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il libro e` dedicato a bob dylan. l`idea di comporre "poesie da cantare", infatti, venne a ginsberg (1926-1997) in seguito a un casuale incontro con il grande menestrello americano, alla fine di una lettura pubblica newyorkese, nel 1971. l`intesa fu immediata e l`incontro tra i due si concluse in sala di registrazione. la testimonianza di quell`evento, e dei successivi sviluppi della ricerca poetico-musicale di ginsberg, e` affidata a questo libro in cui testi "politici", legati all`attualita` di quegli anni, si alternano a poesie di ispirazione erotica, a meditazioni spirituali, a fulminanti squarci di vita "on the road".

questo libro nasce quasi per caso: una figlia che va via di casa chiede alla madre qualche ricetta per la sua nuova famiglia, segreti culinari condivisi nella loro vita complicata, a volte conflittuale e dolorosa. una richiesta che fa esplodere, in maniera imprevedibile, incontrollata e percio` forse piu` libera, la memoria dell`autrice. annotare i piatti di famiglia diventa l`occasione per ripensare al proprio passato, riflettere su quelle origini che sono il nodo delle nostre esistenze. il padre ungherese che in italia non si e` mai sentito a casa sua; la madre sofferente sprofondata in una depressione da cui si liberera` soltanto con la morte, le tradizioni magiare che si combinano con la tradizione abruzzese fatta di cibi poveri e sempre troppo uguali, i piatti di cetriolo e yogurth con cui la nonna, nata a costantinopoli, alimentava il suo esilio e la sua memoria, il sapore acre della marmellata di rose, la lussuria appiccicosa del locum, lo strudel ai semi di papavero della zia rosa, transfuga nel 1956 di una ungheria di cui conserva gelosamente segreti preziosi. e la cucina il luogo della memoria, i ricordi si affollano, si sovrappongono, scanditi da quei piatti, sei in tutto, che fanno da titolo ai capitoli di questo libro e comprendono una intera esistenza.

"la schiena curva sul remo, ascoltavo le onde contro la prua ed il vento che spesso mutava, ora libeccio ora maestrale e qualche volta grecale, dalla grecia, dalla cara grecia, sempre lasciata con inutili pianti, perche` i marinai non sentivano ragione ed un po` di olio ed un po` di farina e naturalmente un po` di schiave, dovevano pur imbarcarle. per me era il secondo viaggio, con le altre e con gli altri che sul mare di giorno erano tutti legati ad una sorte e di sera, invece, alle prime stelle, scendendo a riva per la notte, chi comandava, chi obbediva e chi faceva servizi per tutti..."

"il tumulto" ruota intorno alla figura dello "junker ernst", un bambino fuori dal comune che sembra vivere in un mondo tutto suo, a cui la natura ha fatto un dono prezioso: una prodigiosa fantasia. e come spesso accade a chi non segue pedissequamente le regole, ernst rimane vittima della societa` crudele e ingiusta, accecata dall`odio e dalla superstizione - siamo nella germania del seicento e precisamente nella citta` vescovile di wurzburg, dominata dal regime del terrore instaurato dal vescovo phillip adolph e dal suo braccio destro, il terribile pater gesuita grope`p. l`epilogo, a lieto fine, consente a ernst di farsi narratore e raccontare di quel mondo immenso e fantastico a chi vive una grigia esistenza.

"parlare di moda vuol dire esprimersi sulle radici dell`essere sociale dell`uomo, sul gusto degli uomini nei loro tempi, vuol dire saper leggere e apprezzare attraverso l`arte figurativa e plastica, attraverso le immagini del teatro e del cinema, attraverso i costumi e le "divise", le raffinate manifestazioni della creativita` e della genialita` artistica, vuol dire saper leggere le mutazioni culturali delle generazioni e dei popoli. parlare di moda vuol dire insomma parlare dell`uomo, delle sue ricchezze e delle sue miserie, della sua grandezza e talora della sua meschinita`".

calli buie e semideserte, ponti e canali, portoncini oscuri, muri cadenti, le luci sotto le arcate dei ponti che si riflettono sull`acqua come bagliori di fiamme che si vanno spegnendo, i riflessi smorti nelle pietre dei palazzi, la cantilena delle sponde e poi ancora calli, campi e campielli, chiese, sagrati e scalinate: venezia e` lo scenario di questo monologo interiore. e la fine di un amore diventa solenne come la morte, in un`atmosfera di struggente decadenza.

un brillante avvocato ha la vita sconvolta da un`accusa ingiusta, all`origine della quale vi e` forse l`inesauribile rancore di un ex amico; ma dietro al lungo duello, fatto di vendette e paradossali rivalse, che separa i due uomini traspare in realta` l`inconciliabile opposizione di due stili, due visioni, della vita.

