




il viaggio raccontato da gian piero brunetta e` quello dei "navigatori delle immagini" cioe` di coloro che sono riusciti a diffondere e interpretare con strumenti e apparecchi ottici forme e rappresentazioni di mondi reali e immaginari nei secoli che hanno preceduto l`invenzione del cinema. questo rito di iniziazione popolare ha origini lontane nel tempo ma, a partire dal cinquecento, si viene diffondendo in tutta europa grazie agli spettacoli ottici che favoriscono la partecipazione a una pratica di viaggio sedentario e immaginativo i cui esiti diventano ben presto sensazionali riuscendo a fondare una cultura visiva che raccoglie genti e popolazioni diverse per credo politico e religioso, lingua, cultura e appartenenza sociale. i racconti e gli spettacoli di magia luminosa iniziano infatti a modificare mentalita` e modalita` della visione e della percezione, creando, con la proliferazione anche di "luoghi delle immagini", quella cittadinanza comune e quell`habitat senza i quali certo il cinema non avrebbe potuto svilupparsi. i venditori ambulanti di stampe popolari che partivano dal trentino o i lanternisti savoiardi, i grandi illustratori degli spettacoli di panorama e diorama o i piccoli impresari di mondo nuovo o di cosmorama ci appaiono cosi` i discendenti dei narratori omerici e gli eroi di un`epopea finora mai realmente considerata, che seppe creare un forte tessuto connettivo nella storia dell`europa moderna e stabilire un ponte tra cultura alta e popolare.

da tre millenni, e in un ambito geografico e letterario di amplissime proporzioni, la regina di saba esercita il proprio fascino. anche nel mondo islamico la figura di bilqis possiede grande rilievo e se il corano le dedica solo pochi cenni, trovera` una grandissima fortuna nei secoli successivi, fortuna che raggiunge con l`opera di ta`labi (x-xi secolo) la sua piu` completa stesura. in questo testo, i pochi accenni del corano sull`incontro tra l`adoratrice del sole e il profeta salomone, si allargano in un vero e proprio racconto sulla genealogia della regina, sulle sue presunte origini demoniache e si amplificano sulla descrizione del suo regno nella verde terra dello yemen.



un testo esaustivo per imparare a fotografare dal ritratto classico a foto di gruppo fino a scatti spontanei.


questo libro, tributo alla memoria paterna edito in occasione del trentesimo anniversario della morte di cesare zavattini, raccoglie le fotografie scattate da suo figlio arturo in un lungo percorso di affettuosa frequentazione esistenziale e intellettuale. nel testimoniare un periodo importante della nostra storia culturale, attraverso le presenze, accanto a cesare zavattini, di uomini quali vittorio de sica, paul strand e hazel kingsbury, david alfaro siqueiros, e l`evocazione di imprese di rilievo quali la creazione del libro un paese, o la realizzazione del film il tetto, le fotografie introducono al rapporto di straordinaria complessita` intercorso, nella dimensione quotidiana, tra un figlio e un padre che hanno dedicato tanta parte della loro vita alle immagini. queste sono accompagnate da brevi scritti di gianni berengo gardin, francesco faeta, giacomo daniele fragapane, virgilio tosi, che evocano il mondo zavattiniano negli anni documentati, ponendo l`accento sul rapporto personale che ciascuno degli scriventi ha intrattenuto con i suoi protagonisti.


