
luigi incoronato in questo libro descrive con inimitabile potenza quell`umanita` terribile e dolente che, perduta la casa e il pane sotto i bombardamenti, trovo` rifugio sui pianerottoli della grande "scala a san potito". nel terribile dopoguerra di napoli la battaglia quotidiana contro difficolta` che oggi non sono neanche immaginabili.

"memorie del teatro" non e` un libro che spinge verso una direzione "museale" del teatro, ma e` un libro che, al contrario, cerca di sprigionare i valori polemici del ricorso alla memoria in un occidente che, soprattutto a teatro, di quella memoria e` stato un cosi` cattivo custode. memorie che da stanislavskij, meyerhold o artaud a grotowski, brook o barba, hanno formulato l`auspicio di rinnovare il teatro con un lungo lavoro d`esplorazione delle sue risorse iniziali, risorse che sono andate perdute, quando non sono state ignorate. di questo sforzo di attualizzazione della memoria, attualizzazione pratica, d`intervento, questo libro segue l`evoluzione.

a suggerire il percorso, la condizione, la poetica nell`opera di gianfranco ferroni, viene riunita una sequenza di testi: dalla dichiarazione, dal frammento testimoniale, all`incontro, al dialogo nello studio. gli scritti degli artisti, proprio per un legame intimo al dato sensibile della pittura, della nota di diario, si presentano per lo piu` in modi inimitabili. cio` che commuove nella scrittura di ferroni e`, lungo gli anni, con una punta di paradosso, il tendere al silenzio della parola: un ritrarsi, un restringersi sacrificale in una percezione rispetto ai linguaggi. in un confine, da silenzio a silenzio (come la bellissima luce bianca che invade alcune sue acqueforti), l`opera di ferroni e` intuizione, espressione di temi della contemporaneita`: il vuoto, l`abbandono, la malinconia, la memoria come "tempo sospeso", come tempo del tempo. ecco perche` le parole toccanti che ritornano in ferroni, nella dismisura del silenzio, sono un sentimento di "attesa", "rivelazione". ecco perche` il gesto primo e ultimo della pittura e` l`autoritratto, un autoritratto come un disguido destinale: senza simbolo, senza metafora, senza cielo.

l`antropocene e` l`attuale era geologica, in cui l`opera dell`uomo ha profondamente ridisegnato e influenzato il pianeta. a partire dal podcast di grande successo in america, arricchito e trasformato in questo volume anche a causa della pandemia, john green recensisce, con tanto di valutazione da 1 a 5 stelle, diversi aspetti del nostro pianeta antropocentrico - dalla tastiera qwerty ai velociraptor, passando per internet, i miti dello sport e i videogiochi, fino ai pinguini di madagascar. prodotti artificiali come le bevande gassate, specie naturali le cui abitudini sono state irrimediabilmente modificate dall`azione umana, fenomeni che influenzano l`umanita` come la cometa di halley: le recensioni dell`autore compongono una vera e propria sinfonia, in un libro complesso e ricco di dettagli. il talento di john green per raccontare storie risplende piu` che mai e ci porta a guardare con occhi diversi il nostro presente e il mondo che ci circonda.

"dove andate?" istanbul. confine di trieste, ore 16, vento di nordest. il poliziotto sloveno confronta i ciclisti sbucati dal nulla con le foto segnaletiche sui loro passaporti. altan francesco, 58, vignettista. rigatti emilio, 47, professore. rumiz paolo, 53, giornalista. i tre matti in mutande aspettano davanti all`autorita` costituita, si godono l`effetto della loro risposta demenziale. sanno che l`uomo in divisa deve calcolare in fretta molte distanze anomale. primo, tra la lentezza delle bici e la lunghezza della strada, duemila chilometri. secondo, fra la rispettabile maturita` dei viaggiatori e le loro sacche da globe-trotter. terzo, tra la nobilta` della meta finale e la miseria che c`e` in mezzo, i balcani.

bukowski e` un poeta "straordinario", nel senso che sfugge alla tradizionale figura del poeta. quelli che scrive sono versi ma portano con se` il sapore della cosa narrata, di episodi di vita sbalzati via dalla realta` come schegge, schizzi, reperti. bukowski modella figure e personaggi da narratore e anche quello che e` tradizionalmente l`io lirico della poesia si muove con l`irruenza e la determinazione di un personaggio. cosi` accade anche in questa raccolta che fa parte del suo lascito di inediti.



