivo sul mio corpo, sulla malattia, sulla perdita del pudore". in questa nuova atmosfera lirica, infatti, il poeta i cui versi iosif brodskij aveva definito come "una nitida figura geometrica... incuneata a forza nella gelatina della mia materia cerebrale" (versi, aggiungeva, che il lettore si ritrova "marchiati a fuoco nella mente con la loro glaciale lucidita`") - ebbene, quello stesso poeta che era stato cosi` discreto, cosi` poco incline a parlare di se`, lascia spazio alle confessioni intime di un io che abita ormai "sull`orlo del nulla" e ci consegna una sorta di testamento spirituale. rimane, certo, il suo tono, quella "miscela di ironia, disperazione ed equilibrio" che gia` incantava brodskij; e rimangono i temi che sempre sono stati al centro della sua ricerca espressiva: la memoria come vicinanza al passato e alla tradizione, l`azione corrosiva del tempo, il viaggio come fonte di ispirazione: ma accanto a questi c`e` ora la stoica accettazione della sofferenza fisica e psicologica, accompagnata dalla gratitudine (cosi` si legge nelle esserne composizioni di breviario) per tutta "questa cianfrusaglia della vita" (e soprattutto, scrive, "per le pasticche di sonnifero dai melodiosi nomi di ninfe romane") - una vita che si lascia, tuttavia, con il "cuore pieno di rimpianto".












ha scritto la rochefoucauld nelle sue massime. la visione diretta della grande luce e del grande buio sono per noi intollerabili. si puo` essere ciechi per troppa luce o per troppo buio. per questo occorre abituarsi gradualmente all`una come all`altro. ed e` proprio cosi`, per gradi, che queste lezioni di tenebra ci portano al grande buio, al cuore nero della storia: auschwitz. in un racconto nutrito di biografia, che diventa anche biografia di una generazione, l`autrice esplora, pagina dopo pagina sempre piu` in profondita`, il rapporto con sua madre, l`unica di due famiglie numerose a essere sopravvissuta alla shoah, insieme al padre: ebrei polacchi, vissuti in germania, dove la figlia helena e` cresciuta sentendosi totalmente estranea al mondo tedesco e alla sua cultura, pur usandone la lingua. non soltanto una memoria sulla shoah, ma un resoconto appassionato e allo stesso tempo lucido che punta a misurare l`intensita` del contraccolpo nella generazione successiva. e il contraccolpo sta nell`impossibilita` di avere radici, nella confusione linguistica, nel bisogno disperato di appartenere e nella condanna crudele di sentirsi estranei, comunque e dovunque. sta nello stupore di fronte al destino, al male, alla sorte: .
la terapia basata sui processi si presenta come un approccio "laico", adottabile da piu` orientamenti psicoterapeutici, e traghetta le psicoterapie oltre il dsm fondandole su un comune terreno scientifico. in questo manuale lo psicoterapeuta e` condotto passo dopo passo in una concettualizzazione del caso e alla scelta degli strumenti terapeutici empiricamente validati ritenuti piu` adatti ad agire sulle variabili identificate.
