




la protagonista di questa vicenda ha cinquantacinque anni, vive nell`italia di questi anni e si e` separata di recente dal marito che, dal canto suo, ha appena avuto una figlia da una giovane donna. la fase critica che sta attraversando le impone, con tensione ineludibile, di affrontare la prospettiva dell`invecchiamento, che lei sperimenta nel volto e nel corpo, ma anche nella memoria e nei sogni. la narrazione del suo percorso si snoda nello spazio di un anno, con il suo simbolico trascorrere delle stagioni.






il romanzo racconta le vicende individuali di due uomini e delle loro famiglie, profondamente segnate dall`orrore della seconda guerra mondiale e dell`olocausto. la prima parte traccia la rinascita spirituale e fisica di jakob beer, un piccolo ebreo sottratto alle stragi da athos roussos, che lo alleva prima in grecia poi in canada, insegnandogli a recuperare il passato senza restare prigioniero del dolore. nella seconda parte il giovane canadese ben, figlio di ebrei sopravvissuti allo sterminio, ripercorrera` le tracce sentimentali e artistiche del piu` maturo amico jakob e della sua adorata seconda moglie, da poco scomparsi.





non e piu il tempo della favola di borges in cui i cartografi dell?impero disegnano una carta cosi dettagliata che finisce per coprire con la massima precisione il territorio... e, se si dovesse riprendere la favola, oggi sono piuttosto i brandelli del territorio che imputridiscono lentamente sull?estensione della carta. qui e la sono vestigia del reale che sussistono, e non della carta, nei deserti che non sono piu quelli dell?impero, ma il nostro. ii deserto del reale stesso. il grande evento di questo periodo, il grande trauma, e questa agonia dei referenti forti, l?agonia del reale e del razionale, che introduce a un?era della simulazione. oggi si ha invece l?impressione che la storia si sia ritirata, lasciando dietro di se una nebulosa indifferente. in questo vuoto, rifluiscono i fantasmi di una storia passata, la panoplia degli eventi, delle ideologie... leucemia della storia e della simulazione. da oggi, la sola vera pratica culturale, quella delle masse, la nostra (piu differenza) e una pratica manipolatoria, aleatoria: labirinto di segni, che non ha piu senso... il simulacro puro e semplice della seduzione circola dovunque e, invece di essere l?incubo del discorso e portargli via la sua verita, serve semplicemente a lubrificarne i contorni.