attorno alle origini di roma i popoli che l`hanno costruita, subita, accettata e disprezzata hanno creato una complessa, affascinante leggenda che l`opera inaugurata dalla fondazione valla intende ricostruire su basi nuove. essa si articola in tre volumi e offre al lettore un`ampia raccolta di fonti (annalistiche, antiquarie e poetiche; da esiodo ai padri della chiesa) divise per "mitemi" o unita` mitiche fondamentali, e analizzate comparativamente alla ricerca dei "motivi canonici" fissati dalla tradizione e di una storiografia del mito confrontata con gli scavi archeologici. sullo sfondo, alcune domande che ci intrigano. come nascono i miti? rispecchiano o no la realta`? e ancora, da dove vengono il nome di roma e di romolo? e lui, romolo e` davvero esistito? nel primo volume, in particolare, si ripercorrono le vicende dell`amore tra rea silvia e marte; della nascita dei gemelli romolo e remo, poi abbandonati e allevati dalla lupa; del conflitto tra i due per la fondazione della citta` e della conseguente uccisione di remo.


Omnibus Press, 2003, UK. In questa biografia incisiva e avvincente, l'autore esplora la personalità contraddittoria di Mick Jagger, basandosi su inteviste esclusive con parenti, amici e colleghi dell'artista e svelando per la prima volta i rapporti secretati dell'FBI sul cantante. Non mancano dettagli sulle tante storie d'amore, incluse quelle con Tina Turner e Brigitte Bardot.



letizia abita con sua madre e lo zio ion in una cittadina della provincia romena. vivono tutti e tre in una stanza in affitto perche` suo padre e` stato arrestato e lo zio; che aveva davanti a se` una brillante carriera da intellettuale, e` stato trasferito in una piccola scuola di paese. la vita quotidiana e` dura e i giorni trascorrono tutti uguali, cosi` letizia comincia a temere che niente di eccezionale le capitera` mai. dopo il diploma sara` finalmente il momento di trasferirsi a bucarest per l`universita`, in mezzo ad altre ragazze come lei, li` dove ci sono biblioteche, caffe`, ragazzi, sale da ballo. la citta` incarnera` il luogo dove poter dare forma alle proprie ambizioni e inseguire quella vita migliore che ha sempre desiderato. tuttavia, per una giovane di provincia, con un dossier politico familiare come il suo, non e` facile integrarsi, fare le scelte giuste, non perdere il passo con un mondo piu` moderno plasmato sull`ideale comunista che ha portato la romania alla dittatura di ceausescu. "verra` il giorno", pubblicato nel 1975, oggi diventato un classico della letteratura contemporanea, ha avuto numerose riedizioni in romania e traduzioni all`estero. questa versione, la prima pubblicata in italia, e` ampliata delle parti che all`epoca vennero censurate.

Il volume accompagna un’importante retrospettiva dedicata a uno dei massimi esponenti dell’Impressionismo: Pierre-Auguste Renoir (Limoges, 1841 - Cagnes-sur-Mer, 1919). Attraverso una selezione di dipinti, pastelli e disegni, alcuni dei quali presentati in Italia per la prima volta – provenienti da prestigiose realtà museali come la National Gallery of Art di Washington, il Columbus Museum of Art (Ohio), il Centre Pompidou di Parigi e il Palais des Beaux Arts di Lille – il volume ripercorre la carriera del grande maestro francese mettendo in evidenza il ruolo dell’artista nella storia dell’arte moderna. Il volume, introdotto da testi critici, è completato da apparati biobibliografici.

charles bukowski "ritorna". ritorna con una raccolta di scritti gia` pubblicati in vita ma che qui postulano una continuita`, un`unita` di tono, un preciso e vario dispiegarsi di temi. che si tratti di arte, di musica, di politica, dei colleghi scrittori o di ripercorrere la propria vita, la penna del vecchio buk non sorprende, ma illumina, lascia senza fiato. che cosa doveva essere letteratura, era chiaro: "la maggior parte degli scrittori scriveva delle esperienze delle classi medio-alte. avevo bisogno di leggere qualcosa che mi facesse sopravvivere alle mie giornate, alla strada, qualcosa a cui appigliarmi. avevo bisogno di ubriacarmi di parole.". "azzeccare i cavalli vincenti" va oltre il testamento letterario. in questa raccolta di riflessioni bukowski innesca una personalissima, vitale ed esplosiva battaglia contro la fiacca mentalita` borghese, con uno humour disincantato, dark e cinico che non puo` lasciare indifferenti. ecco allora le prese di posizione contro la cultura "alta" delle universita`, i poco convenzionali pamphlet sul piacere di defecare e sul diritto di guidare ubriachi, e le dichiarazioni programmatiche sulla superiorita` di una vita spogliata dagli agi materiali e magari arricchita da una bottiglia di vino e da un disco di mozart. tristezza, follia, humour. l`universo bukowskiano concentrato in una raccolta di saggi e scritti apparsi su riviste e taccuini tra il 1944 e il 1990.

