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il libro e` un omaggio alla memoria della divisione "acqui", agli "undicimila di cefalonia" massacrati nel settembre del 1943. quei soldati decisero di resistere e di morire per un referendum, caso unico nella storia militare. un intero esercito abbandonato a se stesso, soldati laceri che, pero`, non rinunciarono alla dignita` personale e a una vaga speranza, in conflitto con l`istinto di sopravvivenza e la resa. "guerra d`albania", con l`immediatezza di un reportage, e` raccolta di testimonianze delle tragiche giornate che si svolsero sul fronte greco-albanese, ritratti dei volti e delle gesta dei protagonisti, descritti sempre con un senso di profonda umanita`.

tredici racconti. tredici frammenti di vite. storie d`amore. gli incontri veri o immaginati dell`autrice con alcuni grandi scrittori del ventesimo secolo. la storia che da` il titolo alla raccolta, vede un professore di biologia di johannesburg ripercorrere la propria storia familiare. al centro un tema paradossale e significativo: se un tempo tutti desideravano avere almeno una goccia di sangue bianco nelle vene, oggi vale l`esatto contrario, e avere almeno un sedicesimo di sangue di colore e` raccomandato quasi si trattasse di un indizio di "nobilta` sociale". con mano sicura gordimer indaga fra le pieghe dei sentimenti e del rapporto di coppia: attraverso i sensi (udito, olfatto) i diversi protagonisti prendono coscienza di dolorose verita`.

il mondo siede su due bombe: la crisi ambientale e quella sociale. mentre le risorse si fanno sempre piu` scarse, alcuni segnali relativi al cambiamento del clima indicano che gli equilibri naturali si stanno alterando in maniera irrimediabile. nel contempo la maggior parte della popolazione non riesce a soddisfare neanche i bisogni fondamentali. ci troviamo di fronte a un dilemma: piu` crescita economica per uscire dalla poverta` o meno crescita economica per salvare il pianeta? e possibile passare dall`economia della crescita all`economia del limite, facendo vivere tutti in maniera sicura? questo libro dimostra che e` possibile purche` si mettano in atto quattro rivoluzioni che riguardano stili di vita, tecnologia, lavoro ed economia pubblica.

il secondo volume de "i giorni e gli anni" abbraccia il periodo dal dicembre 1967 all`aprile 1968: ritroviamo gesine cresspahl e sua figlia marie immerse nella turbolenta e variopinta quotidianita` di new york; nel frattempo continua a dipanarsi il racconto dell`infanzia della protagonista, dalla seconda meta` degli anni trenta alla fine della guerra. il respiro lungo del racconto johnsoniano comincia a ripagare il lettore e dare i suoi frutti, permettendo di recuperare appieno quegli elementi che sembravano a prima vista gratuiti nell`insistito collage metropolitano del primo volume.

un padre semialcolizzato che nessuno sa come si guadagni da vivere, una madre un tempo bellissima, scampata ad auschwitz e preda delle proprie nevrosi: e la famiglia del giovane arnon, protagonista di questo romanzo d`esordio tradotto in tutto il mondo. il ragazzo, convinto che le persone piu` amate possano diventare i nostri peggiori nemici, e mosso da un`irrefrenabile curiosita`, divide la sua vita sregolata tra i bar di amsterdam e le prostitute. si succedono cosi gli incontri con marcella, natasja, astrid, sandra che devono pero` restare irripetuti, significativi proprio per la loro unicita`. del resto, per uno che cerca di evitare le classiche domande sulla vita, quelle frequentazioni sono le uniche possibili.

nella storia del pensiero il giardino e` sempre stato visto come una metafora vitale dell`opera di dio, dal mito fondativo dell`eden fino ai giardini zen giapponesi. le diverse epoche storiche non hanno fatto quindi che interpretare il particolare rapporto sviluppato dall`uomo con la natura, proprio attraverso l`arte dei giardini, per la loro capacita` di risvegliare gli accordi profondi dell`animo umano. ma senza cura non si da` giardino. mondo chiuso, indefinitamente malleabile, il giardino da` corpo al vecchio sogno del microcosmo. lo si struttura, consapevolmente, come l`immagine, su scala umana, del cosmo smisurato. in un giardino tutto diventa possibile. vi si puo` modellare a proprio modo la creazione, giocare con le stagioni, le luci, le prospettive, le chiome. per questa ragione, i giardini di un`epoca sono tanto rivelatori dello spirito che la anima, quanto possono esserlo la scultura, la pittura o le opere degli scrittori. il libro dedicato da pierre grimal alla storia del giardino, leggiadro e colto al contempo, costituisce ancora oggi una chiave d`accesso essenziale a uno dei temi cruciali della nostra storia culturale.

