

i maneggi di un fratello tronfio di vanagloria e una sorella spiritualmente isterilita dalle molte astuzie, per accaparrarsi una ricca eredita`, ai danni della madre, grettamente egoista, e dell`altra sorella, dal carattere solare e in fondo distratta. ma al di sotto dei disegni segreti, dei complotti sotterranei, delle miserie e delle vigliaccherie inconfessabili, delle alleanze e delle strategie, che movimentano il racconto e coinvolgono il lettore in un crescente desiderio di vendetta, si sviluppa quella che puo` definirsi la tragedia delle migliori intenzioni: la falsita` si insinua nascosta dalla certezza di essere in buona fede; l`odio prende il sopravvento come reazione al sentirsi poco amati; l`affetto protettivo verso chi sembra indifeso diventa giustificazione della piu` cinica avidita`. viene in scena la dinamica del familismo, la cui angustia si rivela il laboratorio ideale per distillare veleni micidiali dagli effetti tardivi. un romanzo che appartiene al tema della letteratura familiare, segnato da una lucidita` antisentimentale e dissacrante, ma con un tono lietamente umoristico e crudele che regala un finale libertino.


elizabeth clare prophet ci dimostra che nella vita di ogni essere umano esiste uno spazio di luce e purezza da dove e` possibile riprendere il cammino per ritrovare la propria anima.





i quattro dialoghi che costituiscono la settima tetralogia di platone, pur non essendo tra i piu` famosi, presentano molteplici motivi di interesse, "l`ippia maggiore" indaga una nozione fondamentale, il bello (kalon), concludendo in maniera apore`tica. "l`ippia minore", anch`esso apore`tico, affronta temi socratici legati alla questione dell`involontarieta` del male. "lo ione", che vede protagonista un rapsodo interprete di omero, tratta il tema della poesia come ispirazione divina e delle sue pretese di costituirsi come un`arte. "il menesseno, orazione funebre per i caduti in guerra, costituisce, in quanto prestazione retorica, un unicum nel corpus platonico. in passato ridotti al rango di satire scherzose prive di contenuto filosofico, questi dialoghi sono stati variamente riconsiderati dalla critica nell`ultimo cinquantennio. una valutazione adeguata della loro importanza dipende in gran parte dalla possibilita` di inquadrarli nel complesso della filosofia platonica. a questo proposito entrano in gioco criteri ermeneutici relativi al modo in cui leggere platone, su cui da sempre ha luogo lo scontro tra interpretazioni contrapposte. i dialoghi qui considerati risultano interessanti non solo per i loro contenuti strettamente teorici, ma anche in quanto elementi essenziali di un piu` ampio progetto, filosofico-pedagogico e letterario, in cui si dispiega compiutamente l`arte drammatica di platone.

"un mestiere antico come il mondo, che risponde a una necessita` degli esseri umani, a un loro bisogno fondamentale: quello di raccontarsi". cosi` uno dei maggiori scrittori contemporanei si racconta alla vigilia dei settant`anni in una lunga confessione-intervista: la sua difficile fanciullezza tra fascismo e repubblica, la milano degli anni universitari, la nascita delle passioni per l`arte e la letteratura, una drammatica storia matrimoniale, i primi lavori, gli anni dell`ideologia e del gruppo 63, il sessantotto, la scoperta delle storie da narrare. sebastiano vassalli parla anche di tv, religione e politica ("l`italia e` due paesi in uno. c`e` il paese legale, che e` sotto gli occhi di tutti, e c`e` il paese sommerso, illegale, che tutti piu` o meno fanno finta di non vedere"), con un capitolo dedicato al "signor b." ("se non ci fosse stato lui, sarebbe arrivato un altro con un`altra iniziale, o forse addirittura con la stessa iniziale"). alla fine la speranza e` riposta nella letteratura, "vita che rimane impigliata in una trama di parole".

il principe malvagio ha un sogno: conquistare tutti i paesi del mondo ed essere ricordato come il piu` grande sovrano di tutti i tempi. insieme al suo esercito spietato, saccheggia i paesi vicini, incendia i campi dei contadini e terrorizza intere popolazioni. il suo nome fa tremare uomini, donne e persino gli altri sovrani, ma in patria il principe e` considerato un eroe: con i tesori rubati altrove, costruisce castelli, chiese e archi, destando la meraviglia dei suoi sudditi. ma nonostante goda di un potere e di una fama senza pari, il principe non e` sazio: sopraffatto dall`arroganza e dalla superbia, decide di togliere a dio il regno dei cieli: a porre fine alla parabola del principe piu` temuto del mondo sara` un esserino insignificante. eta` di lettura: da 5 anni.


milano o la citta`. cosi`, attraverso frammenti di esistenze eccentriche, questi racconti vogliono rappresentare che cosa vuol dire vivere insieme in una citta` oggi. e che cosa vuol dire vivere una citta` nell`epoca in cui sembra smarrita la possibilita` di riconoscerne un`identita`. giorgio fontana raffigura "la capacita` di milano di essere piu` reale di ogni sogno o perversione" attraverso l`estate "atlantica" di un giovane sbandato, l`estate degli sgomberi dei centri sociali. per helena janeczek la metropoli emerge come un ologramma colorato dagli sprazzi di conversazione di un ragazzino che parla dentro un gioco elettronico con un partner che sta lontano, a caltanissetta, e, a poco a poco, diventa presente e amico piu` dei compagni vicini. l`ingegnere slavo di di stefano confessa al commissario la sua assurda ribellione perche` "milano non era piu` il paradiso grigio che avevo conosciuto all`arrivo". l`esperienza urbana del supplente di marco balzano culmina nell`incontro con un alunno ricoverato in una casa alloggio per pazienti psichiatrici. neige de benedetti trova la citta` in un tram perche` "l`unica cosa di cui si parla a milano e` partire". e "dove voi siete io sono gia` stato, dove vado io e` dove voi non arriverete" conclude il suo racconto il fuggitivo di francesco m. cataluccio: una specie di eterno viandante, profugo siriano mezzo ebreo che nelle architetture pretenziose della stazione rivive luoghi percorsi da generazioni passate.