gli uomini sono stati il sesso dominante da, beh, dall`alba dei tempi. ma hanna rosin e` stata la prima a rilevare - sorprendendo tutti - che questa eterna verita` ormai non e` piu` tale. in questo preciso momento storico, per la prima volta in assoluto, le donne non stanno piu` tentando di accorciare le distanze dagli uomini, perche` li hanno gia` definitivamente superati, e anche di un bel po`. addirittura, l`espressione "la fine del maschio" - il titolo del reportage della rosin uscito su "the atlantic" - e` entrata nel lessico comune come ad esempio "il secondo sesso" di simone de beauvoir, e con la stessa forza dirompente. in questo libro la rosin rivela come il nuovo stato dei fatti sta mutando radicalmente le dinamiche di potere fra uomini e donne su ogni piano della societa`, con implicazioni profonde su matrimonio, sesso, figli, lavoro e molto altro. grazie alla sua incondizionata curiosita` e senza il freno di preconcetti o ideologie, la rosin ci mostra come il modo sostanzialmente diverso in cui donne e uomini guadagnano, apprendono, spendono, scelgono il partner e uccidono persino, abbia rovesciato la situazione generale.

la tajine, una pentola di terracotta tipica del marocco, rappresenta alla perfezione il carattere conviviale della cucina nordafricana. e costituita da un ampio tegame rotondo, da portare direttamente in tavola perche` tutti possano servirsi, sormontato dal caratteristico coperchio a forma di cono. la cottura, semplicissima, deve essere lenta e a fiamma bassa; il coperchio trattiene all`interno il vapore e gli aromi, per restituire come risultato finale una mescolanza di sapori perfettamente bilanciati. con questa pentola, di cui non potrete piu` fare a meno, potrete preparare carne, pesce, verdura e frutta, sperimentando ricette esotiche o piu` tradizionali, come la tajine di coniglio e prugne, le polpette di agnello con semi di sesamo e perfino i fichi con crema di mandorle. sollevate il coperchio della vostra tajine e lasciatevi sorprendere.




"a chi, timoroso di arrendersi a un`evidenza e a un ordine di considerazioni apparentemente scientifiche e naturalistiche, non ha mai fissato l`attenzione con la debita commozione e reverenza sul momento ideale in cui nella mente di brunelleschi fu generato il miracolo della prospettiva (che significava, nella apparente poverta` matematica di alcune linee convergenti, un nuovo modo di pensare, e in pari tempo di sentire e d`immaginare); a questi non sembrera` forse abbastanza commovente, per gli stessi motivi, l`urto labile e concreto a un tempo di una luce vera sul fogliame della radura, sulle vesti luminose, sui volti riverberati dei personaggi che fra il 1865 e il `66 monet aduno` per il suo `de`jeuner sur l`herbe`: omaggio e risposta a un tempo a quello di manet." con uno scritto di roberto tassi.















Oggi l'apprendimento delle lingue non inizia più con la morfologia e la sintassi ma con la conversazione, come avviene del resto nell'apprendimento della lingua materna, e la morfologia e la sintassi sono riservate a un momento successivo dello studio. La tecnica pura continua invece a precedere o per lo meno ad accompagnare cocciutamente l'apprendimento della musica. E questo è un segno della mancata evoluzione della didattica, un segno che non è il solo ma sicuramente uno dei motivi della progressiva rarefazione dei dilettanti che la musica dovrebbero studiarla da dilettanti. In una didattica del pianoforte che volesse scrollarsi di dosso un po' della polvere che la ricopre e che la soffoca il Pianista virtuoso di Hanon non sarebbe in realtà del tutto inutile ma costituirebbe un punto di arrivo, un testo di perfezionamento, non di base.

in una notte d`inverno di fine settecento, in una locanda alpina isolata dalla neve al confine tra italia e svizzera, s`incontrano un grande poeta e un piccolo poeta. sono goethe e lorenzo da ponte, costretti dal caso a un breve confronto prima di riprendere il loro cammino, in direzioni opposte sulla strada come nella vita. e poi... un agente immobiliare che per lavoro si accosta al mondo di una sconosciuta e ne e` sottilmente attratto; una famiglia unita e divisa dal progetto di costruire una casa nuova; due fratelli cinquantenni che vivono soli in apparente simbiosi; uno strano incidente stradale. cinque racconti che entrano nel mondo a prima vista banale della vita quotidiana per scoprire i risvolti nascosti dei rapporti tra le persone.