"col promuoversi i buoni costumi si promuove anche la pace comune de` cittadini e per conseguenza il bene di tutto lo stato. questa e` una verita` cosi` evidente che si prova da per tutto colla sperienza: quei sudditi che sono ubbidienti a` prece`tti di dio sono necessariamente ancora ubbidienti alle leggi de` principi. la stessa fedelta` che conservano i vassalli verso dio li rende fedeli ai loro sovrani. la ragione e` chiara: quando i sudditi sono ubbidienti ai divini comandamenti, cessano le insolenze, i furti, le frodi, gli adulteri, gli omicidi. e cosi` fiorisce lo stato, si conserva la sommessione al sovrano e la pace tra le famiglie."

una silloge di testi non narrativi di italo calvino: articoli apparsi su riviste e quotidiani, interventi a congressi, interviste, introduzioni, cataloghi, lettere... testi eterogenei per forma ma compatti per i temi trattati: dalla riflessione sul rapporto con il lettore al problema del tradurre, al legame con la tradizione e l`avanguardia.

romanzo per molto tempo conosciuto col titolo di "confessioni di un ottuagenario", titolo voluto dagli editori, che lo pubblicarono postumo nel 1867, perche` i lettori non avessero il dubbio si trattasse di un libro di propaganda politica. il protagonista, carlo altoviti (carlino) che l`autore dice essere nato nel 1775, narra nel 1858, i propri casi intrecciandoli con quelli dell`italia, dal crollo della societa` settecentesca sotto i colpi dei nuovi tempi rivoluzionari, al temprarsi della nazione italiana durante la restaurazione, alle prove di liberta` sui campi di battaglia.

vittorino andreoli per la prima volta pone sul lettino dello psichiatra i temi dell`economia e mette a nudo la societa` moderna, ossessionata dal denaro, terrorizzata dallo spettro della poverta`. quando i soldi si insinuano nella vita delle persone instillando dubbi, minando ogni sicurezza, mettendo in crisi le altre certezze; quando i soldi si trasformano in un virus che produce i sintomi della malattia, l`economia non basta. la psicologia ci aiuta a spiegare e a comprendere la natura illusoria del denaro - la falsa promessa che tutto si possa comprare, anche gli affetti - per ricondurlo invece alla sua condizione di semplice strumento, il cui uso irrazionale e scriteriato puo` arrivare a trasformare le esigenze in dipendenza, i desideri in angoscia. quello che andreoli ci propone non e` una nuova teoria economica ne` una facile soluzione consolatoria, ma una riflessione su come anche l`etica sia potuta diventare oggetto di contrattazione, un percorso per riappropriarsi del vero significato della vita, delle relazioni interpersonali e del vivere civile.

dramma in cinque atti in versi e in prosa, fu pubblicato nell`in folio del 1623. il nobile ateniese timone vive circondato e riverito dai rappresentanti di tutti i ceti della societa`; egli ricambia i loro doni con stravagante munificenza, offrendo e cercando amicizia quasi a voler rimuovere la solitudine della sua condizione. gli "amici" pero` lo abbandonano quando, sopraffatto dai debiti, egli chiede loro aiuto. ripudiato dagli amici, timone maledice anche la sua citta`. con l`oro trovato in una caverna tenta di distruggerla, finanziando ribelli, prostitute e banditi perche` portino rovine e malattie.

geniale creatore di superbe figure femminili, problematiche e inquietanti, euripide associa, in queste tragedie quasi "romanzesche", l`osservazione psicologica, sempre profonda e arguta, al gioco agile e leggero della fantasia, lasciando qua e la` affiorare aspetti da commedia. "elena" e "ione" appartengono ai cosidetti "drammi del caso", in cui i destini umani sono affidati non a un provvidenziale intervento divino, ma a un ceco moto d`eventi che ostacolando, mutando e deviando i progetti e le azioni degli uomini fa scaturire dai loro cuori e dalle loro menti una complessa, contraddittoria e molteplice umanita`.

nove racconti tutti concatenati da un gioco di sottili richiami. testi, di per se` indipendenti, rimandano agli altri grazie ad un luogo o un nome e partecipano al disegno di piu` percorsi di vita paralleli. una scrittura in movimento, musicale, fatta di temi e variazioni.

uno scrittore di successo narra in prima persona del suo incontro, nel porto di una imprecisata citta` italiana, con otonieri, un colto e singolare personaggio a capo di un fantomatico cenacolo di emarginati che hanno sviluppato una sorta di sistema filosofico. il narratore e` invitato a partecipare a uno dei convegni del club nel corso del quale ognuno e` chiamato a raccontare vicende che lo hanno visto protagonista o spettatore. e cosi` assiste al racconto di un capitano di lungo corso che si fa chiamare cardenio. egli narra del suo incontro con la sirena chimera che sposa e con la quale vive su un`isola del mare del nord. ma la sirena un giorno scompare in mare e cardenio intraprende un viaggio nei mari del sud, finendo naufrago su un`isola deserta. li` l`uomo incontra un`altra sirena, astlik, che diversamente da chimera rifiuta di farsi donna e cerca di convincere invece cardenio a seguirlo nel mondo degli abissi. ma il sogno non potra` realizzarsi, e a infrangerlo ci pensera` chimera, la sirena tradita.

