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orfana del padre, eiko vive con la madre e la nonna, proprietarie di un ristorante. finito il liceo, la giovane decide di trasferirsi a tokyo e trova un`occupazione in un ristorante indonesiano, l`arcobaleno. alla morte delle due donne, si ritrova completamente sola. per vincere il dolore della perdita, eiko si concentra completamente sul suo lavoro. il signor takada, proprietario dell`arcobaleno, si dimostra molto solidale e comprensivo con lei e le propone di aiutare la moglie incinta nella conduzione domestica. questo nuovo impegno, a contatto con un ambiente in apparenza tranquillo, consente a eiko di riprendersi. ma presto si accorge di quanto siano orribili i rapporti tra il marito e la moglie, fatti di bugie e tradimenti.

il libro raccoglie il materiale di sei conferenze e diventa occasione per riflettere sulla distanza fra l`uomo ipoteticamente senza connotazioni e l`uomo connotato. la definizione "l`altro"/"gli altri" puo` venir intesa come l`altro da se`, come l`individuo contrapposto agli altri individui, ma anche l`altro che affonda le radici nella diversita` di sesso, generazione, nazionalita`, religione. attraverso il reportage (che secondo kapuscinski e` il genere letterario piu` collettivo che esista) l`autore ricorda gli interlocutori incontrati sulle strade del mondo, quelli che raccontano la storia della loro vita o che parlano della societa` alla quale appartengono. questi interlocutori sono persone fatte da due parti spesso difficili da separare. una e` l`uomo chiunque, l`altra, sovrapposta e intrecciata alla prima, e` l`identita` razziale, culturale e religiosa. le due parti non appaiono mai distinte, allo stato puro e isolato, ma convivono influendo l`una sull`altra. kapuscinski fornisce in questo lavoro il suo punto di vista sulla percezione culturale delle persone.

tutto comincia con un passaporto e un poliziotto andato fuori di testa: l`anonimo protagonista, un giovane solitario che ha sempre dimostrato una certa predisposizione nel ficcarsi in guai piu` grandi di lui, viene coinvolto in un delitto. perseguitato da un commissario di polizia non trova altra soluzione che "scappare fortissimo", in un`avventura dai tratti balordi, da bologna all`elba, alla spagna (tramite tre sciroccati pirati comandati dall`enigmatica aivly) fino al messico, dove viene preso per l`erede di un mercante d`armi. la sua fuga gli fara` incontrare elio, uno sbandato italiano dedito a traffici... stupefacenti. a puerto escondido un ras locale cerchera` di coinvolgerli in una guerra tra bande, ma loro non ci stanno. una continua fuga sotto il sole del messico.

Il documentario di Ron Mann, Altman, offre uno sguardo sulla vita e sulle opere del cineasta Robert Altman (m*a*s*h, i compari, Nashville, i protagonisti e Gosford park tra gli altri) esplorando e celebrando l`epico viaggio di redenzione, lungo cinquant'anni, di uno dei registi più importanti e influenti della storia del cinema. Deciso a non piegarsi alle convenzioni di Hollywood o ai suoi dirigenti, Altman si fece amici e nemici e il suo stile unico gli valse lodi in tutto il mondo, ma anche qualche critica feroce, permettendogli di dimostrare che è possibile fare film veramente indipendenti.

nell`itinerario narrativo di nagib mahfuz, "il ladro e i cani" segna l`affrancamento da alcune proposizioni del realismo e la ricerca di uno stile in cui confluiscano quotidianita` e trascendenza, come segni esemplari del mondo concreto e del mondo fantastico. nelle vicende di un ladro che, attraverso la vendetta, insegue un`improbabile giustizia per il tradimento degli ideali giovanili, si celebra infatti la rappresentazione allegorica di una concezione tragicamente catartica dell`esistenza. le pagine del romanzo si affollano allora di personaggi identificanti le trascorse esperienze del protagonista e il rispecchiamento di questi in una mutevole realta` che sempre lo relega in quella dimensione dove verita` e menzogna coincidono annullando sia i miti del passato sia le speranze nel futuro. il saggio, il poliziotto, l`amico importante, la prostituta, l`oste, la moglie, il rivale e la figlia che lo rifiuta, costituiscono per sadi mahran un travagliato presente ossessivamente segnato dall`imperativo della rivalsa: un mondo fitto di viuzze, palmizi, taverne, periferie desolate, contrafforti sabbiosi e cimiteri prospicienti il deserto, in cui solamente il ricordo puo` guidarlo, dopo un cammino scandito da morti innocenti, all`appuntamento con il proprio destino. infine il pensiero di sadi mahran si aggruma intorno all`idea di un`entita` superiore, di cui la morte personifica l`araldo...

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