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...un`antica sapienza contadina - ancora viva tra gli anziani di questa terra - che l`autore ha raccolto e trascritto in questo libro, evitando note e fonetiche ortodosse, infarcite di incomprensibili segni diacritici, spesso poco leggibili ai piu`. per una migliore fruibilita`, l`autore ha scelto di condurre una trattazione condita di aneddoti e di sano umorismo, che ha sempre ritenuto "il sale della vita".

la liquefazione periodica del sangue di san gennaro non e` ufficialmente riconosciuta come miracolosa dalla chiesa cattolica, che piu` cautamente ora parla di prodigio. ma il fenomeno e` stato per secoli chiamato miracolo in testi liturgici approvati dall`autorita` ecclesiastica e in discorsi di vescovi, cardinali, papi e santi. l`inquisizione ha inoltre sottoposto a formali processi coloro che lo hanno attribuito a cause naturali. la questione del riconoscimento ufficiale, se ha un senso per gli ultimi cinquant`anni, ne ha dunque tanto meno quanto piu` ci si spinga indietro nel tempo. perche` quel mutare in determinate circostanze fu di fatto considerato un miracolo ed e` questo cio` che interessa allo storico. come si puo` pero` far storia naturale di qualcosa che per definizione supera l`ordine del creato? la ricostruzione che qui si abbozza non si interroga sul miracolo in se`, bensi` sulla cultura che lo ha identificato come tale. obiettivo di questo lavoro e` infatti ripercorrere in chiave antropologica gli sforzi compiuti da uomini e donne del passato per concettualizzare un fenomeno complesso e sfuggevole. il miracolo di san gennaro assurge cosi a punto di osservazione privilegiato da cui ripercorrere non solo la storia di napoli, ma anche e soprattutto l`evoluzione della mentalita` di chi, persino in terre assai lontane, con quell`appuntamento periodico si e` nel tempo confrontato. e consente di delineare una storia della meraviglia e della sua funzione conoscitiva.

questo secondo e ultimo volume affronta (ed e` un "taglio" assolutamente nuovo) la percezione dell`olocausto: narra in qualche modo la storia dopo la storia. come scrivono i curatori nell`introduzione "la percezione e la stessa conoscenza dell`insieme di eventi che va sotto il nome di shoah sono "come tutti gli eventi storici, ma qui con una portata e con conseguenze eccezionali" il frutto di un insieme articolato e molteplice di rappresentazioni che hanno conosciuto una complessa evoluzione, legata alle trasformazioni della memoria, dei quadri culturali e politici di riferimento, delle espressioni artistiche, dei mezzi di comunicazione. per lungo tempo, negli anni quaranta e cinquanta, l`olocausto scomparve dalla scena e dal dibattito pubblico internazionali e per molti versi anche dall`attenzione degli storici, e fu percepito come un episodio della seconda guerra mondiale, o comunque come una aberrazione della storia: il tragico ma circoscritto risultato di un`eclissi della ragione. fu a partire dagli anni sessanta che la riflessione storiografica e filosofica inizio` ad interrogarsi e a ripensare le reali dimensioni, le origini, i significati e le conseguenze di quegli eventi, grazie al contributo di storici come raul hilberg e george mosse (gia` preceduti dalle ricerche pionieristiche di le`on poliakov e gerhard reitlinger) e di filosofi come hannah arendt e theodor w. adorno.

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