figlio di teseo e della sua prima moglie, ippolito e` un adolescente casto e devoto ad artemide: passa il tempo a cacciare, disdegnando afrodite. per vendicarsi, la dea dell`amore escogitera` un piano crudele, facendo innamorare di lui la matrigna fedra, figlia di minosse e seconda moglie di teseo. da questo spunto nasce la tragedia di euripide presentata in questo volume, con la cura e la traduzione di davide susanetti.

pigalle e` il quartiere parigino a luci rosse che e` divenuto il simbolo del piu` degradato turismo contemporaneo. qui viene a vivere, tra prostitute e lenoni, travestiti e barboni, il giovane protagonista, charlie, che in un`alcolica discesa all`inferno, in una ricerca di morte che non si arresta davanti a nessun eccesso, deve e vuole dimenticare una vita familiare che lo ha tormentato e ossessionato. nel suo passato ci sono un`esistenza borghese apparentemente comoda, gli sfondi ridenti di una provincia italiana, l`amore di una ragazza, ma soprattutto la figura, dominante, del padre: autoritario, vincente, prevaricatore, vessatorio verso la moglie e tutti quanti lo circondano.

verso la fine del 1942 lodovico belgiojoso e gli altri membri dello studio bbpr entrano in contatto con la resistenza. dopo aver attivamente lavorato per tutto il 1943 al collegamento con le forze alleate e alla propaganda clandestina, nel marzo del 1944 belgiojoso viene arrestato, incarcerato a san vittore, mandato nel campo di fossoli e infine deportato a mathausen e poi a gusen, dove restera` sino alla liberazione nel maggio del 1945. in questo libro, corredato da disegni eseguiti in quegli stessi anni, racconta la terribile avventura, che e` soprattutto la storia di una strenua volonta` di sopravvivenza, che si attua attraverso la contrapposizione morale al persecutore e una resistenza etica che non implica egoismo.

(italo calvino)

fino a che punto una madre aiuta o mette in difficolta` un figlio negli anni della sua formazione? si puo` raccontare il rapporto tra una madre e un figlio? un confronto tra generazioni nel segno di un coraggio morale che non si ferma davanti alle verita` piu` difficili. il romanzo ha vinto il premio strega 1969.

in euripide si afferma il tema della famiglia come ciclo e assistiamo alla caduta del`eroe maschile. euripide invece dimostra cosa la donna puo` fare, nel bene e nel male: nei suooi impulsi di generosita`, nella sua astuzia paziente, nella cupa violenza dei suoi sentimenti, nella sua forza distruttiva.

l`agrimensore k. contempla il simbolo del potere. ogni sua azione e ogni suo pensiero sono rivolti a quell`incombente castello: la sua unica aspirazione e` mettersi al servizio del conte che vi dimora. ma le difficolta` sono insormontabili. quando tutti gli sforzi di k. si saranno rivelati vani, il caso gli offrira` l`occasione, tuttavia egli sara` troppo stanco per continuare la sua lotta. la solitudine, l`incapacita` di trovare nella trama dei gesti quotidiani un senso plausibile, la consapevolezza che a dominare e` una finalita` insensata perche` senza un fine: "il castello" - uguale e contrario del "processo" - denuda i punti cardine del pensiero di kafka, incastonandoli in una tensione narrativa che ci costringe a riflettere sul senso del nostro esistere.

Bulzoni Editore, 1980, IT. Raccolta di disegni, spettacoli e fotografie dell'attore e regista Sergio Tòfano, che nella sua lunga carriera si cimentò anche come scrittore e fumettista, inventando il celebre personaggio del
Signor Bonaventura pubblicato sul Corriere dei Piccoli.

con il "giulio cesare", opera ch eprelude al periodo delle grandi tragedie, shakespeare rivisita il conflitto esemplare e sempre attuale tra repubblica e impero, tra autoritarismo e democrazia, e magistralmente svela la dimensione teatrale delle politica, la sua retorica e la sua finzione. in questo dramma di carattere marcatamente politico ogni azione risulta inestricabilmente legata alla volonta` di far prevalere le proprie opzioni ideologiche e alla conseguente necessita` di persuadere il popolo per farlo aderire a esse. la storia si dispiega quindi come una grande arena della persuasione in cui la forza della parola, la simulazione e la dissimulazione forgiano i destini degli uomini.

c`era una volta un re che sposo` una scimmia. e cinque scapestrati, che gabbarono il re di francia e la figlia; tre soldati che sfidarono i giganti; i furbi che scommisero per sapere chi era il "mariuolo piu` fino", e infine giufa`, piu` allocco che mai: prima vende una tela a una statua, poi si fa truffare dalle mosche, si finge morto per non pagare i debiti, ma alla fine prende sempre legnate. otto fiabe per ridere insieme dell`imprudenza, della sbadataggine e della furbizia. eta` di lettura: da 9 anni.

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