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tutto comincia con l`aborto di he`ra, una giovane cameriera di provincia, che per vendetta contro l`ex amante francois, che l`ha mollata, nasconde il feto nel cassetto della sala professori della scuola dove l`uomo insegna filosofia. il fratello di he`ra la vendica violentando la figlia di francois sotto gli occhi della madre, che seviziata a sua volta entra in coma, e sara` he`ra a provocarne la morte staccandole i fili, mentre la figlia di francois uccidera ivan, il suo violentatore. non uno di questi personaggi mostra un barlume di umanita`, tutti schiavi di pulsioni di morte che si muovono come burattini, l`unica figura positiva, l`ispettore che indaga sulla morte della donna in coma, viene presto eliminato dalla figlia di lei.

"sembra quasi pleonastico dire che nell`immenso e misterioso "libro" che pessoa ci ha lasciato il centro piu` riposto, e certo piu` imperioso, e` l`eteronimia. eteronimia intesa non tanto come metaforico camerino di teatro in cui l`attore pessoa si nasconde per assumere i suoi travestimenti letterario-stilistici; ma proprio come zona franca, come "terrain vague", come linea magica varcando la quale pessoa divento` un `altro da se`` senza cessare di essere se stesso. l`eteronimia di pessoa rimanda semmai alla capacita` di vivere l`essenza di un gioco; non ad una finzione, pertanto, ma ad una metafisica della finzione, o ad un occultismo della finzione; forse ad una teosofia della finzione." (antonio tabucchi)

un diario di bordo a quattro mani fitto di dati sorprendenti, leggende, testimonianze di quel piccolo gruppo di isole che formano le antille. "cronache dai caraibi" descrive non tanto le meravigliose o le incontaminate spiagge dell`oceano atlantico, quanto realta` ben piu` amare fatte di dittature violente, continui scontri razziali, riti vudu`, sporchi affari da paradisi fiscali, indios cannibali che fanno resistenza alla foga civilizzatrice occidentale. fatti e aneddoti sono pretesti per ricostruire passato e presente di questa regione squassata da guerre e rivolgimenti politici.

la piccola naja viene sospinta dalle steppe dell`uzbekistan alla germania del dopoguerra come da un vento fatale. suo padre, ul`an, l`ha affidata all`ufficiale tedesco gunter berger con il quale ha combattuto, insieme a molti altri nomadi convinti di avere uno stesso nemico, la russia di stalin. naja deve integrarsi in una nuova famiglia e in una nuova societa`. la memoria del suo popolo la difende, la protegge ma, quando la vita la incalza, e` capace di lottare, di cambiare, di crescere. alla voce narrante di naja e` affidato il racconto delle sue peripezie di bambina e di donna alla ricerca di un posto nel mondo, ma anche del mitico passato dei tuncia`n, nonche` la memorabile ricostruzione corale della disfatta tedesca in russia.

in questa esemplare raccolta di quindici racconti selby torna a occuparsi di new york, l`odiata-amata citta` natale nella quale aveva ambientato "ultima fermata a brooklyn", considerato uno dei grandi romanzi americani. qui harry, una specie di "ognuno" metropolitano, un eroe dai mille volti del quale l`autore conserva solo il nome in racconti diversi per tono e taglio, attraversa momenti di smarrimento e di violenza che la vita quotidiana non risparmia a nessuno. ma questa volta, a differenza di quanto avveniva in "ultima fermata a brooklyn", nella solitudine e nella disperazione che attanagliano i suoi personaggi selby lascia filtrare un raggio di luce, come nel suggestivo testo dal quale prende il titolo la raccolta: e` la possibilita` di ristabilire, anche nel frenetico e per certi versi feroce scenario metropolitano, un rapporto positivo tra la propria interiorita`, per quanto ferita, e il mondo circostante. poeta di un`umanita` reietta, selby sa cogliere il "canto" delle cose nel silenzio della solitudine.

"questo libro narra di una famiglia italiana coinvolta nelle vicende dei due grandi movimenti politici che hanno scosso l`europa della mia generazione: il fascismo e il comunismo. e in gran parte la cronaca della vita della mia famiglia nella parentesi dell`esilio che ha coinciso col tempo della mia formazione, diversa da quella dei miei coetani, eppure da me mai vissuta come destino iniquo. quell`esperienza mi fu da adulta d`aiuto quando mi unii ad un comunista italiano dissidente e mi tocco` vivere in patria un secondo esilio, piu` breve ma piu` crudele e che mi separo` temporaneamente anche dalla mia famiglia d`origine."

pubblicato nel 1938 e mai piu` ristampato "orsa minore" raccoglie riflessioni intime, notazioni di paesaggio, considerazioni sull`arte, sulla cultura, sulle letture di una vita intera, sulla legge della donna sola e sul destino di quella solitaria. l`edizione di oggi ristampa i taccuini accostandoli ad altri inediti, mescolando date, notizie e racconto.

