
la storia di cairo comincia sotto il fascismo, conosce gli stenti del dopoguerra, s`irrobustisce ai margini del boom economico. siamo in uno di quei paesini della provincia di milano dove "una volta era tutta campagna" ma dove poi sono arrivate le fabbriche, i padroni, protagonisti di un boom economico che porta ricchezze nuove e aiuta la ricostruzione dell`italia del dopoguerra, ma che condanna ai margini coloro che non possono seguirne i ritmi. cairo cresce in fretta, da solo: appena finite le scuole medie e` costretto a fare l`operaio, lui che voleva farsi una cultura. ma cairo non e` come gli altri: lui sa volare, in un sogno a occhi aperti che lo libera dagli obblighi della quotidianita`. il libro e` il romanzo d`esordio di un giovane sessantacinquenne.





un volume presenta l`enorme corpo letterario inglese, ordinato cronologicamente dalle origini ai giorni nostri, ma cercando di dare conto di quegli autori e opere che la nostra sensibilita` ritiene piu` rilevanti, comprese le letterature di paesi che un tempo erano parte dell`impero. il testo si interroga sul futuro di una letteratura che e` vivacemente frammentata, distinguendo quindi fra "letteratura inglese" e "letteratura in inglese", entrambe ritenute appartenenti ad un unico orizzonte culturale. da chaucer e shakespeare fino a milton e alla austen, dai poeti romantici a joyce, conrad e beckett senza dimenticare le nuove letterature dell`ex impero britannico.



in questo libro, con stupefacente chiarezza, un grande fisico ci spiega come tutto cio` che percepiamo dipenda da accadimenti naturali che violano ogni aspettativa del senso comune. la via scelta e` la seguente: guidare, come in un vero tour de force, ogni testa pensante negli impensabili meandri dell`elettrodinamica quantistica (abbreviata nella sigla qed del titolo). feynman procede dunque mantenendo sempre la spiegazione in stretto contatto con l`esame di varie esperienze fisiche, cosi` da farci entrare, improbabilmente, nella mente dello scienziato che le osserva (e, per certi fenomeni, la prima mente che osservava fu proprio la sua).


tenebrose silhouette velate, volti di donne fagocitati da lembi di stoffa: immagini che ci sono familiari e che tuttavia continuano a turbarci. perche`? come mai il velo ferisce tanto lo sguardo degli europei? bruno nassim aboudrar riaccende il dibattito e mette in luce i malintesi che si sono sedimentati intorno alla millenaria usanza di nascondere il volto delle donne. il velo non nasce musulmano ma lo diventa. il corano lo menziona appena. la storia che mette capo all`obbligo di indossarlo e` lunga e complessa e al suo interno l`epoca del colonialismo costituisce una tappa decisiva. se il velo ci traumatizza non e` tanto perche` offende la dignita` delle donne o viola il principio della laicita` quanto perche` stravolge un ordinamento visuale fondato sulla trasparenza e vi contrappone una provocatoria esaltazione dell`occultamento e della segretezza. ma le donne musulmane che vivono in paesi occidentali e indossano il velo sanno davvero quel che fanno? perche` in realta`, facendo vedere che si nascondono, nascondono che si fanno vedere... soffermandosi sul corano e analizzando il carattere voyeuristico dell`arte orientalista, questa storia incrociata dello sguardo, illustrata da riproduzioni di quadri e fotografie, offre un`originale lettura delle strategie che sono all`opera dietro il velo.





Come molti adolescenti formati nelle scuole dei gesuiti, anche il quindicenne Daniello che bussò alla porta del noviziato di Novellara nel 1623 vi fu condotto dal desiderio di una missione tra i pagani, dalla volontà di diventare un apostolo e di trovare magari il premio supremo del sacrificio nelle remote terre d'oltreoceano. Ma anche nel suo caso, come in tanti altri, i superiori decisero altrimenti. E a giudicare dal risultato, l'averlo destinato al compito di scrivere non fu l'ultima delle scelte giuste che fecero." (dall'Introduzione di Adriano Prosperi)

2CD. Harmonia Mundi, 2001, FR. Raccoglie Concerto in DO maggiore Hob. XVIII n. 1; Concerto in Do maggiore Hob. XVIII n. 5; Concerto per violino e organo in FA maggiore Hob. XVIII n. 6; Concerto in RE maggiore Hob. XVIII n. 2; Concerto in DO maggiore Hob. XVIII n. 10 e Concerto in DO maggiore Hob. XVIII n. 10 eseguiti da Olivier Venet all'organo, da Stephanie-Marie Degand al primo violino e dall'ensemble Les Sauvages diretto da Jérémie Rhorer.

Limited to 5000 numbered copies.
Tracks 1-01 to 1-10 taken from Reprise album RS 6280 "Tenderness Junction"
Tracks 1-11 to 1-30 taken from Reprise album RS 6305 "It Crawled Into My Hand, Honest"
Tracks 2-01 taken from Warner Bros promotional album PRO 331 "The 1969 Warner/Reprise Songbook"
Tracks 2-02 to 2-11 taken from Reprise album RS 6359 "The Belle Of Avenue A"
Tracks 2-12 to 2-20 taken from Reprise album RS 6396 "Golden Filth"
Tracks 3-01 to 3-05 taken from assembled, but never released, untitled Atlantic album amd are in Mono and previously unreleased
Tracks 3-06 to 3-14 taken from Mono Reprise album R 6280 "Tenderness Junction"
Track 3-15 taken from Warner Bros promotional album PRO 290 "Some Of Our Best Friends Are"

LP. Record Store Day 2023.
Rimasterizzato agli Abbey Road Studios per vinile a 180gm. Edizione limitata in vinile giallo.
