

dopo l`importante punto di arrivo raggiunto col poemetto "ii mondo sia lodato", la nuova raccolta di franco marcoaldi prosegue nel percorso interiore dell`autore tra ricerca sapienziale e piccoli gesti salvifici, mentre il mondo esterno sembra sempre piu` dominato dalla brutalita`. il libro si apre con una scena di "perdita di tempo" : l`imbucarsi in un cinema semivuoto per vedere un vecchio film, . il tema del perdere tempo, ripreso in altre poesie (), e` uno dei fili conduttori della raccolta: perdere tempo per trovare se stessi, lasciar cadere le maschere, far tacere i tamburi del narcisismo quotidiano, conquistare uno spazio di silenzio. questo tipo di esercizi zen richiede prima di tutto professione di umilta`. ai potenti, agli arroganti, ai troppo sicuri e` preclusa qualsiasi via che porti a un momento di autenticita`. umilta` e arroganza pero` possono presentarsi fuse insieme, e dunque: quest`ultimo di marcoaldi e` un libro di "esercizi spirituali" per laici, un breviario per attraversare i dissidi interiori alla ricerca di una piu` umana armonia con la natura.




mille voci - furiose e dolcissime, alte e sfrenate, colte o volgari, precipitose, afferrate per strada o riprese dalla tradizione letteraria - coabitano nella mente del protagonista di questo monologo drammatico. il poeta-ventriloquo tutte le accoglie per comporre la sua appassionata sonata alla "quinta stagione", il tempo nuovo, difficile, confuso, sconcertante, che s`impone. una nuova stagione in cui, al di la` delle maschere della vita sociale e delle narrazioni private ad uso consolatorio, siamo chiamati a fare i conti con noi stessi. con la nostra intima verita`. umile, prosaica, contraddittoria. aperta alle questioni finali. cosi` da ritrovare la nostra propria appartenenza al flusso collettivo e universale. noi, nel mondo. il poemetto, dalla forte impronta teatrale, si snoda secondo quella forma discorsiva-divagante, in cui marcoaldi e` maestro. ma piu` l`andamento si fa sussultorio e centrifugo, piu` conduce il lettore nella selva oscura del senso profondo della vita. e dietro il tono apparente di conversazione, prende corpo qualcosa di molto simile a una apocalisse. che racconta la fine irreversibile di un tempo ormai per sempre consumato, e anticipa in controluce un possibile, nuovo inizio.