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tutti sanno che nel 1964 dante isella restitui` il testo delle "note azzurre" affidato a sedici quaderni autografi dalla copertina azzurro oltremare -, consentendoci cosi` di accedere a un immenso diario in cui le notazioni autobiografiche si alternano a giudizi letterari e politici spregiudicati, a infiniti spunti di novelle e romanzi mai scritti, ad aforismi esemplari, a sarcasmi violenti e a fantasiose ironie, ad aneddoti non di rado scabrosi su contemporanei illustri o poco noti. pochi pero` sanno che gia` nel 1955 isella aveva allestito per ricciardi un`edizione nella quale figurava un mannello di dodici note splendidamente insolenti tralasciate, per motivi di opportunita`, nel 1964 (parimenti, alcuni nomi propri furono sostituiti da asterischi), e che quella magnifica e preziosa edizione non venne mai pubblicata: resa dall`editore agli eredi dopo la rinuncia da parte di ricciardi a distribuirla, la tiratura di circa 1.000 esemplari e` rimasta per oltre cinquant`anni relegata negli archivi della casa pisani dossi di corbetta presso magenta. in occasione del centenario della scomparsa dello scrittore (avvenuta il 16 novembre 1910), essa vede la luce, accompagnata da un ampio saggio di niccolo` reverdini che ne ricostruisce l`intricata, e appassionante, vicenda.

"possiamo domandarci perche` necaev mentisse, ricattasse, uccidesse. lo faceva perche` la "causa" ne aveva bisogno? o soltanto perche` era un assassino e un bugiardo? non e` facile rispondere a questa domanda: la voce di necaev non ci e` giunta, o ci e` giunta camuffata e mascherata. probabilmente necaev agiva cosi` per spirito di sistema. mentiva, scherniva, ricattava, uccideva perche` credeva che la diffusione generale della turpitudine spingesse la societa` verso l`abisso, dove voleva farla cadere. bakunin era troppo ingenuo per comprendere se stesso e il suo allievo. egli fu affascinato da necaev perche` avvertiva in lui questa mescolanza tremenda di `purezza` rivoluzionaria, di spirito distruttivo e di turpitudine. purtroppo, non c`e` attrazione alla quale l`uomo sia piu` sensibile." (pietro citati)

"di tutti gli azzardi letterari," disse una notte gabriel garcia marquez al suo amico mutis "l`unico davvero irrealizzabile mi sembra quello di scrivere una storia gotica ambientata ai caraibi". per tutta risposta mutis scommise il contrario. oggi i lettori della "casa di araucaima" possono giudicare l`esito di una simile sfida - e per molti non ci sono dubbi: si tratta di uno dei vertici nell`opera dello scrittore.

. (italo calvino)

ci sono libri che hanno la prodigiosa, temibile capacita` di dare, semplicemente, corpo agli incubi. "epepe" e` uno di questi. inutile, dopo averlo letto, tentare di scacciarlo dalla mente: vi restera` annidato, che lo vogliate o no. immaginate di finire, per un beffardo disguido, in una labirintica citta` di cui ignorate nome e posizione geografica, dove si agita giorno e notte una folla oceanica, anonima e minacciosa. immaginate di ritrovarvi senza documenti, senza denaro e punti di riferimento. immaginate che gli abitanti di questa sterminata metropoli parlino una lingua impenetrabile, con un alfabeto vagamente simile alle rune gotiche e ai caratteri cuneiformi dei sumeri - e immaginate che nessuno comprenda ne` la vostra ne` le lingue piu` diffuse. se anche riuscite a immaginare tutto questo, non avrete che una pallida idea dell`angoscia e della rabbiosa frustrazione di budai, il protagonista di "epepe". perche` budai, eminente linguista specializzato in ricerche etimologiche, ha familiarita` con decine di idiomi diversi, doti logiche affinate da anni di lavoro scientifico e una caparbieta` senza uguali. eppure, il solo essere umano disposto a confortarlo, benche` non lo capisca, pare sia la bionda ragazza che manovra l`ascensore di un hotel: una ragazza che si chiama epepe, ma forse anche - chi puo` dirlo? - bebe o tetete.

tarzan e` protagonista insieme alla moglie jane di una ennesima avventura. i due coniugi vivono in uno dei possedimenti africani di tarzan e trascorrono giornate circondati dalla valorosa tribu` dei waziri. un giorno, pero`, tarzan e` costretto a lasciare la sua tenuta aristocratica per tornare nella giungla, precisamente nella citta` di opar, il cui tempio e` custode dei tesori della leggendaria atlantide. eventi imprevedibili trasformeranno pero` l`occasione in una pericolosa avventura con situazioni intricate e colpi di scena.

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