squalo misterioso e magico, il colombre si rende visibile solo alla propria vittima, che insegue per anni e anni fino a divorarla. durante un viaggio per mare col padre, il piccolo stefano ha la sciagura di vedere il mostro: per tutta la sua lunga vita di navigatore restera` inchiodato a una muta, terribile gara a distanza. invenzione surreale e prodigio colorano i cinquanta racconti di questa raccolta di una quotidianita` enigmatica e inquietante, con un perenne doppio fondo di strazio metafisico e di disagio angosciato di fronte all`indecifrabilita` del destino umano.

e il 1969 e al cardellino di castiglioncello, sul litorale livornese, una nada appena giunta in vetta alle classifiche sorride circondata da un gruppo di ragazzi. fra questi c`e` renato prunetti, un operaio che al cardellino lavora stagionalmente come cameriere, ma che la grandissima parte della sua vita la trascorrera` dentro le fabbriche di tutta italia, come saldatore trasfertista. da piombino a novara, da casale monferrato a taranto, da mantova all`entroterra ligure, non si contano gli stabilimenti industriali in cui l`operaio prunetti e` impiegato. il lavoro e` duro, ma per fortuna nella vita c`e` anche altro: le gite in campagna, il calcio, le uscite al bar con amici e colleghi, i figli da crescere. e renato sa approfittare dei piccoli piaceri dell`esistenza cosi` come sa lavorare a regola d`arte quando si trova in fabbrica. lo spirito irriverente e la battuta fulminante lo accompagnano ovunque e fanno pensare che quest`uomo sapra` godersi la pensione. ma in fabbrica renato ha respirato di tutto: zinco, piombo e buona parte della tavola degli elementi di mendeleev, fino a quando una fibra d`amianto trova la strada verso il torace. e cosi` che il destino dell`operaio prunetti si compie prima del tempo, per una malattia mortale che si sarebbe potuta evitare se i padroni avessero investito nella salute dei lavoratori, e non solo negli utili immediati. a ricostruire la vicenda di renato e` suo figlio alberto che, mescolando affetto e rabbia, risate e dolore, ci restituisce il ritratto di un uomo e di una classe lavoratrice che non rinunciano alla propria storia.

Luca Cerchiari compone un ampio affresco e offre un’indagine critica sul lascito artistico e umano di “The Voice”. E indaga, per la prima volta, il suo intenso rapporto professionale e culturale con l’Italia, terra d’origine dei genitori.

"non c`e` nemmeno un libro, con una vera storia, con una storia vera. non c`e` niente." scritto a settantun anni, l`orologio astronomico e` la terza incursione nel mondo del romanzo da parte di edoardo sanguineti, che si da` cinquanta brevi "fogli" per raccontare una vicenda che comincia come un`improbabile storia d`amore. e., un vecchio, conosce a., una "scorpioncina" di cui si invaghisce subito. ma l`autore usa la cornice di questa passione per esplorare i limiti della narrazione, e nelle pagine inanella lettere, racconti, ricordi e frammenti, tutti scritti rimarcando un "io" narratore e un "tu" lettore. svelando e contraddicendo il processo costruttivo del romanzo, sanguineti rivendica l`infinito moltiplicarsi delle storie umane e trasforma l`orologio astronomico di strasburgo in un crocevia di corpi e destini, con un avvicendarsi di eventi che nasconde una riflessione attenta sul potere dei mezzi di comunicazione. dagli stralci di giornale ai primi videogiochi, ogni forma mediatica ci chiama a diventare parte attiva di un gioco, quello della vita, che ha si` delle regole di partenza, ma diversi finali possibili. la scrittura torna quindi a essere ricerca: un modo per riappropriarsi di se` in un alternarsi di cancellazioni e ripensamenti che ricalca appieno la poetica sanguinetiana dell`"imparare bene come scrivere male".

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