
figura contraddittoria, nascosta dietro molte maschere, yukio mishima ancora oggi e` un personaggio scomodo, segnato in modo indelebile da quella morte spettacolare e sinistra - lo scrittore esegui` il seppuku, il suicidio rituale della tradizione - che nel 1970 suscito` in giappone un malessere e un`emozione diffusi. scott stokes ne ripercorre la vita a partire dall`adolescenza e dal primo destarsi di quel senso della bellezza che nutrira` ansiosamente i "quattro fiumi" della sua vita, come mishima stesso li chiamava: la scrittura, il teatro, il corpo, l`azione.

"la forza di una vita fragile" racconta una storia emozionante. sophie e damien lutz sono i genitori di philippine, una bambina affetta fin dal concepimento da una grave lesione cerebrale. philippine secondo i medici non doveva nascere. perche` non sarebbe sopravvissuta o comunque sarebbe morta quasi subito. l`aborto sembrava la soluzione naturale. ma sophie e damien fecero una scelta diversa. oggi philippine ha sette anni, non parla, non muove un muscolo, abbozza ogni tanto quello che si direbbe un sorriso e interroga le nostre coscienze.








l`attesa abita le immagini del cretto, attesa e potenza che ricordano le immagini che siragusa aveva fatto nelle cave di marmo, l`onnipresenza della materia, a scala diversa, diversamente lavorata, dalla luce o dalle macchine; qui punto di partenza per il genio creativo di michelangelo, a gibellina realizzazione massima, a dimensione di citta`, dell`opera di burri. pagina dopo pagina, con siragusa si scopre e si accede a una nuova lettura del cretto, uno studio anatomico che ne rivela la forza quanto la fragilita`, la bellezza dei dettagli, lo stupore degli scorci, la magia dei labirinti. quando le rare viste dell`insieme appaiono, la sorpresa e` ancora piu` grande di fronte a una sorta di topografi a immaginaria, di citta` immobile, addormentata per sempre sotto un lenzuolo di cemento bianco.