protagonista capitano sesto: un uomo che attende di aprirsi, di conoscersi, di ritrovarsi sull`altra riva di un paese, l`italia, sofferto e sofferente. complice la metafora del "piccolo naviglio", tabucchi immagina una rotta difficile da mantenere, una rotta implicita nella carta del romanzo che scrive, piccolo naviglio per eccellenza. diceva il risvolto dell`edizione del 1978: "sul suo scafo ci sono i grumi e le annotazioni del giornale di bordo delle generazioni che lo hanno preceduto e che egli tenta faticosamente di decifrare. piu` decifrabile, il suo stesso giornale di bordo, l`italia del dopoguerra vista con gli occhi attoniti e innocentemente dissacratori di un bambino e di un adolescente: le elezioni del quarantotto, le madonne in lacrime, il perbenismo e l`ipocrisia, i primi saccheggi edilizi, l`autoritarismo, la repressione, gli entusiasmi per una cuba remota e illusoria, l`angoscia e la solitudine. insomma il bagaglio di una generazione nevrotica e orfana, la sua inquieta e talvolta dolorosa ricerca di una convinzione, di una ragione, di un padre putativo".

"il mio piu` profondo desiderio e` che in africa la voce del cantastorie possa non morire mai". nelson mandela raccoglie in questa antologia il meglio dell`immaginario fiabesco africano. le storie piu` belle e antiche, raccontate nella forma in cui ce le restituiscono oggi le metamorfosi prodotte da secoli di peregrinazioni. ma anche alcune storie nuove che fanno da corollario al corpus della tradizione. "c`e` la lepre," osserva mandela, "una piccola canaglia; il furbo sciacallo, nel ruolo dell`imbroglione; la iena, nella parte del piu` debole; il leone, in quella di sovrano dispensatore di doni; il serpente, che infonde paura e al contempo e` un simbolo di virtu` taumaturgiche; ci sono gli incantesimi che provocano sventura o salvezza; ci sono cannibali raccapriccianti che fanno paura ai grandi non meno che ai piccoli". il popoloso universo di uomini e animali che abitano questo continente con la loro generosa umanita` e l`istintiva disponibilita` al sorriso e` colto attraverso gli squarci folgoranti dell.arida essenza dell`africa, tramite il caleidoscopio dei suoi colori assoluti, del bagliore accecante del sole, della foschia azzurra delle montagne. all`orizzonte il benevolo sollievo offerto dall`acqua e dalle foglie. "le mie storie piu` care" le definisce mandela. storie antiche quanto l`africa, raccontate attorno ai falo` della sera da tempo immemorabile, universali nella loro capacita` di ritrarre gli animali e la loro umanissima magia.

"altri libertini" ha avuto fin dagli inizi una vita avventurosa: pubblicato nel 1980, sequestrato per oscenita` e poi assolto dal tribunale ("con formula ampia"), e` stato contemporaneamente giudicato dalla critica una delle opere migliori degli ultimi anni e ha imposto tondelli tra i nuovi autori italiani piu` letti anche all`estero. i sei episodi, storie di gruppi piu` che di individui, legittimano l`adozione di una vera e propria soggettivita` plurale, di un noi narrativo che fa del romanzo un ritratto generazionale.

agli estremi confini del mondo conosciuto, fra le tempeste e i ghiacci del mar nero, c`e` un paese selvaggio e poco abitato, tomi (l`odierna costanza), il luogo della relegatio di publio ovidio nasone, che li` visse per una decina d`anni e che vi fu sepolto il 17 o il 18 d.c. in una totale trasmutazione di tempi, in completo anacronismo, giunge a tomi un amico di ovidio, cotta, determinato a trovare tracce del poeta e del suo capolavoro incompiuto, le metamorfosi. la singolarita` di "il mondo estremo" fa si` che il lettore sia coinvolto nella ricerca di cotta e ritrovi, attraverso di lui, un mondo siamo ai giorni nostri - in cui il mito si trasfigura in realta`. ecco allora che il contesto diviene minutamente realistico e, per esempio, alla sera, nella desolata piazza della ferrigna tomi, giunge cypari, un "proiezionista" ambulante, che mostra un film d`amore disperato in cui la bella alcione viene trasformata, assieme al compianto sposo, in un uccello marino. cotta trovera` presso tomi, a trachila, in montagna, la casa di ovidio. lo aiutera` pitagora di samo, ridotto a servo di ovidio, e, nel folto dei boschi cupi e terribili, sotto una coltre di lumache striscianti, appariranno delle pietre con i versi incisi dal poeta. e ancora, in una memorabile alba, mentre si consumano i riti del carnevale, apparira` un corteo di pazzi, travestiti chi da dio sole, chi da medea, chi da orfeo... recitano strani versi di un`opera distrutta dall`autore, ma non scomparsa: le metamorfosi.

solitario come un`autobiografia e corale come una saga familiare, questo vigoroso e insieme delicato romanzo intreccia le storie di una comunita` e i destini dei suoi componenti attraverso lo sguardo di una donna che, per scongiurare la follia sprigionata dal dolore, si affida al potere rasserenante della memoria. riemergono allora, in un accorato fluire di ricordi, la madre anita, il padre francesco, la zia peppina, il cugino saverio... sullo sfondo di un sud tanto avvolgente e aspro quanto vitale e dolce, chiara guida, da una vecchiaia vissuta fuori dal tempo nel turbinare dei suoi fantasmi, lungo gli aspri sentieri della sua esistenza.

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