
il viaggio raccontato da gian piero brunetta e` quello dei "navigatori delle immagini" cioe` di coloro che sono riusciti a diffondere e interpretare con strumenti e apparecchi ottici forme e rappresentazioni di mondi reali e immaginari nei secoli che hanno preceduto l`invenzione del cinema. questo rito di iniziazione popolare ha origini lontane nel tempo ma, a partire dal cinquecento, si viene diffondendo in tutta europa grazie agli spettacoli ottici che favoriscono la partecipazione a una pratica di viaggio sedentario e immaginativo i cui esiti diventano ben presto sensazionali riuscendo a fondare una cultura visiva che raccoglie genti e popolazioni diverse per credo politico e religioso, lingua, cultura e appartenenza sociale. i racconti e gli spettacoli di magia luminosa iniziano infatti a modificare mentalita` e modalita` della visione e della percezione, creando, con la proliferazione anche di "luoghi delle immagini", quella cittadinanza comune e quell`habitat senza i quali certo il cinema non avrebbe potuto svilupparsi. i venditori ambulanti di stampe popolari che partivano dal trentino o i lanternisti savoiardi, i grandi illustratori degli spettacoli di panorama e diorama o i piccoli impresari di mondo nuovo o di cosmorama ci appaiono cosi` i discendenti dei narratori omerici e gli eroi di un`epopea finora mai realmente considerata, che seppe creare un forte tessuto connettivo nella storia dell`europa moderna e stabilire un ponte tra cultura alta e popolare.



"conservare lo spirito dell`infanzia dentro di se` per tutta la vita vuol dire conservare la curiosita` di conoscere, il piacere di capire, la voglia di comunicare". tutta l`anima di bruno munari e` racchiusa in questa frase: si pensi alla volonta` di comunicare che lo spinse a occuparsi del laboratorio per bambini della pinacoteca di brera nel 1977, o alla curiosita` di cui e` testimone il suo interessamento, ad esempio, verso le dottrine orientali dello yin-yang o alle scritture illeggibili di popoli sconosciuti. di questi svariati interessi di bruno munari e della voglia di comunicare quanto scoperto e` documento questo libro, nel quale opere figurative, commenti d`autore, poesie ne scandiscono l`itinerario artistico.

due epoche ben distinte hanno attraversato l`interpretazione storico-critica di rembrandt. alla prima, che aveva costruito il mito di un rembrandt genio isolato, solitario, incompreso dai contemporanei e che tuttavia, con i suoi dipinti avrebbe rivoluzionato l`arte contemporanea, si ando` sostituendo con il tempo la visione degli esperti, che riattribuirono molti dei capolavori che si credevano eseguiti da rembrandt: quei quadri, alcuni dei quali tra i piu` famosi, non sarebbero stati che il frutto del lavoro di allievi. si distinse allora la pittura di rembrandt e quella della sua scuola, l`opera unica del maestro e la moltiplicazione, ad opera del suo atelier, di opere eseguite alla maniera di rembrandt. il libro di svetlana alpers consente di ricostruire la situazione paradossale di un artista che affermo` il carattere unico e singolare della propria arte grazie alla riproduzione, per mano altrui, dei propri temi e del proprio stile. tutto ha luogo nell`atelier di rembrandt, mondo in cui regna sovrano l`artista, piegando i desideri dei clienti alla propria volonta` di creare valori artistici per lui irrinunciabili. rembrandt rifiuta di adeguarsi ai gusti e ai canoni rappresentativi dei mecenati. la sua opera pittorica costituisce l`affermazione originale dell`autonomia dell`artista, della sua liberta` che fonda e nutre la produzione per il mercato, dato che proprio lo scambio o la vendita al pubblico stabiliscono ormai il valore di un`opera.

il disordine e la felicita` della narrazione nella "histoire de ma vie", ma anche le cadute, le tergiversazioni, i palpiti, le ire, le aporie e i dubbi saturnini di un libertino "sentimentale", analizzati secondo i canoni della critica letteraria.

dodici ritratti inediti di grandi economisti. dodici quadri vivaci e divertenti che non vogliono essere ne` biografie esaustive, ne` saggi del pensiero economico. dodici reportage scritti da un economista non accademico che rifiuta l`immagine dell`economia come scienza triste o senza cuore e che racconta con passione il piacere nato dall`incontro con questi grandi personaggi per trasmetterlo a un lettore non specialista ma curioso.

l`arte dei giardini come specchio delle concezioni artistiche di un`epoca e di un paese, e i suoi rapporti con le opere letterarie. dal medioevo all`ottocento, l`arte di creare parchi si e` espressa con linguaggi sempre diversi, che sono stati lo specchio di concezioni estetiche, filosofiche e politiche in perenne mutamento. lichacev dimostra come i giardini vanno sempre riportati a precise correnti artistiche, e come attraverso di essi prenda forma il legame tra due fondamentali settori dell`estetica, quello della visione e quello della parola e della musica, che convergono nel determinare lo stile e lo spirito delle varie epoche.















e` la storia delle molteplici forme di paradiso evocate nelle diverse religioni: dall`ebraismo al cristianesimo, dall`islamismo al buddismo al taoismo. negli scenari dell`aldila` si trasferiscono sofisticati dibattiti teologici tratti dai testi sacri e il paradiso si prefigura nelle singole religioni come il prodotto di immaginari moltiplicati, luogo di proiezione di desideri e di carenze espresse dalle distinte societa`.







non e` una storia della medicina nel senso tradizionale e neppure una storia delle malattie, ma una storia del modo in cui la cultura, la societa`, le mode hanno influito sulla diagnosi delle malattie di origine psicogena, le cosiddette malattie psicosomatiche e del modo in cui queste diagnosi hanno influenzato a loro volta la produzione di sintomi da parte dei pazienti. nel periodo vittoriano ebbero una grande diffusione malattie come l`isteria, nel clima piu` libero di oggi i disturbi psicogeni hanno assunto forme del tutto diverse: dolori e stanchezza, fatica e nausea, i sintomi dell`esaurimento.



piu` che andare alla ricerca di nuove basi su cui fondare la nozione di realta` l`autore si interroga sul suo significato esplorando il fenomeno, senza rivendicare per il sociologo la posizione privilegiata dell`osservatore esterno, ma anche senza cadere nel relativismo. il nucleo centrale del volume e` costituito dall`analisi concreta delle pratiche di ragionamento attraverso le quali gli attori mondani riescono a ricomporre la credenza nella realta` sociale in presenza di definizioni contradditorie. indice: il problema della mondanita`; idealizzazioni mondane; l`autoconservazione della ragione mondana; i rompicapi mondani e la politica dell`esperienza; autobiografia mondana; la riflessione mondana; la costruzione sociale della ragione mondana.