
un uomo sulla soglia dei settant`anni confessa il proprio stato d`animo di fronte al mondo. lo fa in soliloqui mentre percorre ossessivamente, quasi in un incubo di ripetizione, le strade della sua citta`, diventata - com`e` ricorrente rappresentazione della citta` della narrativa di ferriera - una sorta di non luogo imprevedibile e carico di eventi casuali e inspiegabili, comici o disperati, affettuosi o violenti, indifferentemente. il suo andare e` cadenzato da ripetute cadute, un fastidioso continuo inciampare dei passi incerti che fa irrompere il protagonista, osservatore soggettivo, perentoriamente dentro i fatti cui assiste, trasformandolo da narratore a personaggio narrato. i suoi sono pensieri brevi, interrogano dubbiosamente su fatti e situazioni comuni, oppure narrano insignificanti avvenimenti che improvvisamente virano nell`emblematico: in parte considerazioni di un`ispida e incerta saggezza, in parte espressioni di smarrimento infantile, in parte disperate nostalgie e rimproveri al passare del tempo o scintille di speranza nel futuro; in parte sogni, visioni, forse deliri. e in ognuno di essi si sente riecheggiare in effetti la recita dell`assurdo di un grande uomo di teatro, come in un ultimo nastro.

nino motta, tipografo, abbandona milano e la famiglia (una famiglia disperata e ostile) e torna a messina, sotto le mentite spoglie del giornalista, per "indagare" sulla sua infanzia in collegio che, da sempre, e` rimasta intrappolata da una memoria "a macchie", incerta, segnata da un misterioso trauma. una volta in loco non ha difficolta` a far parlare quelli che tanto tempo prima sono stati i suoi compagni, anzi il suo invito a parlare li trasforma in generosi narratori orali. e cosi` le molte testimonianze si incrociano affollandosi intorno a due immagini che hanno accompagnato la vita di nino motta: il cappello del padre appeso in corridoio e la figurina della madre marietta che sale verso il collegio nel suo cappottino striminzito...

via xx settembre si trova poco lontano dal teatro politeama, nel cuore di palermo: e` qui che nel 1958, lasciata agrigento, viene a vivere la famiglia agnello. simonetta ha tredici anni, sta per entrare al ginnasio - il trasferimento e` stato deciso per offrire a lei e alla sorella chiara una vita piu` stimolante. a palermo si instaura un nuovo equilibrio familiare - il padre e` spesso assente per seguire la campagna, ritmi e abitudini sono dettati con ferrea dolcezza dalla madre. a ribadire la continuita` col passato, il piccolo mondo fatto di zii, cugini, persone di casa, amici, parenti. sullo sfondo, ma in realta` protagonista, una citta` in cui alle ferite della guerra si stanno aggiungendo quelle, persino piu` devastanti, della speculazione edilizia. fastosa e miserabile, palermo seduce simonetta: la stordisce di bellezza e di profumi, la ingolosisce con le fisionomie impassibili dei pupi di zucchero e l`oro croccante delle panelle. nondimeno si insinua la percezione di un degrado sempre piu` evidente. la citta` le si rivela mentre lei si rivela a se stessa, attraverso un mondo muliebre vivissimo, attraverso l`amore per i libri, attraverso i primi barlumi di una coscienza civica e politica. imboccata via xx settembre, la formazione si consuma dentro un taglio prospettico che va oltre palermo e la sicilia: l`incombere del distacco che porta simonetta in inghilterra lascia intravedere una nuova maturita`, una nuova esistenza.