



atom e levana sono sposati da trent`anni e vivono in una piccola casa di campagna sotto le bombe di una guerra tra due paesi confinanti, a causa della quale hanno anche perso un figlio. finalmente la guerra finisce, ma il nuovo confine passa in mezzo alla loro casa e per andare dalla cucina al bagno bisogna mostrare il passaporto alla kafkiana guardia che controlla, giorno e notte, la vita della coppia. perfino il letto e` diviso in due e per trovare un momento di intimita` i due protagonisti vi si devono nascondere sotto, nei pochi momenti in cui la guardia e` distratta. e poi, questa guardia ha un`aria familiare che assomiglia a un senso di colpa: non sara` il figlio che anni prima i due avevano messo alla porta? con questo lavoro, dorfman organizza una rappresentazione a meta` fra il realismo di una situazione "balcanica" (ma potrebbe essere anche israeliano-palestinese) e la sua trasfigurazione allegorico-metafisica, confermandosi uno fra i maggiori drammaturghi al mondo.


in un villaggio sperduto, circondato dai grandi vulcani e dagli infiniti ghiacciai del sud dell`islanda, vive gunnar, giovane ribelle e indolente senza apparenti qualita`, tanto da meritarsi il titolo di . reclutato dal fratello maggiore, prediletto dal padre, per misurarsi alle gare di lotta con la meglio gioventu` della regione, riesce a dare una lezione agli arroganti e sleali figli del potente vicino, diventando futuro bersaglio di temibili vendette, ma guadagnandosi il rispetto degli altri e una nuova coscienza di se`: d`ora in poi prendera` in mano il proprio destino di eroe. imbarcato su una nave mercantile alla volta del mitico nord, nel corso di avventurosi viaggi rivelera` il suo valore uccidendo un orso polare, lottando con giganti e troll, sfidando la collera dello jarl norvegese e duellando con i vichinghi del mar baltico, fino a tornare a casa, uomo saggio, onorato e ricco. ambientata nel x secolo, la "saga di gunnar" traccia un passato eroico per una regione storicamente tra le piu` isolate d`islanda, elevando il protagonista a capostipite delle sue genti. esempio tardo di un genere ormai al tramonto, quello delle , il racconto mescola vaghi ricordi locali, leggende ed elementi fantastici agli stilemi delle favole e delle epiche cavalleresche basso-medievali. libera da riferimenti genealogici e da rimandi al complesso intreccio storico di quei primi secoli, la breve saga si rivela particolarmente godibile per il lettore moderno: appassionante, a tratti divertente, nonche` un perfetto esempio di come gli islandesi, nell`autunno del medioevo, amassero immaginare e celebrare il proprio passato.