la biografia di bukowski include due tentativi di lavorare come impiegato, dimissioni dal "posto fisso" a cinquant`anni suonati, "per non uscire di senno del tutto" e vari divorzi. questi scarsi elementi ricorrono con insistenza nella narrativa di bukowski, piu` un romanzo a disordinate puntate che non racconti a se`, dove si alternano e si mischiano a personaggi ed eventi di fantasia. "rispetto alla tradizione letteraria americana si sente che bukowski realizza uno scarto, ed e` uno scarto significativo", ha scritto beniamino placido su "la repubblica", aggiungendo: "in questa scrittura molto "letteraria", ripetitiva, sostanzialmente prevedibile, bukowski fa irruzione con una cosa nuova. la cosa nuova e` lui stesso, charles bukowski. lui che ha cinquant`anni, le tasche vuote, lo stomaco devastato, il sesso perennemente in furore; lui che soffre di emorragie e di insonnia; lui che ama il vecchio hemingway; lui che passa le giornate cercando di racimolare qualche vincita alle corse dei cavalli; lui che ci sta per salutare adesso perche` ha visto una gonna sollevarsi sulle gambe di una donna, li` su quella panchina del parco. lui, charles bukowski, "forse un genio, forse un barbone". "charles bukowski, detto gambe d`elefante, il fallito", perche` questi racconti sono sempre, rigorosamente in prima persona. e in presa diretta". un pazzo innamorato beffardo, tenero, cinico, i cui racconti scaturiscono da esperienze dure, pagate tutte di persona, senza comodi alibi sociali e senza falsi pudori.


depresso, appesantito da una pancia ingombrante, il conto in rosso, i creditori sempre alle porte, tre matrimoni alle spalle, nick belane e` un detective, "il piu` dritto detective di los angeles". bukowski gioca con un vecchio stereotipo e vi aggiunge la sua filosofia di lucido beone, il suo esistenzialismo da taverna e un pizzico di cupa, autentica disperazione. i bar, le episodiche considerazioni sul destino, il cinismo, l`ormai sbiadito demone del sesso, il fallimento preofessionale ed esistenziale, insieme alle mere invenzioni narrative, diventano il "pulp" del titolo. lontano dalle atmosfere tenebrose delle ordinarie follie, il testamento spirituale di uno scrittore che non ha mai esitato a immergersi nel degrado della societa` contemporanea.

cinque momenti della vicenda interiore politica e letteraria di goliarda sapienza, una scrittrice troppo in anticipo sui tempi. se normalmente si intende l`autobiografi a come il racconto retrospettivo del proprio vissuto a partire da un punto d`osservazione nel presente, goliarda sapienza reinventa il genere, immaginando una scrittura che accompagna a intermittenza lo scorrere della vita. "lettera aperta", il romanzo d`esordio, e "il filo di mezzogiorno" raccontano la turbolenta nascita di una scrittrice che ha fatto di tutto per non diventarlo: goliarda e` la bambina guerresca che non cammina mai perche` corre sempre, ma e` al contempo la donna adulta che la ricorda. in "io, jean gabin" la protagonista e` ancora goliarda bambina, ma il filtro questa volta e` l`identificazione con l`icona virile e anarchica del cinema francese. i due romanzi successivi, "l`universita` di rebibbia" e "le certezze del dubbio", vedono un cambio di stile e di prospettiva: l`io autobiografico si mette in disparte prestando la sua voce alle donne incontrate a rebibbia e poi nel "carcere fuori dal carcere" della metropoli romana, in cui vaga alla ricerca della sorellanza intuita e ormai perduta. a scorrere le pagine appassionanti di questa autobiografia sorge un sospetto: e se tutte le contraddizioni alla fine si rivelassero coerenza? coerenza di verita` e bellezza dell`insieme della sua opera.


nel 431 a.c. scoppio` tra atene e sparta la guerra del peloponneso: una guerra che insanguino` la grecia per quasi trent`anni e segno` la cupa fine del periodo d`oro della civilta` ellenica. tucidide, consapevole di vivere un evento di portata eccezionale, lo assunse come momento esemplare di un`analisi che mirava a cogliere, al di la` dei nudi fatti, le forze profonde sottese ai processi della storia. un`analisi lucida e disillusa che spinge il lettore a interrogarsi sui problemi che si ripresentano sempre uguali alla coscienza storica: i meccanismi e la moralita` del potere, gli arbitrii e i diritti dei vincitori e dei vinti, la giustizia dei potenti e la giustizia dei deboli.

eta di lettura: da 5 anni.

3LP. Ristampa in versione deluxe e limitata in occasione del trentesimo anniversario di uno dei dischii più significativi del cosiddetto Brit-Pop anni '90. Contiene inedito materiale unplugged. Vinile Nero.