

dopo lars von trier, martin scorsese e i registi della nouvelle vague, la collana minimum fax cinema punta l`attenzione su orson welles: quattordici interviste e un ricordo di gore vidal che guidano il lettore in un "incontro ravvicinato" con il cineasta. "un`ape che sta sempre preparando il miele": cosi` welles, una delle personalita` piu` eclettiche e innovative del cinema del novecento, attore, sceneggiatore e regista dal genio inquieto e anticonformista, si presentava in una celebre intervista del 1967.





perdersi e` un libro che ci regala qualcosa di prezioso: la liberta` di esplorare, il piacere di abbandonare le idee precostituite e abbracciare l`incertezza. d`ambrosio instaura infatti un dialogo intimo con il lettore e, attraverso una prosa armoniosa ed equilibrata e uno stile frizzante, lo coinvolge in una conversazione continua con se stesso. la raccolta - che si colloca nella tradizione del new journalism di joan didion e hunter thompson - si apre con due saggi ambientati a seattle, luogo natale dell`autore, dissertazioni ironiche e decisamente folli sulla citta` prima che diventasse di moda, passando poi a uno scritto su il giovane holden in cui si esplora la perdita di identita`. ma che parli di una citta`, un personaggio o la sua stessa storia familiare, e` l`isolamento il grande soggetto di d`ambrosio che in perdersi, attraverso il linguaggio del saggio narrativo, sfida le convenzioni mettendosi in discussione in un modo che una storia o un racconto breve non avrebbero permesso. un esempio lucido di moderno romanzo.

uscito nel 1955 e composto da dieci racconti di inarrivabile potenza, "un brav`uomo e` difficile da trovare" impose immediatamente flannery o`connor come scrittrice di grande originalita` ed esponente di punta di quello che sarebbe stato ribattezzato il . unica sua raccolta pubblicata in vita, ha esercitato un`influenza incalcolabile su scrittori, musicisti, filosofi, politici per la ricchezza dell`apparato simbolico, la potenza e originalita` del tema religioso, la perfezione con la quale, di personaggio in personaggio, di storia in storia, o`connor riesce a costruire un microcosmo umano nel quale commedia e tragedia, dannazione e salvezza, coesistono e si completano a vicenda. dal racconto che da` il titolo alla raccolta, con l`esplosione finale di violenza e le parole misteriose con le quali il balordo, capo di una banda di rapinatori e assassini, chiude la storia, all`irruzione di uno straniero nella tranquilla esistenza della di un`altra memorabile novella, fino alla sarcastica rielaborazione del tema razziale nel , o`connor costruisce un piccolo mondo antico e moderno insieme, esemplare e sorprendente, dal quale siamo tentati a volte di fuggire, ma forse proprio perche` ci somiglia e ci svela troppe cose su noi stessi. postfazione di joyce carol oates.