


questo classico della narrativa americana scava profondamente tra desideri repressi, conflitti, inquietudini e sentimenti custoditi nell`intimita`, celati sotto l`apparenza di una vita pubblica rispettabile e abitudinaria dagli abitanti di winesburg, cittadina dell`ohio. si tratta di un tema ricorrente anche in altre opere dello stesso periodo: la comune quotidianita` delle province americane all`inizio dell`era industriale sconfessa il mito di un`america puritana e conformista. all`occhio attento e profondo di anderson gli schemi ottimistici del positivismo, entro cui la societa` moderna vorrebbe incasellare le singole esistenze, si rivelano fragili e fallaci di fronte ai bisogni e alla liberta` dell`individuo.

un disegno storico della letteratura italiana secondo croce? nulla gli sarebbe stato piu` estraneo. "la `storia della letteratura italiana` quale per mio conto l`intendo" scrive nell`avvertenza a poesia popolare e poesia d`arte (1933) "e` l`indagine, la discussione e lo schiarimento di quei punti, quegli autori e opere, della nostra letteratura, che reputo finora non abbastanza, a mio senso, schiariti": di necessita`, una suite di saggi e monografie, dedicati all`analisi di cio` che caratterizza il singolo artista. cosi`, quella che qui si offre e` piuttosto un`antologia di quanto croce, nell`arco di sessant`anni circa di attivita`, ha scritto in materia di letteratura italiana, dalle origini sino al novecento. e scopriremo, percorrendola, che croce non ha trascurato alcuno dei suoi momenti principali, tornando spesso su taluni argomenti, magari per correggersi; che da vero pioniere si e` occupato di temi poco frequentati e ha divulgato innumerevoli testi inediti o minori; ma soprattutto che a lui si deve un vastissimo, originale patrimonio di analisi, idee e giudizi storico-letterari, insostituibile fondamento per gli studi. un patrimonio che oggi - liberi da profili, panorami, lineamenti e quadri storici della letteratura - possiamo finalmente ritrovare, assaporando una scrittura che rappresenta, sono parole di gianfranco contini, "la massima prosa non d`arte, prosa insieme democratica e controllata, per di piu` ricchissima d`invenzione terminologica, di quella che egli chiamava la nuova italia".

