



spesso e volentieri i filosofi (come croce a suo tempo, e derrida da ultimo) hanno assunto vico come patrono della propria filosofia. in questo volume trabant rivendica il ruolo anticipatore di vico per quanto riguarda un`altra disciplina, la sematologia, ossia la scienza dei segni, e l`influenza da lui esercitata sul pensiero di hobbes, condillac, herder, humboldt, altri filosofi che hanno dato un contributo decisivo alla sematologia.




in un interno pseudo-inglese - ma molto veneziano - il locandiere fabrizio accoglie e protegge una bella sconosciuta accompagnata da una servetta maliziosa e fedele; intorno a lei intrighi, maldicenze e un amore reso impossibile da una cupa faida familiare. goldoni riscrive cosi` la patetica storia della lindane voltairiana, vittima di un malvagio gazzettiere (in cui e` ben riconoscibile il temibile nemico dei philosophes elie-catherine fre`ron), che aveva entusiasmato le platee francesi e fatto scandalo. il testo varca le alpi e suscita in italia una gara di riprese da parte di giacomo casanova, gasparo gozzi e pietro chiari. carlo arriva per ultimo, nell`autunno del 1761, ma la sua sorniona riscrittura (che affetta all`inizio di non conoscere neanche l`identita` dell`autore) sbanca il botteghino con un successo che restera` costante per decenni. nella stagione delle villeggiature, e alla vigilia della sua partenza per parigi, egli si accosta abilmente a un componimento celebre di un grande intellettuale d`oltralpe, che e` anche un suo sponsor prestigioso, in un`emulazione audace e dissimulata. la sua riscrittura, su misura per gli spettatori italiani, elimina gli spunti satirici troppo aspri, valorizza le risorse degli attori che ha a disposizione al san luca, razionalizza la storia entro i parametri etici e teatrali della commedia riformata.

l`autrice traccia una vera e propria fenomenologia dell`amore dalle origini ai giorni nostri, raccontando le tappe fondamentali di una storia che avra` fine soltanto quando finira` il mondo. l`amore nella societa` maschilista della grecia e di roma; l`amore nel medio evo, dove infiammo` il cuore di poeti e cavalieri erranti meritandosi il titolo di "cortese" e via via, le sue continue mutazioni e le sue moltiplicazioni: castita`, lussuria, libertinaggio, ricerca sfrenata di sensazioni o di una purificazione in molti casi prossima al misticismo, le rigide e bacchettone regole del periodo vittoriano, la rivoluzione sessuale degli anni settanta.

se non sei pieno di debiti, se paghi in contanti, se non parli di soldi, se soccorri un automobilista ferito, se ti aspetti che in un albergo ti puliscano le scarpe lasciate fuori dalla porta anziche` buttarle via, se desideri mangiare una bistecca che non sia carbonizzata fuori e cruda dentro o piselli che non sappiano di plastica o panna che non ricordi il sapone da barba... non sei fatto per l`america. paul watzlawick, pendolare tra il vecchio e il nuovo mondo, descrive gli stati uniti a chi non li ha mai visitati, a chi sta per andarci, a chi conoscendoli gia` voglia vederli con occhio critico, offrendo un piccolo contributo `pratico` e mostrando taluni aspetti della vita americana di tutti i giorni.






sembrerebbe tutto semplice: un compositore sceglie un libretto e lo mette in musica, rivestendo le parole di note. per mozart e` il contrario: vengono prima la musica, poi le parole. perche` per lui la poesia deve essere `figlia ubbidiente della musica`. e al compositore che spettano le scelte drammaturgiche, e` la musica che deve determinare il `tono`, il ritmo, il senso stesso del dramma. e infatti nelle tre opere "le nozze di figaro", "don giovanni", "cosi` fan tutte", mozart non si limita affatto a valorizzare gli ottimi libretti di lorenzo da ponte. scopre possibilita` drammatiche latenti nelle pieghe del testo, lo reinterpreta, gli da` un senso nuovo attraverso la musica. gli elementi della partitura interagiscono in modo miracoloso nel creare uno specifico colore, una perfetta atmosfera, un preciso ritmo drammatico. con un linguaggio semplice e chiaro e l`aiuto di un gran numero di esempi musicali suonati e `raccontati` dall`autore stesso nel cd allegato, giovanni bietti conduce alla scoperta delle caratteristiche drammatiche e musicali delle tre opere mozartiane. scopriremo ad esempio perche` il "don giovanni", un`opera che comincia con un tentativo di stupro e un assassinio, e che finisce con la morte del protagonista, sia stato definito da mozart un`opera buffa. il senso c`e`, ma non lo si capisce semplicemente dal testo: bisogna tendere l`orecchio alla musica, al suo linguaggio e alla sua stupefacente varieta`.









